Elvira Serra per “il Corriere della Sera”
Il messaggio di ieri su Ask l'ha spaventata. Più degli altri. Perché il tono non era di chi la giudica (e lo stanno facendo in tanti), ma di chi vuole farle paura. «Sappiamo che scuola fai, chi sei, che cosa hai fatto. Hai i giorni contati bambina del c…».
È per questo che adesso Giulia (il nome è di fantasia) non è più convinta che la madre abbia fatto bene a denunciare il locale dove la sera del 24 settembre scorso ha mandato giù diciotto bicchierini di vodka uno dopo l'altro, in una stupida gara con una compagna di scuola a chi ne beveva di più, incitata dagli amici. I medici del Pronto soccorso di Ferrara quella notte le trovarono un tasso alcolemico di 2,13 (a un adulto basterebbe superare lo 0,5 per la sospensione della patente).
Se la cavò con due giorni di ospedale più altri 15 di cure. «Ho fatto una cavolata, non so neanche io perché. In quel locale era la prima volta che entravo». Lo racconta con semplicità, seduta su un divano del soggiorno di casa, sua sorella e la madre sull' altro. Faccia pulita, maglietta a righe sottili, una montagna di ricci addomesticati da un elastico, il telefonino in mano.
«Il fidanzato mi ha lasciato subito dopo averlo saputo, non mi ha neanche dato il tempo di spiegargli come era successo. Lui gioca a calcio, è un salutista, non fuma, non beve». Quella sera Giulia non aveva un soldo con sé. «Eravamo in tanti, la solita compagnia. Non ricordo nulla. Mi hanno detto che avevano lanciato una sfida a chi beveva più "chupiti", quei bicchierini molto forti che costano un euro l' uno. Mi sono risvegliata il giorno dopo all' ospedale».
Giura che è la prima volta che li beveva. «Gioco a pallavolo, faccio una vita sana. Ma queste cose succedono. È capitato a un nostro amico in terza media. Conosco un' altra ragazza che d' estate tutti i mercoledì pomeriggio organizzava feste nel giardino di casa, tanto i suoi non c' erano. Io ogni tanto andavo per fare i gavettoni, ma gli altri bevevano sempre, gli alcolici li compravano nei negozietti dei pachistani che non chiedono i documenti».
I famosi pachistani, in realtà, sono bengalesi e la polizia li tiene d'occhio da un pezzo. È da quasi due anni, ormai, che il questore Antonio Sbordone ha dichiarato guerra ad alcolici e stupefacenti. L'ultimo provvedimento con cui si è inimicato parte dei ferraresi è il divieto di vendita di alcol nei baracchini fuori dallo stadio.
Finora ha fatto chiudere una quindicina di locali. Provvedimenti temporanei di 15-30 giorni, giustificati da motivi di ordine pubblico. Come è successo con il Lobo Loco, il pub degli «shottini» a un euro dove Giulia si è ubriacata e che è stato chiuso per due settimane mercoledì scorso, dopo la denuncia della madre, assistita dall' avvocato Maria Cristina Zampollo.
Per la mamma di Giulia sono arrivate dai social le critiche più dure: doveva occuparsi lei della figlia; perché far chiudere il locale a degli onesti lavoratori? a quell' età si resta a casa. Tra tutte le accuse, quest' ultima le fa più rabbia. Dice: «Io ho tre bambine, dai sette ai tredici anni. Faccio del mio meglio, ma non puoi stare ventiquattr'ore su ventiquattro con loro, devi anche lasciarle libere. Quella sera con Giulia siamo andate in centro insieme in bicicletta, dopo aver cenato. L'accordo è che saremmo anche rientrate insieme.
Qui a Ferrara è tutto vicino, io ero in un locale che in linea d'aria dista 500 metri dal Lobo Loco. Quando mi hanno chiamata per dirmi che stava male sono arrivata in un lampo e non auguro a nessun genitore quella scena: lei non mi riconosceva, era sporca di vomito dalla testa ai piedi, le usciva la schiuma dalla bocca, aveva le allucinazioni. Gli esami tossicologici sono risultati tutti negativi: aveva fatto una sciocchezza soltanto quella sera. Spero che la lezione sia servita. A lei e al gestore del pub: non si vendono superalcolici ai minorenni».