La Grecia continua a lottare senza tregua contro gli incendi. Questa mattina anche Atene si è svegliata avvolta da una nube nera generata da un rogo divampato nel settore nord della capitale. Il Paese, ha spiegato il vice ministro della Protezione Civile, Nikos Hardalias, è alle prese con una ottantina di incendi, di cui 40 ancora attivi.
Le autorità greche hanno lanciato un appello ai cittadini della capitale, chiedendo loro di rimanere in casa, mentre gli incendi divampano e l'aria è inquinata da una densa coltre di fumo e cenere.
Al momento ci sono 500 i pompieri, 5 aerei, 9 elicotteri, polizia ed esercito a combattere le fiamme che stanno distruggendo le foreste del monte Parnitha, non lontano da Atene, nella regione di Acharnes.
Il divampare delle fiamme e la spesa coltre di fumo e cenere spinta dal vento hanno spinto le autorità a chiedere agli abitanti della capitale di tenere le finestre chiuse e ridurre gli spostamenti al minimo.
A Varympompi, che si trova a circa 30 chilometri a Nord-Ovest di Atene, decine di case, di fabbriche e di locali sono state gravemente danneggiate. In questa cittadina, dove gli abitanti sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni, si è recato per una visita il premier Kyriakos Mitsotakis. «La situazione è migliorata e speriamo di controllare gli incendi nelle prossime ore», ha annunciato l'ufficio stampa dei Vigili del Fuoco mercoledì mattina.
Vigili del fuoco sono impegnati nello spegnimento delle fiamme che assediano anche i sobborghi di Adames, Thracomakedones e Acharnes. Numerose abitazioni sono andate distrutte e i residenti evacuati. Nelle prime ore di oggi è stato emesso un ordine di evacuazione anche per parte del sobborgo di Kryoneri a causa degli incendi boschivi. «Il nostro obiettivo principale è salvare vite umane», ha affermato il ministro della Protezione civile, Michalis Chrysochoidis, dopo un vertice di emergenza.
La Grecia sta subendo la peggiore ondata di caldo degli ultimi decenni, con temperature in alcune parti del paese che dovrebbero raggiungere i 45 gradi. Il paese ancora ricorda l'orrore del luglio 2018, quando morirono 102 persone nell'inferno scoppiato attorno alla città costiera di Mati, alle porte della capitale, un incendio con il peggior bilancio di vittime nella storia del Paese.
Turchia in fiamme
Continuano senza sosta gli sforzi per arginare gli incendi che negli ultimi 8 giorni hanno già distrutto almeno 100 mila ettari della costa mediterranea della Turchia, ucciso 8 persone e costretto a evacuare piu'di 16 mila residenti e diverse centinaia di turisti. In base ai dati forniti dal ministero delle foreste su un totale di 174 roghi, 160 sono stati domati ma 14 sono ancora attivi nelle aree di Antalya, Mugla, Aydin, Isparta e Denizli.
La situazione rimane critica nelle aree di Antalya e Mugla, in cui rientrano le località turistiche di Manavgat, Bodrum e Milas, dove 28 villaggi per un totale di 16.603 persone sono stati evacuati e l'accesso all'area e' ora consentito solo a pompieri e mezzi per lo spegnimento degli incendi.
A Manavgat un uomo è stato arrestato e poi detenuto con l'accusa di aver appiccato volontariamente dei roghi. La Turchia è stata colpita da violenti incendi in 39 delle 81 province del Paese, cui le autorità hanno risposto con l'utilizzo di 16 velivoli, 9 droni, 51 elicotteri, 850 camion dei pompieri, 150 pale meccaniche e 5.250 tra pompieri e uomini della protezione civile.
Non sono tuttavia mancate le polemiche, poiché il governo turco ha scelto nel 2019 di 'affittare' mezzi e piloti dall'estero, lasciando negli hangar i propri 9 canadair.
Da ieri sono entrati in azione due canadair CL-415 giunti dalla Spagna con 27 piloti, che si aggiungono a un aereo giunto dalla Croazia, tre dall'Ucraina, tre dalla Russia e uno dall'Iran. Da giorni sono a lavoro per sostenere pompieri e volontari turchi, che non hanno potuto contare sui Canadair turchi, tenuti a terra da una gestione sconsiderata da parte del governo.