Cristiana Lauro per Dagospia
Che senso ha parlare di annata prima della vendemmia? Nessuno, è una cazzata, oggi più che mai. Qualsiasi previsione può essere fallace in quanto presuntiva. Le tesi suppositive non sono piantate su dati sperimentali completamente affidabili, ma sulla consuetudine e mai come oggi questa esperienza rischia di barcollare per colpa dei cambiamenti climatici.
Questo dato, purtroppo, è incontrovertibile e sotto gli occhi di tutti, non solo di Carlin Petrini (fondatore di Slow Food) e di Francesco Paolo Valentini (agricoltore e artigiano del vino) che da tempo ci mettono in guardia di fronte a un problema che potrebbe diventare un grosso guaio se continuiamo a far finta di niente con la diffusione di informazioni fuorvianti.
Carlin Petrini ha parlato chiaro nei giorni scorsi perché una vendemmia prima di ferragosto nelle Langhe non si era mai vista fino ad ora.
Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi ha dichiarato - dati alla mano che saranno aggiornati costantemente dai documenti ufficiali dell'associazione - che a memoria d'uomo non si ricorda una stagione come quella in corso, dove gli eventi climatici si sono accaniti con un'inusuale ed eccezionale portata.
Se ne sono viste di tutti i colori quest'anno. Gelate ad aprile, che hanno compromesso i germogli in pianta e la successiva fruttificazione. Scarsissima escursione termica fra il giorno e la notte che ha messo a rischio la formazione zuccherina ideale, ovvero la base per la fermentazione e la vinificazione e poi grandinate violente. Ma questo andamento climatico, apparentemente eccezionale, non è in realtà un evento straordinario se osserviamo e confrontiamo il trend degli ultimi anni.
Francesco Paolo Valentini chiede ai colleghi più onestà intellettuale, ovvero maggiore sincerità e chiarezza prima di diffondere notizie fuorvianti sulla qualità dell'annata. Far finta di niente significa rendersi indirettamente complici di quello che potrebbe rivelarsi a breve un vero e proprio disastro. E prosegue: "troppi stravolgimenti, troppe anomalie ed incognite per seguitare a vinificare artigianalmente, l'unica scelta per me sarà smettere di produrre vino".
Tanto per cambiare nei giorni scorsi ognuno ha detto la sua riguardo la vendemmia, con oscillazioni fra il disastro secondo alcuni, le previsioni più rosee per qualcun altro e la pia illusione di acrobatici mediatori - solitamente poco chiari e ancor meno preparati - di tirar le somme su una questione che sarà più chiara solo quando il vino sarà in bottiglia.
Il resto sono inservibili congetture, al netto del dato palese che la produzione sarà quantitativamente scarsa.
Sarebbe bene fermarsi a riflettere una volta per tutte, perché quello che sta succedendo è la diretta conseguenza della nostra indifferenza.
http://www.winenews.it/index.php?c=detail&id=10961&dc=15
http://ladistesa.blogspot.it/2017/08/vendemmia-2017-unannata-di-svolta.html?m=1
http://www.doctorwine.it/Pot-Pourri/Enomondo-News/Previsioni-Assoenologi-Vendemmia-2017
carlo beve un bicchere di vino della barossa valley