Estratto dell’articolo di Francesco Musolino per “Specchio – La Stampa”
“Non parlate male della masturbazione: è fare sesso con qualcuno che amiamo”. Questa battuta-cult è tratta da Io e Annie, con Woody Allen che entra a gamba tesa su una questione vecchia come il mondo: masturbarsi fa male? E soprattutto, a chi? Ricerca del piacere, pratica anti-stress, atto d’amore verso noi stessi, la storia della masturbazione nella società occidentale dice molto di noi, del resto, il filosofo Galeno consigliava di farvi ricorso come rimedio medico ma durante l’Illuminismo, una severa condanna morale colpì la masturbazione partendo da un libretto anonimo, attribuendogli il – temutissimo - rischio di cecità, la dispersione del seme e il senso di colpa che ci attanaglia dopo aver raggiunto l’orgasmo.
Riassunto in una parola, così nasceva l’onanismo, facendo risalire la pratica al biblico Onan – colpito a morte da Dio - «inventando una nuova malattia e un nuovo meccanismo pressoché universale, altamente specifico e assolutamente moderno, per generare sensi di colpa, vergogna e ansia». [...]
[…] C’è un meme che gira in rete: “C’è chi ammette di masturbarsi e c’è chi mente” perché una cosa è certa, tutti (o quasi) ci masturbiamo ma ammetterlo è un’altra storia. Oggi la scienza certifica che masturbarci permette il rilascio di dopamina e ossitocina, attenua i dolori mestruali e un costante numero di eiaculazioni mensili riduce il rischio di cancro alla prostata; non solo, durante i lockdown, Pornhub ha raggiunto cifre record e – ricorda Lingiardi – «il porno divenne per molti un rifugio e un’evasione dalle restrizioni relazionali. Era interdetto toccare l’altro, ma non se stessi».
Allora, forse il problema è sociale, puramente relazionale? Come dire, se i lettori fanno paura perché hanno imparato a stare da soli e in silenzio, chi si masturba – ricorrendo al porno o alle proprie fantasie – dichiara di poter fare (anche) a meno dei partner? Non è certamente questa la spiegazione ma almeno l’immaginario è cambiato - passando da Sex & the City (persino la bigotta Charlotte scopre le gioie del vibratore) a Bridgerton, da Fleabag a Sex Education, con le lezioni di Gillian Anderson in versione milf - e oggi l’autoerotismo sembra piacevolmente sdoganato, almeno nel mondo femminile.
Invece, come dimostra il film Shame, la vergogna legata all’eiaculazione solitaria resiste nel mondo maschile. E del resto, chi non combina nulla è “un segaiolo”, un wanker, un buono a nulla. Alla fine, si torna sempre a parla di colpa. Invece, ricorda Laqueur, masturbarsi è una pura «esperienza di autostima o di amor proprio», una «forma di autarchia personale». […]
nubilefilms e la masturbazione il lunedi giorno preferito per la masturbazione si puo avere un orgasmo anche senza partner e senza masturbazione