Fra.Gia. per "il Messaggero"
Il sistema aveva vistose falle. Tendeva a proteggere più la Chiesa e il suo buon nome che non le vittime, spesso adolescenti profanati da preti orchi che godevano di parecchie protezioni in alto. Chissà cosa avrebbe detto San Giovanni Paolo II davanti ai dati mostruosi che stanno saltando fuori nella sua patria, la cattolicissima Polonia, dove dagli archivi delle varie diocesi, da Danzica a Varsavia, solo negli ultimi due anni, dal primo luglio 2018 al 2020, sono arrivate 368 denunce di abusi su minori per un totale di 292 preti accusati.
Il Libro Nero della vergogna è il frutto di una incalzante campagna mediatica sotto la fortissima pressione dell' opinione pubblica che da tempo invoca trasparenza, giustizia, affidabilità. Qualità che sembrano essere mancate a tanti vescovi. A Roma, davanti ad accuse tanto circostanziate e all' immagine della Chiesa fortemente compromessa, da un anno a questa parte sono iniziati i siluri che hanno fatto rotolare tante teste. L' ultimo prelato dimissionato in fretta e furia risale a ieri.
Si tratta del vescovo Kiernikowski ritenuto responsabile di non avere agito davanti all' abuso di un minore da parte di un parroco. Prima di lui, analoghi provvedimenti hanno colpito altri quattro vescovi, compreso Slawoj Glodz di Danzica, che dopo essere stato punito con l' interdizione a non celebrare più in pubblico, si è candidato a sindaco in un paesino ed è stato eletto a maggioranza.
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