Ruggero Corcella per Corriere.it
Se ne facciano una ragione , i fan dei tanti B-movie a sfondo pecoreccio in salsa nostrana: la classica scenetta dove lui (il cliché questo prevede) rimane stecchito per un coccolone da sesso sfrenato è appunto soltanto una scenetta.
Uno studio statunitense presentato in una sessione del congresso dell’American Heart Association 2017 (che si tiene in California) conferma, sia pure in via preliminare, quello che in realtà è un dato già acquisito nella comunità scientifica: l’attività sessuale è raramente associata ad un arresto cardiaco.
L’arresto cardiaco ( o morte cardiaca improvvisa) è il decesso che avviene per cause cardiache, con improvvisa perdita di coscienza entro un’ora dall’insorgenza dei sintomi (o anche in loro assenza). Si verifica per un problema del sistema elettrico del cuore: a causa di un’aritmia, il cuore batte a un ritmo così elevato da cominciare a vibrare (fibrillazione ventricolare), cessando così di pompare il sangue al corpo e al cervello. In assenza di un intervento immediato (defibrillazione, rianimazione cardiopolmonare) può portare al decesso nell’arco di pochi minuti.
Per determinare se l’attività sessuale possa innescare un arresto cardiaco improvviso, i ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche di 4.557 casi di arresto cardiaco negli adulti, tra il 2002 e il 2015, in una comunità negli Stati Uniti nord-occidentali (Portland, Oregon) . Ed ecco i risultati. Sul totale dei casi esaminati, 34 arresti cardiaci si sono verificati durante o entro un’ora dal rapporto sessuale e 32 di coloro che ne sono stati colpiti sono uomini (94 per cento del campione). In generale, l’epidemiologia parla di un caso su 100 di arresto cardiaco negli uomini associato all’attività sessuale, rispetto a uno su 1.000 nelle donne.
Un’altra evidenza emersa dallo studio è che le manovre di rianimazione cardiopolmonare sono state eseguite solo in un terzo dei casi di arresto cardiaco avvenuto in presenza del partner. Sia il gruppo principale di studio , sia quello di confronto erano sostanzialmente simili per quanto riguarda la presenza di malattie cardiache e l’uso di farmaci per il cuore .
«Questi nuovi dati possono fornire un ulteriore contributo ai pazienti sulla sicurezza dell’attività sessuale. Evidenziano anche la necessità di educare il pubblico sull’importanza del CPR da parte degli sterminati per arresto cardiaco improvviso, indipendentemente dalle circostanze, hanno detto i ricercatori. Lo studio è stato finanziato dal National Heart, Lung e Blood Institute.
Secondo la Bbc, Sumeet Chugh -il ricercatore del Cedars-Sinai Heart Institute che coordina lo studio - ha dichiarato che il suo lavoro sarebbe il primo a valutare l’attività sessuale come potenziale innesco di un arresto cardiaco. Ma è sulle manovre salva-vita che il dottor Chugh si è soffermato maggiormente : «Questi risultati evidenziano l’importanza dei continui sforzi per educare il pubblico sull’importanza, per l’arresto cardiaco , della rianimazione cardiopolmonare effettuata da chi è presente al momento , indipendentemente dalla circostanza in cui questo si verifichi».
E ha sottolineato che questo dimostra la necessità di istruire i “laici” sulle manovre di rianimazione cardiopolmonare. Un altro studio presentato allo stesso congresso dell’American Heart Association ha dimostrato come anche bambini di sei anni possono imparare le manovre salva-vita, facilmente e in modo efficace. «La malattia cardiovascolare influenzerà la mia vita sessuale?». È una delle domande più frequenti che i cardiologi si sentono rivolgere. Secondo l’American Heart Association, è probabilmente sicuro avere rapporti sessuali se la malattia cardiovascolare si è stabilizzata.
«L’attività sessuale è una questione di grande qualità della vita per gli uomini e le donne con malattie cardiovascolari e per i loro partner», ha dichiarato Glenn N. Levine, professore associato di Medicina presso il Baylor College of Medicine di Houston. Eventi cardiovascolari - come attacchi cardiaci o dolori al petto causati da malattie cardiache - si verificano raramente durante l’attività sessuale, perché l’attività sessuale è di solito per un breve periodo.
«Alcuni pazienti rinvieranno l’attività sessuale quando è in realtà relativamente sicura per loro di impegnarsi”, ha detto Levine, che è anche direttore dell’Unità di terapia cardiologica presso il Michael E. DeBakey Medical Center di Houston. «D’altra parte, ci sono alcuni pazienti per i quali può essere ragionevole deferire l’attività sessuale finché non vengono valutati e stabilizzati». L’importante - ribadisce Levine - è comunque parlarne senza falsi pudori con il proprio medico e farsi consigliare da lui.