1 - BERMUDA A 4MILA METRI IL SOCCORSO ALPINO: «ORA BASTA INCOSCIENTI»
Lucia Galli per “il Giornale”
Escursionista SUL ghiacciaio CON CANOTTIERA E SCARPE DA TENNIS
You can leave your hat on, Puoi tenere almeno il cappello, strillava Joe Cocker che non si riferiva certo ad un canto alpino. E invece qualcuno deve aver equivocato: copricapo da pescatore, canotta sbracciata, bermuda, un variopinto giacchino nello zaino e tanta sicumera. Fa restare sconsolati la mise dell'avventuriero che ieri è stato fermato sul ghiacciaio del Breithorn, sopra al Plateau Rosà di Cervinia. Procedeva, oltre quota 3.500 a passi lenti, nemmeno felpati, dato che portava scarpe da tennis senza grip.
Non sarà né il primo né l'ultimo intrepido d'alta quota, per usare un eufemismo. Il Soccorso Alpino però, intervenuto per bloccare l'highlander della stupidità, lancia un appello al rispetto della montagna perché una bravata di questo tipo non impiega molto a trasformarsi in tragedia per chi la compie e in lavoro extra per chi, come i soccorritori, dovrebbe, invece, pensare ad aiutare chi ha bisogno e non chi se la va a cercare.
Se c'è una cosa, oltre alla sua bellezza, per cui il Breithorn è noto è che, con i suoi 4165 metri è, almeno dal versante italiano, una cima «prêt-à-porter», dato che la funivia accompagna fino ai 3.480 metri di Testa Grigia. Di lì, superata la zona dello sci estivo, si risale per 700 metri di dislivello, su ghiacciaio che, però, si assottiglia ad una lama di cresta, materia per esperti. Servono piccozza, corda, ramponi e un abbigliamento ben diverso da questo total look. «L'uomo poteva scivolare spiega Paolo Comune dal Cnas valdostano : ben che vada procurarsi traumi e abrasioni a braccia e gambe nude».
Mal che fosse andata, invece, «poteva cadere in un crepaccio senza riuscire a chiedere aiuto e così abbigliato sarebbe finito in ipotermia». Senza considerare che in montagna si va in cordata, cioè almeno in due. Ma forse, stavolta, un altro come lui per fortuna non l'ha trovato.
2 - IN VETTA COI BERMUDA GLI ERRORI DA EVITARE
Stefano Ardito per “il Messaggero”
Una volta i ghiacciai facevano paura. Scendevano verso i paesi, mostravano ai turisti saliti in funivia le loro torri di ghiaccio in bilico (gli alpinisti le chiamano seracchi) e dei crepacci giganteschi. Visioni che consigliavano cautela. Oggi i ghiacciai si riducono in fretta, e alcuni si sono già estinti, ma i pericoli ci sono più di prima.
Le colate glaciali ad alta quota rischiano di crollare verso valle, com' è successo di recente in Val Ferret, presso Courmayeur. Sui ghiacciai più piccoli, e all'apparenza bonari, i crepacci diventano più numerosi e insidiosi. Molti non lo sanno, e si mettono nei guai.
Giovedì è stato bloccato un escursionista che saliva dal Plateau Rosà verso il Breithorn, una vetta di 4165 metri, con scarpe da tennis, felpa, bermuda e cappello da spiaggia. Camminava su un ghiacciaio, e non lo sapeva nemmeno.
IL FREDDO
«Sono follie pericolose, la montagna va rispettata» s' indigna Paolo Comune, direttore del Soccorso Alpino valdostano. «Sui ghiacciai si va legati in cordata, per bloccare chi scivola. E si va abbigliati per il freddo, se si cade in un crepaccio in bermuda si può morire dopo pochi minuti». Incidenti stupidi, inutili, e purtroppo a volte mortali si verificano anche dove i ghiacciai non ci sono.
«Molti dei 200/250 interventi che compiamo ogni anno sono dovuti a errori banali. Persone che si perdono nella nebbia, che partono in calzoncini e vengono sorprese dal freddo, che camminano con scarpe inadeguate e scivolano sull'erba o sul fango» spiega Daniele Perilli, responsabile per l'Abruzzo del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Nelle prossime settimane, per sfuggire al caldo, milioni di italiani si regaleranno una vacanza in montagna. Molti di loro cammineranno sui sentieri del Gran Sasso, delle Dolomiti o del Monte Bianco. Ecco qualche suggerimento per non mettersi inutilmente nei guai.
Il primo riguarda proprio le scarpe, che sono il tramite tra le persone e la montagna. Anche se si sceglie un sentiero facile, servono calzature con la suola scolpita, in grado di permettere un passo sicuro. Anche l'abbigliamento è importante. In montagna il tempo cambia in fretta e anche in estate, tra i 1000 e i 2000 metri, una mattina di sole può lasciare rapidamente il posto al freddo e alla pioggia. Chi parte in maglietta e calzoncini deve avere una giacca a vento e un pile nello zaino.
scarponi per trekking su ghiacciaio
«Si vedono ovunque immagini di atleti che corrono sui sentieri. Ma non possono servire da esempio» spiega Daniele Perilli del Cnsas. Poi ci vogliono gli accompagnatori giusti. Chi si avvicina alla montagna durante l'anno ha a disposizione le escursioni e i corsi del Club Alpino Italiano, di Federtrek e di altre associazioni. In estate, nelle località di vacanza, bisogna ricorrere ai professionisti: accompagnatori di media montagna e guide ambientali escursionistiche per andare sui sentieri, guide alpine (che ci sono anche nel Lazio e in Abruzzo) per rocce, ferrate e ghiacciai.
Anche la scarsa attenzione al meteo è pericolosa. Per capire cosa succede in una singola valle, i siti e i bollettini nazionali non bastano. Valle d'Aosta, Alto Adige, Trentino e Veneto hanno i loro bollettini locali. Altrove bisogna cercare, e qualcosa si trova. L'associazione AQ Caput Frigoris, dell'Aquila, dirama degli ottimi bollettini per le montagne d'Abruzzo.
LE INFORMAZIONI
L'ultima precauzione riguarda le informazioni. I dépliant e i siti degli uffici del turismo suggeriscono mete suggestive, ma non bastano per capire che terreno si dovrà affrontare. Lo stesso vale per le tracce Gps, che app come Wikiloc e Komoot consentono di usare dal cellulare. Sapere quanto si sale o si scende, o dove si deve andare a un bivio, non informa sul tipo di sentiero, o sulla vicinanza di un dirupo.
Per le Alpi, come per l'Appennino, esistono guide dettagliate dei sentieri, che prima di dare informazioni pratiche spiegano il carattere di ogni percorso. Le mappe cartacee, meglio se in scala 1:25.000, non sono facili da leggere per chi non lo ha mai fatto, ma aiutano a capire se si cammina in un bosco o allo scoperto, o se si devono traversare canaloni o torrenti. Una sosta in libreria, o in un'edicola di paese, può contribuire a una vacanza serena.