1.COLONIA: CITTÀ BLINDATA PER DUE MANIFESTAZIONI
(ANSA) - Colonia, blindata, si prepara a un pomeriggio ad alta tensione, con due manifestazioni previste nel centro della città, a seguito delle aggressioni avvenute la notte di Capodanno contro le donne. In piazza scendono da un lato i militanti del movimento anti-islamico Pegida e del partito di estrema destra 'Pro Koehln'; dall'altro, con una contro-manifestazione, organizzazioni anti-razziste. La polizia è presente in forze e molti automezzi blindati, anche con cannoni ad acqua, sono parcheggiati vicino alla stazione centrale.
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Sono 1.700 gli agenti della polizia di Colonia impegnati per le manifestazioni di oggi, supportati da qualche centinaio di colleghi della polizia federale. Lo riferisce la tv pubblica regionale Wdr. Nella notte delle violenze di Capodanno, attivi sulla piazza della stazione vi erano solo 70 agenti. "La situazione è per ora tranquilla", ha detto un portavoce della polizia. Le forze dell'ordine già presidiano i punti nevralgici della città, con una presenza rafforzata nella piazza della stazione centrale.
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Dopo l'improvviso flashmob delle femministe sulla scalinata del duomo, iniziano a radunarsi i manifestanti dei due cortei di diverso segno del pomeriggio: quello di Pegida e quello dell'unione delle 'lege contro le destre'. La sezione del Nordreno-Vestfalia del movimento anti-islamico Pegida. Gli organizzatori contano di portare in strada almeno 1000 manifestanti. Nelle precedenti uscite di Pegida a Colonia, non si era mai andati oltre i 300 partecipanti: il movimento, a differenza di quanto avvenuto a Dresda e in altre città della Sassonia, non è mai riuscito a prendere piede nei Laender occidentali.
2.COLONIA: MERKEL, VIA DIRITTO ASILO SE COMMESSI REATI
(ANSA) - Nell'ambito delle proposte per leggi e pene più dure nei confronti degli immigrati che Angela Merkel ha presentato oggi c'è l'ipotesi, avanzata nel documento finale del seminario della Cdu, che i profughi possano perdere il diritto d'asilo in caso di reati, anche per quelli in cui è prevista la condizionale. Meccanismo che permetterebbe di accelerare le espulsioni dei colpevoli.
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3.LA CITTÀ SOTTO SHOCK E IL FILM HORROR DI QUELLA NOTTE DI VIOLENZA
Andrea Tarquini per ''la Repubblica''
Il sangue delle donne aggredite è stato appena ripulito della stazione e dalla piazza con la scalinata che conduce al Duomo. Ma quel che resta è la paura.
La paura delle donne e degli uomini. E l' indignazione di una città intera. Spazzati via anche i resti delle bottiglie, dei razzi e dei petardi che il branco lanciava sui "bianchi". Ma la metropoli della movida renana resta sotto shock.
E oggi, con gli xenofobi di Pegida in piazza contro i migranti ci si aspetta il peggio. Ecco Colonia, una settimana dopo quel San Silvestro del terrore contro l' altra metà del cielo: ferita aperta, qui nel cuore dell' Europa.
LE VITTIME
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«Avevamo paura, scendendo dai treni o incamminandoci verso la stazione venivamo circondate e aggredite, palpeggiate in modo pesante, ci chiamavano "sporche puttane" ridendo, ubriachi e aggressivi», racconta Steffi, una delle vittime. «Ho visto pestaggi, aggressioni sessuali, furti. E di peggio. Anche ragazze giovanissime disperate, con i tacchi rotti, correvano senza scarpe cercando i poliziotti. Non avevano più addosso né collant né slip, segno del peggio. Gli agenti dicevano solo "andatevene a casa, noi abbiamo altro da fare. Soccorsi? Nessuno». Passeggiando qui sulla spianata tra la piazza del Duomo, la scalinata e la Hauptbahnhof, ascoltiamo i testimoni dell' orgia di violenza iniziata fin dal pomeriggio.
ORE 17, IL CONCENTRAMENTO
«I primi folti gruppi di stranieri, tutti dall' aspetto arabo o nordafricano, sono già sulla piazza, cominciano a lanciare petardi, bottiglie in vetro rotte apposta e razzi sulla folla», dicono i poliziotti alla centrale.
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La folla ostile cresce, i poliziotti sono appena 140. «Abbiamo chiamato rinforzi, ci hanno inviato appena 43 agenti in più, eravamo troppo pochi», confessano.
Un' ora dopo, siamo alle 18 del 31 dicembre, donne in completi griffati, uomini in frac, scendono dai treni. Vanno all' Opera per il concerto di capodanno, arrivano da tutta la regione. E tremano alla vista di quei giovani che fanno cordone, lanciano razzi mirando ai "bianchi". Fuggi fuggi e primi assalti. La polizia non si muove.
ORE 20,30 IL "DOPO-CONCERTO"
A concerto finito, le famiglie provano a raggiungere la stazione per tornare a casa,ma si vedono bloccati da un muro umano di volti ostili: ecco i primi scippi, i primi palpeggiamenti brutali a seni o aree intime delle signore.
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Ancora niente cariche degli agenti. Soltanto alle 21,45 i reparti anti- sommossa entrano in azione, meno di 200 uomini contro mille guerriglieri urbani. Uno degli agenti ricorda: «Centinaia di cittadini correvano incontro a noi cercando aiuto, soprattutto donne sconvolte, con i peggiori segni di violenza. Ma i cordoni serrati dei giovani ci bloccavano anche noi, non ce l' abbiamo fatta a sfondare per salvare vittime di assalti o aggressioni in corso nella stazione ».
ORE 22,45 I BLOCCHI E LE BOTTE
Sulla piazza del Duomo arrivano, a centinaia, altri stranieri.
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Fanno subito cordoni tenendosi serrati a braccetto, «bloccano le donne in fuga già violate e derubate dai loro amici», dice un altro agente. «Chiamiamo invano rinforzi, non ce la facciamo a fermarli ». Parte addirittura una carica da parte del branco di giovani dall' aspetto mediorientale, contro i "bianchi" sulla piazza della stazione. «Scene di orrore che ti restano nell' animo: ogni minuto venivano da noi sempre più donne urlanti in lacrime», prosegue l' agente.
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Botte anche per gli uomini, se bianchi. Thorsten Schneider, 49 anni, venuto con la famiglia a festeggiare il capodanno: «Ci hanno circondati, erano tantissimi.
Abbiamo provato a fuggire correndo verso il Duomo, ho perso di vista per mezz' ora la mia compagna e i nostri due figli, 15 e 13 anni. Quando ci siamo ritrovati in cima alla scalinata, urlavano e piangevano tra shock e dolore.
"Papà, hanno toccato mamma e me sui seni e tra le gambe, hanno provato a toglierci le mutandine, avevo paura", ha detto mia figlia piangente. Mio figlio piangeva, gli avevano strappato lo smartphone pestandolo a sangue».
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MEZZANOTTE DI TERRORE
I capi della polizia ordinano di sgomberare piazza e scalinata.
Missione impossibile, troppo pochi agenti e troppi squadristi dello stupro. «Tra i fermati, almeno 14 erano siriani, altri afgani, alcuni appena arrivati e altri residenti qui da anni, erano le loro guide nella guerriglia urbana», ricorda un ufficiale.
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La polizia carica, ma affronta un fuoco d' artiglieria di razzi e bombe Molotov. Le aggressioni alle donne continuano. Ancora una testimonianza di una minorenne: «Volevano rubarci soldi e cellulari, ma soprattutto avevano voglia di stupro, noi donne disarmate abbiamo dovuto provare a difenerci da plotoni di maschi violenti e scatenati». Solo poco prima dell' una la scalinata è sotto controllo della polizia. Escono dalla stazione molte altre donne in lacrime.
L' ALBA E LE POLEMICHE
Alle 4 del mattino la situazione si calma: non ci sono più donne bianche-bersaglio in strada, gli squadristi vanno a dormire.
Arriva lo statement della polizia: «La festa si è svolta in piena tranquillità ».
Le ong femministe di Colonia si ribellano: «Cosa vuole fare la polizia: difendere i nostri diritti di donne o lasciare la notte in mano ai maschi stupratori?». Ma ci sono voluti giorni per provare ad avere risposta.
4.COLONIA, VIA IL CAPO DELLA POLIZIA FRA I FERMATI 18 RICHIEDENTI ASILO
Tonia Mastrobuoni per ''La Stampa''
C' è un nuovo caso di molestie a Colonia. Purtroppo non risale a Capodanno, ma a mercoledì scorso. E, ancora una volta, sembra che la polizia abbia sottovalutato il caso. Una ventiquattrenne che stava tornando dal lavoro è stata circondata nel pomeriggio a Breslauer Platz, in pieno centro, da quattro uomini stranieri che si erano staccati da un gruppo più ampio.
Come ha raccontato al Koelner Stadtanzeiger, uno di essi le ha chiesto «come stai» in inglese, ridendo e schioccando le labbra a mo' di bacio. Poi ha allungato una mano per toccarla. Soltanto all' arrivo di altre persone, l' uomo che si trovava al suo lato si è spostato per farla passare.
Quando lei, terrorizzata e piangendo a dirotto, ha raccontato i fatti alla polizia, l' agente le ha detto «ma insomma, mica le è successo niente». Per far arrivare una volante, la ragazza ha dovuto chiamare una seconda volta il 113 tedesco. Due agenti sono arrivati molto tempo dopo, le hanno chiesto svogliatamente tre cose e sono andati via senza neanche farle sporgere denuncia. Nessuno dei brillanti agenti è stato sfiorato dall' idea che i molestatori della ragazza potessero essere collegati ai fatti di Capodanno.
Forse non è un caso, allora, che la città che diede i natali a Konrad Adenauer brancoli ancora nel buio, a nove giorni dall' orrenda notte di San Silvestro.
Almeno, il ministro dell' Interno del Nordreno-Westfalia, Ralf Jaeger (Spd) ha costretto ieri il capo della polizia Wolfgang Albers a lasciare - anche in vista del famosissimo carnevale del 4 febbraio, un evento che attira tradizionalmente decine di migliaia di persone in città. Poco prima che Jager comunicasse la sua decisione, lo aveva mollato anche la sindaca, Henriette Reker: «Il rapporto di fiducia è compromesso», aveva dichiarato, anche a causa di un aggiornamento sulle indagini che le era parso «lacunoso». Come al resto del mondo. Ad aggravare il quadro, un rapporto reso noto da un quotidiano che ha rivelato che a Capodanno, da altre città della Renania erano arrivate offerte per rinforzi, respinte dalla dirigenza.
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Ieri, intanto, due nordafricani sono stati arrestati, il sedicenne marocchino Issam D. e il ventitreenne tunisino Mohamed T., entrambi richiedenti asilo, entrambi con precedenti per piccoli furti. Ed entrambi legati, forse, alle aggressioni a sfondo sessuale. Avevano con sé due telefonini con video inequivocabili della serata più nera della recente storia della città renana. Video di aggressioni nei confronti di donne, di eccessi. E Mohamed aveva in tasca un bigliettino giallo, inquietante. Un elenco di frasi tradotte dall' arabo al tedesco: «grandi tette», «voglio scopare», «ti voglio baciare» e simili, ma anche «ti ammazzo» e «io mi ricordo».
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Molte delle donne molestate hanno riferito di un linguaggio rudimentale e scurrile utilizzato dagli aggressori - probabilmente biglietti come quello trovato addosso al tunisino dovevano servire proprio a questo, a umiliare nella lingua madre delle vittime.
Nel pomeriggio, i due sono stati rilasciati - evidentemente la polizia non ha ritenuto ci fossero prove abbastanza compromettenti del loro coinvolgimento nell' inferno di molestie. E la polizia sta avendo problemi anche ad analizzare le oltre 350 ore di video registrati alla stazione - immagini troppo buie e caotiche, pare.
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E, come se non bastasse il clima di crescente ostilità verso i profughi - ieri gli anti islamisti di Pegida hanno sfilato nel centro della città - alcuni telefonini rubati a Capodanno sarebbero stati rintracciati in centri di accoglienza, secondo «Spiegel». Tra i sospettati ci sarebbero moltissimi rifugiati. Al momento le denunce sono salite a 200. E la polizia ha individuato 32 fattispecie di reati e sospetta di 31 persone, ha confermato il portavoce della polizia, ma per furti o aggressioni.
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Dei sospettati, nove sono algerini, otto marocchini, cinque iraniani, quattro siriani, un iracheno, un serbo, un americano e due tedeschi. Ma nessuno dei diciotto richiedenti asilo sarebbe sospettato di crimini a sfondo sessuale.