Estratto dell’articolo di Francesco Palmas per “Avvenire”
Potrebbe sembrare fantapolitica se si considerano l’inflazione galoppante, il buco di bilancio e la povertà endemica che regnano in Iran. Ma le turbolenze intestine e il malcontento sociale non impediscono alla nomenclatura persiana di dilapidare risorse in una geopolitica neoimperiale, pensata come rimedio al declino e all’isolamento internazionali.
[...] I soldi dicono tutto: il bilancio militare proietta l’Iran fra i 20-26 maggiori Paesi per investimenti bellici, con 10-20 miliardi dollari l’anno, fra fondi ufficiali e in nero. In pratica, il 4-6% della ricchezza nazionale foraggia forze armate pletoriche. [...]
La Marina bicefala, specie quella dei pasdaran, punta all’altura: coccola Khartum per strappare concessioni navali e tentare di accerchiare Israele anche dal mare, dopo aver delineato un corridoio terrestre dalla madrepatria al Mediterraneo.
Progetti [...] ma che la dicono lunga sulle manovre anti-israeliane di Teheran, che cooptano il Libano, la Palestina, il Golan siriano, la retrovia irachena e lo Yemen in un disegno di strangolamento più o meno eterodiretto dalla forza Qods dei pasdaran, il braccio per le operazioni clandestine all’estero, che si foraggia con i traffici di petrolio, i circuiti delle criptovalute, le banche che fanno capo al conglomerato Sepah e il terribile stupefacente Captagon.
Nel solo 2016, i pasdaran hanno alimentato l’asse della resistenza con 60 miliardi di dollari (stime statunitensi). Hanno capacita di spesa, perché hanno in pugno il 20-40% del Pil persiano. La loro componente aerea coordina fra gli altri il conglomerato dell’aerospazio Aio, sancta sanctorum dei missili nazionali. I tremila vettori terra-terra e le ricerche sulla precisione terminale hanno eletto l’Iran al rango di potenza aerobalistica, temuta e rispettata. [...]
Dai centri di ricerca e sviluppo dei pasdaran escono pure i droni, armi speciali delle guerre dei proxy contro Israele, della Russia contro l’Ucraina, del Sudan contro le forze di supporto rapido, ma apprezzati da molti altri clienti, a partire dal Venezuela. I pasdaran sentono che la deterrenza convenzionale non protegge più dalle incursioni israeliane (Aprile insegna) e insistono nelle ricerche spaziali, nella precisione dei vettori, nel concetto degli inneschi ad alto potenziale e nelle tecnologie a sub-munizioni.
Perché tutto porta al pomo della discordia: le ricerche nucleari del paese, ritenute dai falchi unica garanzia di sopravvivenza del regime, argine a un attacco massiccio dell’asse israeloamericano. [...]
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