Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”
La nobile causa dei diritti umani era un'ipocrita copertura dietro la quale Antonio Panzeri e Francesco Giorgi facevano il loro vero lavoro con la Ong Fight Impunity , quello di influenzare la politica del Parlamento europeo per il quale erano stati reclutati dai Servizi segreti del Marocco e da personaggi del Qatar che li hanno ricoperti di denaro contante. Come i 750 mila euro sequestrati nella casa che Giorgi divide con la compagna Eva Kaili, di cui lei dice di non saperne nulla.
Eva Kaili Francesco Giorgi Niccolo Figa-Talamanca Pier Antonio Panzeri
«Si fidava e lui l'ha tradita», dichiara l'avvocato della eurodeputata Mihalis Dimitrakopoulos dopo averla incontrata ieri nel carcere di Haren. I Servizi belgi, che hanno dato il via all'inchiesta, sono convinti che siano girati «diversi milioni di euro» partiti da Marocco e Qatar per evitare iniziative politiche che potevano danneggiare l'immagine di questi Paesi non sempre in prima linea nel rispetto dei diritti umani. Che fine hanno fatto?
La risposta arriva da un'informativa degli 007 che per mesi hanno tenuto sotto controllo Panzeri e Giorgi i quali - scrivono - facevano «squadra» con il deputato europeo Andrea Cozzolino (sospeso dal Pd). Giorgi vorrebbe investire in un immobile, «Panzeri usa il denaro in due modi: per mantenere un tenore di vita superiore alle sue entrate» e per pagare personaggi «di vertice nel mondo istituzionale europeo». Chi siano e quanto hanno avuto non è chiaro.
I magistrati sospettano che qualcosa sia finito anche a Niccolò Figà-Talamanca, segretario della Ong No peace without justice , arrestato, che ha acquistato per 230 mila euro un appartamento a Cervinia che è stato sequestrato su richiesta del giudice Michel Claise, nonostante i suoi avvocati abbiano dimostrato come sia stato stipulato un mutuo da 200 mila euro ed il resto arrivasse dalla famiglia.
Le indagini parlano di «una rete» che corrompeva ricevendo direttive dall'agente marocchino Mohamed Belharache tramite l'ambasciatore di Rabat a Varsavia, Abderrahim Atmoun, lo stesso che pagava il «lavoro» a Panzeri e Giorgi. Interrogato a lungo, Giorgi rivela che per ordini e denaro dal Qatar c'era «l'algerino», tale Boudjellal, che lo metteva in contatto con un palestinese in Turchia che lo passava e ad un soggetto in Belgio. Quanti soldi a volta?: «Il totale era variabile, per me è difficile stimarlo, erano loro a decidere».
Quando era in azione, Giorgi faceva attenzione a non lasciare tracce.
Stesso schema con il Marocco tramite l'ambasciatore in Polonia Abderrahim Atmoud, personaggio considerato legato ai Servizi di Rabat, che «portava ogni tanto dei soldi ma non in modo regolare. Importi di qualche decina di migliaia di euro. Io stimo la somma totale in 50 mila euro», dice aggiungendo che «veniva a Bruxelles, oppure andavamo a Parigi, a casa sua, nel suo appartamento. Quando andavamo a prendere dei soldi dicevamo che andavamo a prendere delle cravatte o degli abiti».
Emerge infine un'analoga attività a favore della Mauritania per la quale Giorgi sarebbe stato retribuito con un affitto, sembrerebbe fittizio, per il suo appartamento da 1.500 euro al mese più 300 di spese, mentre Panzeri avrebbe incassato «25 mila euro cash». Per oggi è prevista l'udienza in cui la difesa chiederà la scarcerazione di Eva Kaili. «Le cose sono difficili», ammette l'avvocato Dimitrakopoulos: «Sono ottimista. È innocente».
ANTONIO PANZERI - EVA KAILI - FRANCESCO GIORGI - MARC TARABELLA EVA KAILI FRANCESCO GIORGI