CAFONALISSIMO DELLO SPORT! ANCHE IL PAPA SI SCOMODA PER I 100 ANNI “EROICI” DEL CORRIERE DELLO SPORT: “RACCONTATE LO SPORT COME UN INNO ALLA VITA” – ALLA FESTA DEL CENTENARIO (CON FILM) AL TEATRO OLIMPICO AVVISTATI IL GOTHA DELLO SPORT ITALIANO, A PARTIRE DA MALAGO’ CON LA NUOVA FIDANZATA ELENA VACCARELLA, I GRANDI NEMICI GRAVINA E LOTITO E AURELIONE DE LAURENTIIS (“NAPOLI FORSE SI STA SVEGLIANDO DA UN LETARGO DI 300 ANNI”) – IL DIRETTORE DEL CORSPORT IVAN ZAZZARONI PARLA DEL POSSIBILE RITORNO IN CAMPO DI TOTTI, IL MINISTRO TAJANI SI DILUNGA SULLA NAZIONALE DI SPALLETTI E MALAGO’ COMMENTA LA SQUALIFICA DEL SETTEBELLO: “NON CI SI PUÒ FAR GIUSTIZIA DA SÉ” – FOTO+VIDEO

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Benedetta Capelli per www.vaticanews.va

 

giovanni malago' elena vaccarella (2) giovanni malago' elena vaccarella (2)

Aneddoti, valori, indicazioni per scrivere pagine in cui si raccontino vittorie e sconfitte ma soprattutto si promuova “un modo di pensare e vivere lo sport come un inno alla vita!”. È il messaggio di Papa Francesco al Corriere dello Sport-Stadio per i suoi cento anni di vita, “una bella corsa – scrive - del resto, tra coloro che hanno contribuito alla nascita del giornale c’era un certo Enzo Ferrari, che si intendeva di motori e di vittorie!”. Il Pontefice ricorda anche i due milioni di copie vendute dopo la vittoria dell’Italia del Mondiale 2006.

 

Francesco attinge ai suoi ricordi di infanzia, volando con la mente in Argentina “quando da bambini si giocava a calcio con una palla fatta di stracci” e pensando a tanti campioni che hanno iniziato così. “Quanto è bello – sottolinea il Papa - sperimentare il senso della fraternità: si gioca, e si gioca insieme, e si sa che si è avversari soltanto sul campo, mai nemici”. Un campo che diventa terreno di sperimentazione di forza e limiti perché “siamo tutti preziosi ed unici, ma non siamo perfetti”.

 

gabriele gravina giancarlo abete gabriele gravina giancarlo abete

“Qualcuno dice – scrive Francesco - che io sia tifoso del San Lorenzo, una squadra argentina: rimane un segreto”, ma una cosa bella, aggiunge, è che un sacerdote d origini italiane, don Lorenzo Massa, aprì le porte dell’oratorio a tanti giovani che erano in cerca di uno spazio sicuro. Da qui l’appello oggi a creare “spazi per poter fare sport, soprattutto nei contesti più poveri ed isolati” chiamando a raccolta adulti “che accolgano in modo autentico i bambini e i ragazzi”, ascoltando i loro sogni. In Italia molti campioni, sottolinea, hanno proprio iniziato all’oratorio.

 

giovanni floris aurelio de laurentiis ivan roberto amodei zazzaroni giovanni floris aurelio de laurentiis ivan roberto amodei zazzaroni

“Lo sport – aggiunge il Papa - è uno dei fattori che ci fa sentire un popolo solo”. È fondamentale “camminare uniti, sentirsi parte di una unica famiglia, e di una famiglia di nazioni durante le olimpiadi o i campionati mondiali o continentali”. Francesco però non nasconde che in questi anni popoli vicini si sono armati gli uni contro gli altri. “La competizione dello sport è sana, perché chiede pazienza, ascolto dell’allenatore, rispetto per gli avversari, per le regole e per gli arbitri, coordinamento con i compagni: nel mondo invece spesso si mira alla distruzione dell’avversario, al farsi le regole da soli, a rifiutare chi vuole moderare il confronto tra le parti secondo il diritto internazionale”. Pertanto l’invito di Francesco è quello di diffondere “una sana cultura dello sport significa far crescere l’umanità nei suoi valori più belli e autentici”.

giancarlo abete giancarlo abete

 

Favorire un clima di “umanità autentica ed accogliente” per contrastare episodi di intolleranza: è l’esortazione del Papa, perché si faccia squadra “senza che la razza, il ceto, o la confessione religiosa siano ostacoli o barriere”. “Dobbiamo respingere ogni logica di esclusione e violenza, e per questo sappiamo bene che la parola ha il suo valore, per educare al bene e al bello, piuttosto che distruggere. Un articolo di giornale, anche sportivo, può fare molto bene, ma può anche danneggiare o fomentare un clima di sfiducia: voi non siate così però, mi raccomando!”.

 

ivan zazzaroni ivan zazzaroni

Infine Francesco accenna alle Olimpiadi e alla Paralimpiadi dove atleti incredibili hanno gioito per le loro prestazioni, “per alcuni di loro la medaglia d’oro l’aveva data la vita, per come hanno saputo vincere, grazie alla forza interiore e all’aiuto di tutti, le sfide della propria disabilità”. Sfide e vittorie che sono un inno alla vita che è poi l’ultima raccomandazione del Papa: “che il vostro giornale sia un modo di pensare e vivere lo sport come un inno alla vita!”.

 

NOI, CENT'ANNI DOPO

Ivan Zazzaroni per www.corrieredellosport.it

 

ivan zazzaroni (2) ivan zazzaroni (2)

“Il Corriere dello Sport non ha bisogno di presentazione”. È l’incipit un filo enfatico dell’editoriale con cui il 20 ottobre 1924 il cofondatore del Corriere dello Sport, Alberto Masprone - discobolo, calciatore e allenatore, aviatore dannunziano - accese di vita un quotidiano che da un secolo fa parte della storia dell’editoria sportiva mondiale. Al suo fianco, lo ricordo, c’era Enzo Ferrari, il Drake, che svolse a lungo le funzioni di amministratore delegato.

 

Non avevamo bisogno di presentazione allora, nonostante stessimo nascendo proprio in quel momento, quel giorno, e tanto più non serve oggi.

 

Non mi dilungo pubblicando il resto dell’articolo, anche perché il linguaggio è sensibilmente cambiato, posso però assicurare che anticipava propositi logici, non promesse, proiettati nel futuro.

 

Noi, figli della stagione mediatica televisiva, siamo compiaciuti della coerenza di un pensiero secolare che incide più di altri mantra, accolti con fervore dal giornalismo: i risultati separati dalle opinioni. Quando - pena dei nostri giorni - i fatti si modificano con il passare delle ore. Mentre qui le vittorie sono vittorie e le sconfitte, sportivamente verificate dalla tecnica e dalla passione.

aurelio de laurentiis luigi de laurentiis aurelio de laurentiis luigi de laurentiis

 

Il Corriere dello Sport non ha bisogno di presentazione dopo un’esistenza di soddisfazioni, successi e lealtà nei confronti del lettore, ma deve continuare a respirare i grandi avvenimenti sportivi: di questi ha - sì - bisogno e dei loro protagonisti, delle emozioni che riescono a trasmettere e che abbiamo il piacere di diffondere sulle pagine, sul sito, sui social, con i video e tutti gli strumenti che la tecnologia ci offre.

 

Noi del Corriere dello Sport siamo in un territorio in continuo divenire, stabili nelle convinzioni e nell’impegno, davanti a un computer che a volte aggiunge e spesso sottrae, sfruttando l’assenza di regole chiare, in particolare sul copyright.

 

giancarlo abete brunella orecchio antonio tajani giancarlo abete brunella orecchio antonio tajani

La sfida che affrontiamo ogni giorno e che proseguirà nei prossimi anni è la più stimolante e entusiasmante: quella della riconoscibilità, della differenza, dell’affermazione della competenza e dell’autorevolezza. Qualità, valori che si conquistano con il lavoro, con il coraggio delle opinioni. E con le novità.

 

Una l’abbiamo presentata proprio ieri, nel corso della Festa del Cinema di Roma. Anche noi abbiamo voluto fare cinema, un cinema di parole e ricordi: compleanni così importanti si celebrano di solito con una serata insieme a un gruppo comunque ristretto di amici e conoscenti. Noi la festa, una festona, l’abbiamo aperta con un film (che sarà trasmesso in tv) a tutti: a chi ci segue da decenni, anni, mesi, giorni, ore, ma anche a chi non ha mai preso in mano un quotidiano.

 

ivan zazzaroni matteo rovere (2) ivan zazzaroni matteo rovere (2)

“Eroici!” è un lavoro che ci rappresenta pienamente, non solo perché il titolo si rifà all’edizione più venduta di sempre. Eroici! siamo noi, cento anni dopo. Noi e i nostri compagni di viaggio: Totti e Nesta, Montezemolo e Malagò, Cannavaro e Signori, Errigo e Tamberi, Panatta e Tomba, Egonu e Pozzecco, Verdone e Federica Pellegrini, Ancelotti, Mourinho, Bagnaia e tanti altri campioni capaci di mettere a fuoco il sentimento del presente e anche quello del futuro.

 

bernardo corradi bernardo corradi

DE LAURENTIIS: «NAPOLI FORSE SI STA FORSE SVEGLIANDO DA UN LETARGO DI TRECENTO ANNI»

Da www.ilnapolista.it

 

Aurelio De Laurentiis, presidente della SSC Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sport Mediaset, a margine dell’evento “Eroici”, l’anteprima del docufilm che racconta i 100 anni del Corriere dello Sport.

 

«Conte è un leader del calcio, lo abbiamo preso e siamo contentissimi che lui possa dare una mano al Napoli.

 

Mi piace molto la capacità camaleontica che l’allenatore sa dare alla squadra a seconda di chi si trova davanti o dello svolgimento della partita. Questo dimostra che Conte è un grande allenatore. Abbiamo avuto il merito per 14 anni di essere l’unica squadra italiana sempre in Europa, non è che tutte le ciambelle nascono con il buco. Ci può essere un momento di pausa, un incidente di percorso, nessuno ha la bacchetta magica».

zbigniew boniek zbigniew boniek

 

Poi ancora: «Napoli è una città sofferente, una città matrigna, che deve e si sta forse svegliando da questo letargo che ormai da 300 anni gli è stata imposto e sta sorgendo a città protagonista, a prescindere dal calcio, anche ad altri livelli”, ha concluso De Laurentiis.»

 

CALCIO: LOTITO 'VOLEVO SQUADRA AFFAMATA, AVANTI COSÌ'

(ANSA) - "A me interessa che la squadra mantenga questo trend di fame, di umiltà e determinazione. Volevo una squadra affamata, un allenatore che lavorasse per riportare entusiasmo e orgoglio di appartenenza. Questo penso che traspare dall'atteggiamento di tutti". Sono queste le parole di Claudio Lotito, presidente della Lazio, a margine dell'evento "Eroici", il docufilm che racconta i 100 anni di storia del Corriere dello Sport. Il presidente laziale, poi, ribadisce gli investimenti nel club biancoceleste sottolineando come "la prossima settimana partiremo con l'Academy che avrà la scuola, lo studentato, la chiesa. Volevo un calcio didascalico e moralizzato, per educare i giovani e coltivare lo spirito. Sarà un'eccellenza", conclude.

 

PALLANUOTO: MALAGÒ 'SETTEBELLO? NON CI SI PUÒ FAR GIUSTIZIA DA SÉ' IL PRESIDENTE CONI: "ATTEGGIAMENTO ISTITUZIONI NON HA AIUTATO"

andrea maestrelli andrea maestrelli

(ANSA) - "Il Settebello ha subito un torto sportivo, è innegabile. E io ho anche ufficialmente preso posizione su questo con atti ufficiali. Se a un torto sportivo reagisci in questo modo sai benissimo cosa ti può succedere. A qualsiasi squadra sarebbe successo questo o altro. Penso, inoltre, che alcuni rappresentanti delle istituzioni che in questi mesi hanno alimentato questa situazione non hanno aiutato il Settebello. Tutti sbagliamo, a cominciare da quell'arbitro, ma non ci si può far giustizia da sé". Così Giovanni Malagò, presidente del Coni, a margine dell'evento "Eroici", l'anteprima del docufilm che racconta i 100 anni del Corriere dello Sport, dice la sua sulla squalifica inflitta alla nazionale italiana di pallanuoto dopo i fatti di Parigi 2024.

 

"Quello della squalifica della pallanuoto è un tema delicato, il classico tema che se si ragiona da tifoso, con la pancia, doverosamente si esterna il proprio stato d'animo di disappunto. Se poi sei un dirigente sportivo quello che devi fare è mantenere lucidità e fare il possibile, e anche qualcosa di più, per attutire quello che era un serio problema con le altre istituzioni sportive. Adesso vedo finalmente che sia i giocatori sia i rappresentanti hanno un modo di esternare la situazione in un modo più corretto", prosegue il numero uno del Coni.

 

gian marco chiocci gian marco chiocci

Infine Malagò sottolinea di essere "sempre dalla parte del Settebello, ma credo che sia sacrosanto essere dalla parte che ti porta ad ottenere qualcosa. La prova provata di tutto quello che sto dicendo, mentre si sbandieravano atteggiamenti antagonisti alle decisioni che si sarebbero potuto prendere, è che la sera stessa è arrivata una lettera in cui, pur ribadendo i torti subiti, si riconoscevano le responsabilità e si chiedeva scusa", conclude Malagò.

 

CALCIO. TAJANI 'SPERIAMO NAZIONALE DI SPALLETTI FACCIA SOGNARE' IL MINISTRO DEGLI ESTERI: "SPORT STRUMENTO PER ALLARGARE CONFINI"

(ANSA) -  "Speriamo che la nuova Nazionale di Spalletti ci faccia sognare. I risultati sono positivi, importanti e ci sono tanti giovani atleti. Abbiamo però avuto grandi risultati anche in altri sport come per la nazionale di nuoto, scherma, pallavolo, il tennis in cui siamo primi nel mondo con Sinner e non c'è solo lui. Sono tanti gli eroici italiani, non solo quelli che hanno vinto i mondiali di calcio, ma anche tutti quelli che hanno vinto alle Olimpiadi, che rendono onore al nostro Paese e sono un esempio positivo per i giovani".

 

guido d'ubaldo (2) guido d'ubaldo (2)

Sono queste le parole di Antonio Tajani, ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, a margine dell'evento "Eroici", 'anteprima del docufilm che racconta i 100 anni del Corriere dello sport. Tajani, poi, ribadisce il ruolo fondamentale dello sport in quanto "strumento per allargare i nostri confini.

 

Ho nominato una serie di ambasciatori dello sport italiano nel mondo come Sinner, Spalletti e la nazionale di calcio, Cocciaretto, la nazionale di scherma e Manuel Bortuzzo. Giovani che devono rappresentare l'Italia. Lo sport è anche industria, rappresenta una parte importante del PIL intorno al 3% e deve essere un modo per presentare il nostro Paese ma anche per attirare stranieri, come successo con la Ryder Cup, un evento straordinario", conclude Tajani.

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