Estratto dell’articolo di Daniela Polizzi e Mario Gerevini per il “Corriere della Sera”
Claudio Calabi prende le redini di Fenice, società chiave del gruppo Ferragni. Il manager con una notevole esperienza di ristrutturazioni e rilanci aziendali sarà nominato amministratore unico con l’obiettivo di rimettere in carreggiata l’azienda proprietaria dei marchi Chiara Ferragni, trovare un’intesa con i soci terzi e dare una prospettiva al business dopo l’ondata travolgente del caso Balocco.
Un’assemblea di Fenice è convocata per lunedì prossimo con all’ordine del giorno la modifica dell’organo amministrativo. Lasceranno la gestione sia Ferragni, amministratore delegato, che Paolo Barletta, presidente, unici due amministratori, e l’assemblea ufficializzerà l’incarico con pieni poteri a Calabi. Il manager nel recente passato ha guidato la ristrutturazione e il rilancio di Risanamento, di cui è presidente, di Italtel-Psc, dopo una stagione come amministratore delegato, prima di Rcs e poi del Sole 24 Ore. Calabi può contare sul voto favorevole di Chiara Ferragni, azionista con il 32,5% di Fenice, e dell’imprenditore Paolo Barletta (40%).
L’azienda, iscritta nella sezione speciale delle pmi innovative, si prepara così a voltare pagina e a ricominciare da martedì senza avere più alla guida l’imprenditrice digitale («uno dei nomi più influenti nella digital economy», si legge sui suoi siti web) ma affidandosi a un dirigente della «vecchia scuola».
[…] Un nodo che dovrà affrontare subito sarà il bilancio 2023 che ha creato una frattura tra i soci. Forse Calabi — interlocutore autorevole e credibile sul mercato — riuscirà a far riaprire il dialogo con Pasquale Morgese, l’imprenditore azionista al 27,5% di Fenice, da mesi in pressing, anche legale, sui vertici della società. Fenice è centrale perché a essa fanno capo i marchi, motore dei ricavi. Però di questa azienda non si conosce l’andamento economico da quasi due anni.
chiara ferragni paolo barletta
Il bilancio 2023 infatti non è stato ancora approvato e gli ultimi dati noti si fermano al 31 dicembre 2022 (15,6 milioni di fatturato con 3,4 milioni di utile). Nel frattempo il pandoro-gate e l’inchiesta penale hanno cambiato le carte in tavola e messo in discussione il modello di business basato sostanzialmente sull’immagine e reputazione di Chiara Ferragni su cui poggia anche l’altra società del gruppo, Tbs Crew che gestisce il blog e l’e-commerce (17,5 milioni i ricavi 2023 con un utile di 4,4 milioni). L’incertezza sulle prospettive aveva provocato la reazione del socio Morgese che è anche titolare del 25% dei marchi per alcune categorie merceologiche.
PANDORO BALOCCO - CHIARA FERRAGNI
Le lettere dei suoi legali avevano messo in guardia il board attuale di Fenice: se persiste l’inerzia del cda e l’assenza di informazioni — è il senso dei messaggi — siamo pronti a chiedere la revoca degli amministratori, a procedere con un’azione di responsabilità e risarcimento danni a favore della società a far ricorso al Tribunale delle imprese con un’ipotesi estrema di amministrazione giudiziaria. L’arrivo di un manager come Calabi può dare quelle garanzie su gestione e governance che oggi sono in discussione. […]
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