Estratto dell’articolo di Luigi Ippolito per www.corriere.it
È una piena crisi diplomatica quella deflagrata ieri sera tra Gran Bretagna e Grecia: e al centro c’è l’annosa contesa sui marmi del Partenone, custoditi a Londra dal British Museum e rivendicati da Atene.
Il primo ministro britannico ha cancellato all’ultimo minuto un vertice col suo collega greco, Kyriakos Mitsotakis, che si trovava a Londra per una visita di tre giorni: Sunak, a quanto pare, è rimasto «irritato» da una intervista concessa alla Bbc dal premier di Atene, che ha sostenuto che i marmi del Partenone sono «sostanzialmente rubati» e che averli a Londra è come «se la Gioconda fosse tagliata in due e metà stesse al Louvre e metà al British Museum».
Fonti del governo britannico sostengono che i greci si sarebbero impegnati a non sollevare la questione durante la visita londinese: da qui l’annullamento del summit fra i premier e l’offerta invece di un incontro col vice primo ministro Oliver Dowden. Ma Mitsotakis è rimasto «stupito e infastidito» e ha deciso di tornarsene in tutta fretta ad Atene nelle prossime ore: «Quelli che credono fermamente nella giustizia e nella correttezza delle loro posizioni – ha risposto piccato - non esitano mai a impegnarsi in argomentazioni e dibattiti costruttivi».
La rottura avviene nel momento in cui sembravano esserci stati dei passi avanti nella risoluzione della contesa. Le statue che adornavano il Partenone vennero portate a Londra all’inizio dell’Ottocento da Lord Elgin: i britannici sostengono che furono regolarmente acquistate dalle autorità turche che allora controllavano la Grecia, mentre per Atene si trattò di una sottrazione illegale. Sono decenni che il governo ellenico ne reclama la restituzione, ma nel 1963 il Parlamento di Londra approvò una legge che vieta la rimozione di oggetti d’arte dal British Museum, dove i marmi sono esposti.
Eppure negli ultimi tempi si è fatta strada l’idea di un prestito a lungo termine: le sculture rimarrebbero di proprietà del museo londinese, ma verrebbero concesse in comodato ad Atene in cambio di altre opere d’arte antica in possesso della Grecia. È un’ipotesi che è stata considerata praticabile anche dall’attuale presidente del British Musuem, George Osborne, che era il Cancelliere dello Scacchiere nel governo di David Cameron e che è rimasto grande amico dell’ex premier appena diventato ministro degli Esteri. Significativamente, anche il leader laburista Keir Starmer, che con tutta probabilità sarà il prossimo capo del governo e che ieri ha incontrato Mitsotakis, si è detto aperto all’ipotesi del prestito.
Sunak, invece, ha assunto una posizione rigida: un tentativo, probabilmente, di marcare la differenza con i laburisti e di aprire un nuovo fronte nelle cosiddette «guerre culturali». […]
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