CONFINI COLABRONO: I MIGRANTI PASSANO QUANDO VOGLIONO - LA CHIUSURA DELLA FRONTIERA CON LA SLOVENIA NON FERMA L’ENORME QUANTITA’ DI MIGRANTI CHE ATTRAVERSA IL CONFINE PER ARRIVARE IN EUROPA – I POLIZIOTTI, SOPRATTUTTO DALLA PARTE SLOVENA, SONO UN MIRAGGIO E FANNO CONTROLLI BLANDI – IL RACCONTO DI UN MIGRANTE CHE VIVE NELL’ACCAMPAMENTO NEI “SILOS” DI TRIESTE: “IN SLOVENIA CI HA FERMATI LA POLIZIA. CI HANNO CHIESTO DOVE VOLEVAMO ANDARE. GLI HO DETTO ‘ITALIA’ E MI HANNO MANDATO VIA…"

-

Condividi questo articolo


migranti trieste 1 migranti trieste 1

Estratto dell’articolo di Lodovico Poletto per “la Stampa”

 

[…] E Dio soltanto sa quanti sono nei boschi tra Italia e Slovenia gli afghani, i pachistani e i bengalesi che provano ad attraversare il confine […] Dalla parte slovena c'è soltanto un'auto della Polija, e non ferma nessuno. Di qua si fa quel che si può. Con i furgoni e i gazebo. Le torri faro per illuminare la strada di notte. E gli agenti che danno lo stop alle auto scegliendo a campione.

migranti trieste 3 migranti trieste 3

 

Schengen è stato sospeso, e questo sabato pomeriggio segna il ritorno al passato, anche se soltanto per dieci giorni. O, se si vuole guardarlo da un altro lato, la sicurezza ha un prezzo da pagare. Ma chi voleva passare è già passato. E altri stanno ancora camminando in quei boschi che il tabaccaio di Basovizza (dove c'è un altro valico) chiama "Gli outlet della disperazione", per i vestiti abbandonati su chilometri e chilometri di sentieri. «Arrivano dalla Croazia, e poi vengono su, è da Rieka, Fiume. È lì che tutto comincia».

[…]

 

migranti ai silos di trieste 4 migranti ai silos di trieste 4

Eppure le strade al di qua della frontiera italiana, quelle non presidiate dai gipponi dell'esercito e dai mezzi della polizia, quelle che corrono in mezzo ai boschi, raccontano storie di ben altro tenore.

 

La stessa che narra adesso Mian Lalon, un giovane uomo di originario del Bangladesh. Uno che ha camminato dalla Serbia alla Bosnia, che è risalito dalla Croazia alla Slovenia, e poi ha continuato ad andare avanti sulle montagne giuliane. Ha camminato per 10 giorni a[…] Poi è partito e dopo quattro mesi è arrivato a Trieste.

migranti ai silos di trieste 3 migranti ai silos di trieste 3

 

Come? «In Slovenia ci ha fermati la polizia. Ci hanno portati in una caserma. Ci hanno dato da mangiare e ci hanno chiesto dove volevamo andare. Italia, gli ho detto e quelli mi hanno mandato via». Ancora passi nei boschi. «Per sapere dove sei metti il navigatore. Ma se non c'è connessione ti sposti sperando di non sbagliare direzione». Otto giorni così. Ed arrivato a Gorizia. E adesso è qui, a Trieste. In quel luogo terrificante che chiamano il Silos, che tutti sanno cos'è, chi ci abita in quali assurde condizioni. Ma tutti- o quasi – fingono di non vedere. 

 

banda di passeUr trieste 2 banda di passeUr trieste 2

Racconta la sua vita Mian e intanto Sultan, pure lui bengalese, annuisce. Ma ci sono altre persone ancora nei boschi? «Tanti. Arriveranno». E se li ferma la polizia?«Ma poi ti lasciano andare…». Lo dice lui, ma a Basovizza, come a Fernetti, come a Opicina non c'è essere umano che la pensi diversamente: «Servirebbero migliaia di uomini. Come una volta. Quando non potevi fare un passo senza i documenti in tasca». Intanto filtrano commenti sui ritracci di clandestini quest'anno: «Ci sono numeri alti come poche volte in passato». Per via della stretta e dei maggiori controlli. E perché la rotta balcanica ha ripreso vigore. Perché le fughe da Afghanistan e Pakistan si sono di nuovo impennate. Perché dalla fame si fugge sempre, e dalla povertà pure.

silos di trieste silos di trieste banda di passeUr trieste 4 banda di passeUr trieste 4 banda di passeUr trieste 1 banda di passeUr trieste 1 banda di passeUr trieste 3 banda di passeUr trieste 3 migranti ai silos di trieste 1 migranti ai silos di trieste 1 migranti trieste 2 migranti trieste 2 migranti ai silos di trieste 2 migranti ai silos di trieste 2

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VENETO DI PASSIONE PER SALVINI – IL “CAPITONE” PROVA AD ALZARE LA CRESTA E USCIRE DALL’ANGOLO: “CHIEDEREMO IL VENETO E IL TERZO MANDATO PER ZAIA”. MA SA BENE CHE IL DESTINO DELLA REGIONE, VERO FORTINO E CASSAFORTE DEL CARROCCIO, È SEGNATO: GIORGIA MELONI VUOLE METTERE LE MANI SUL NORD-EST. E COME DARLE TORTO? FORZA ITALIA CON L'8% GOVERNA PIEMONTE, SICILIA, BASILICATA E CALABRIA. LA LEGA, CON UNA PERCENTUALE SIMILE, HA IN MANO VENETO, LOMBARDIA E FRIULI. PERCHE' LEI, CHE GUIDA IL PARTITO DI MAGGIORANZA RELATIVA, DOVREBBE ACCONTENTARSI DI LAZIO, ABRUZZO E MARCHE? - LO PSICODRAMMA NEL CARROCCIO È INIZIATO DOPO CHE IL MITE LUCA ZAIA È USCITO ALLO SCOPERTO (“SE PERDIAMO QUI VA TUTTO A ROTOLI”). A VENEZIA SI PREPARA LA SCISSIONE, CON UNA “LISTA ZAIA”...

DAGOREPORT! MONTANELLI E FALLACI SCANSATEVE! AI GIORNALISTI DEL “CORRIERE DELLA SERA” SI INSEGNA A SCRIVERE IN MODO “INCLUSIVO” CON UN CORSO ON-LINE - L’ULTIMA FOLLIA DEL POLITICAMENTE CORRETTO APPLICATA ALL’EDITORIA SERVIRA’ PER APPRENDERE UN “USO NON SESSISTA DELLA LINGUA ITALIANA” E PER “EVITARE L’USO DEL MASCHILE SOVRAESTESO”: IN PRATICA, IL MATTINALE DEI CARABINIERI RISULTERÀ IN FUTURO MOLTO PIÙ ACCATTIVANTE DEI TITOLI INCLUSIVI - SUL LAVORO BISOGNA EVITARE LE MICRO-AGGRESSIONI, TIPO L’UOMO CHE SIEDE A GAMBE SPALANCATE (LA DONNA MAI?) - PER NON FARSI MANCARE NULLA ARRIVANO LE INDICAZIONI SU COME CHIAMARE I NERI E I TRANS -INSOMMA, CONTINUANDO CON QUESTA FINTA E IPOCRITA “ECOLOGIA DEL LINGUAGGIO” POI NON LAMENTATEVI SE TRIONFA TRUMP!