LE CONSEGUENZE DEL PROCESSO ENI-NIGERIA - SALTA L'INCONTRO SULLA LOTTA ALLA CORRUZIONE TRA LA PROCURA DI MILANO E L'OCSE, IN CUI IL PM FABIO DE PASQUALE SAREBBE DOVUTO ESSERE IL RAPPRESENTANTE ITALIANO - IL SUMMIT DOVEVA DARE LUSTRO ALLA PROCURA DI MILANO, MA L'ORGANIZZAZIONE E IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA HANNO RINVIATO A TEMPI MIGLIORI - E PENSARE CHE ERANO GIÀ STATI RISERVATI I LOCALI DELLA FIERA DI MILANO - CERTO, SI SAREBBE POTUTO SVOLGERE ONLINE MA DOPO LE SCORIE DEL PROCESSO ENI, MEGLIO EVITARE…

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FABIO DE PASQUALE FABIO DE PASQUALE

Alessandro Da Rold per "la Verità"

 

Negli anni d' oro del governo di Giuseppe Conte, Fabio De Pasquale era considerato al ministero di Giustizia il simbolo della lotta alla corruzione internazionale. Ora, con l' arrivo a Palazzo Chigi di Mario Draghi e Marta Cartabia, l' aria sembra molto cambiata. L' anno scorso, infatti, il pm di Milano - titolare insieme con Sergio Spadaro di diverse inchieste sull' Eni di Claudio Descalzi - era stato scelto dall' ex ministro Alfonso Bonafede come referente per l' Ocse, l' organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo.

 

marta cartabia mario draghi marta cartabia mario draghi

Ogni anno questa istituzione internazionale deve stilare un rapporto sugli Stati e il modo in cui adottano misure di contrasto alla criminalità organizzata come alla cosiddetta mafia dei colletti bianchi. Per il grillino Bonafede l' immagine da mostrare al mondo doveva essere quella della pubblica accusa dell' inchiesta Eni-Nigeria e della presunta tangente da 1 miliardo di dollari.

 

La stessa Procura di Milano pare volesse puntare molto su questo incontro. Sarebbe stata l' occasione per dimostrare l' operosità della macchina giudiziaria meneghina, simbolo sin dai tempi di Tangentopoli della lotta al malaffare. Per di più avrebbe dato lustro al capo Francesco Greco, ormai prossimo alla pensione.

FRANCESCO GRECO FRANCESCO GRECO

 

Così, come già anticipato dalla Verità nelle scorse settimane, da 19 al 23 luglio prossimi si sarebbero dovuti svolgere a Milano una serie di incontri tra il segretario generale dell' Ocse e la Procura milanese: l' appuntamento è saltato e rinviato a data da destinarsi su decisione dell' Ocse e del ministero. De Pasquale avrebbe dovuto fare gli onori di casa, insieme con lo stesso Greco.

 

Agli incontri sarebbero stati presenti anche altri magistrati milanesi (tra cui lo stesso Spadaro ora distaccato alla Procura europea) esponenti delle forze dell' ordine, membri dell' Ong Trasparency Italia (invitati da De Pasquale) e persino i consulenti Marco Masciovecchio di Pwc, Oriana Roncarolo di Deloitte e Stefano Martinazzo di Axerta. Ma è tutto saltato. Come mai? A marzo di quest' anno il processo del secolo sul giacimento petrolifero Opl 245 è finito con una raffica di assoluzioni in primo grado. I giudici hanno stabilito che «il fatto non sussiste».

FABIO DE PASQUALE FABIO DE PASQUALE

 

Nemmeno 3 mesi dopo sono arrivate in appello anche le assoluzioni per i presunti intermediari della tangente, Emeka Obi e Gianluca Di Nardo. Nel mentre la Procura generale di Milano ha demolito tutto l' impianto della pubblica accusa, criticando duramente le modalità di indagine di De Pasquale e Spadaro.

 

A questo si sono aggiunte anche le motivazioni della sentenza di primo grado del collegio presieduto da Marco Tremolada. È stato evidenziato l' utilizzo di testimoni poco credibili (l' ex manager Eni Vincenzo Armanna o l' avvocato Piero Amara) come diverse lacune nella produzione delle prove.

 

MARTA CARTABIA MARTA CARTABIA

Basta ricordare il caso del video scomparso del luglio del 2014 e riapparso per miracolo nel 2019, le chat false o ancora i pagamenti di testimoni da parte dello stesso Armanna. Anche per questo motivo è stato aperto un fascicolo alla Procura di Brescia, dopo gli interrogatori del procuratore aggiunto Paolo Storari: De Pasquale e Spadaro sono ora indagati per rifiuto d' atti d' ufficio sul materiale probatorio del processo Opl 245. Insomma l' inchiesta che doveva rappresentare la lotta alla corruzione dell' Italia nel mondo è diventato un boomerang, tanto che ora potrebbero partire cause di risarcimento milionarie contro la stessa Procura di Milano. In questi mesi al ministero era circolato un certo imbarazzo sulla visita dell' Ocse.

 

claudio descalzi claudio descalzi

Ma a togliere le castagne dal fuoco è intervenuta proprio l' organizzazione internazionale che nei giorni scorsi ha inviato una comunicazione al ministro Cartabia: la visita non si può più fare per via della pandemia. Così mercoledì mattina dal ministero è partita una lettera destinata a Greco e De Pasquale, dove si spiega «l' impossibilità di svolgere la visita in programma dal 19 al 23 luglio 2021 e la conseguente necessità di posticiparla».

 

eni eni

La ragione, scrivono dal ministero sottolineando «il loro rammarico», è collegata «alle restrizioni assunte dal segretario dell' Ocse che ha esteso il divieto di viaggi all' estero per il suo personale sino alla data del 31 agosto 2021». E pensare che erano già stati riservati i locali della Fiera di Milano, con misure di sicurezza e distanziamento adeguate.

 

Dal dicastero di Marta Cartabia fanno comunque sapere che ci sarebbe ancora la possibilità di rinviare a ottobre, anche se si specifica che ci sarebbe uno slot più plausibile dal 10 al 14 gennaio 2022: difficile far combaciare le agende degli esperti degli Stati valutatori, Stati Uniti e Germania.

 

claudio descalzi 3 claudio descalzi 3

Insomma l' incontro potrebbe finire come il processo Eni Nigeria. Anche perché a palazzo di giustizia c' è chi fa notare che si sarebbe potuto svolgere online e che era stato organizzato quando la pandemia divampava in Europa: ora ci sono gli stadi pieni per gli Europei di calcio. A De Pasquale non è rimasto che comunicare a tutti i partecipanti la decisione dell' Ocse. Sarà per la prossima volta, se mai ci sarà.

 

 

 

 

 

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