Guido Santevecchi per corriere.it
Consiglio alle famiglie cinesi: fare scorte per l’inverno. Il ministero del Commercio di Pechino ha suggerito alla popolazione di tenere in serbo cibo e altri generi di prima necessità per fronteggiare eventuali emergenze.
Nel comunicato del ministero si chiede anche alle «autorità competenti» sul territorio di «fare un buon lavoro per assicurare approvvigionamento e stabilità dei prezzi e di dare immediatamente l’allarme in caso di difficoltà».
Le emergenze a cui fa riferimento la direttiva sono legate ancora al Covid-19: ogni volta che emerge un focolaio le autorità reagiscono con lockdown mirati, che però possono confinare a casa milioni di persone, bloccando anche le attività produttive.
Da un paio di settimane ogni giorno vengono segnalati alcune decine di contagi (l’ultimo bollettino oggi ha contato 71 casi di cui 54 di trasmissione interna e 17 importati dall’estero. Un caso è stato segnalato a Pechino, che da inizio ottobre ne ha dichiarati in tutto 31. Ci sono villaggi, cittadine e quartieri di grandi città che vengono messi in quarantena quando emerge un caso di Covid-19, per seguire la strategia della «tolleranza zero» alla circolazione del coronavirus.
Domenica a Shanghai una turista andata a Disneyland è risultata positiva e le autorità, oltre a chiudere il parco divertimenti, hanno messo sotto osservazione le 30 mila persone che partecipavano a una festa dedicata a Topolino: sono arrivati operatori sanitari in tuta ermetica che hanno cominciato a sottoporre tutti a tamponi molecolari.
Il cerchio dei controlli con i tamponi a tappeto si allarga poi ai «contatti stretti» dei possibili contagiati e servono giorni per tornare alla normalità.
Succede così che la gente venga sorpresa dall’ordine improvviso di restare confinata in casa fino alla cessazione dell’allarme, senza poter uscire a fare la spesa; vengono chiusi anche i mercati per evitare che si trasformino in amplificatori del focolaio. Meglio dunque tenere sempre scorte di riso e scatolette, dice alla popolazione il Ministero del Commercio.
I numeri comunicati da Pechino dicono che la linea della «tolleranza zero» per i contagi ha protetto la Cina dalle diverse ondate che si sono susseguite nel resto del mondo mano a mano che i governi allentavano le misure di prevenzione sanitaria grazie all’avanzata della campagna di vaccinazione. Ora la Cina, che pure ha somministrato oltre 2,2 miliardi di dosi ai suoi cittadini, è rimasta l’unico Paese al mondo a restare ancorato alla massima allerta.
Secondo la Commissione sanitaria nazionale, la strategia dei lockdown mirati e dei tamponi continui per rincorrere anche i focolai più piccoli è vincente «relativamente a basso costo» e presumibilmente destinata a durare ancora a lungo, fino a quando il resto del mondo non sarà uscito dalla pandemia».
Non tutti i cinesi sono d’accordo: su Weibo, il Twitter mandarino, qualcuno protesta dicendo che «il costo può essere basso per il governo, ma non per la gente comune».
L’invito a premunirsi con scorte alimentari ha causato sui social media cinesi un’altra preoccupazione, non sanitaria ma «politica»: sono circolate voci allarmate sul dubbio che possano crescere le tensioni con Taiwan e quindi con gli Stati Uniti che hanno promesso di difendere l’isola. Subito è intervenuto l’«Economic Daily» giornale statale che ha invitato la gente a non farsi guidare da una «immaginazione iperattiva».
La direttiva ministeriale si basa solo sui rischi di chiusure temporanee e mirate per contenere focolai di coronavirus e sulle previsioni di un inverno dal clima inclemente.
Infatti, un altro problema per gli approvvigionamenti alimentari è stato causato dalle alluvioni delle scorse settimane nella provincia dello Shandong, particolarmente importante per la produzione della verdura: i prezzi al dettaglio sono aumentati.
CINA
Un solo caso positivo da Covid è bastato alle autorità cinesi per chiudere a tempo indeterminato il Disneyland Shanghai. Il parco ha chiuso da oggi i battenti dopo l'individuazione di un visitatore risultato positivo al virus. Nel Paese si sono registrati 92 nuovi casi, il numero più alto da settembre, e per questo proseguono le severe politiche che perseguono, ad ogni costo, l'obiettivo zero contagi.
Il tempestivo e drastico intervento delle autorità è volto a mettere in sicurezza il Paese anche in vista delle Olimpiadi invernali di Pechino del prossimo febbraio. In questo contesto lo Shanghai Disneyland Park, inaugurato nel 2016, ha chiuso immediatamente dopo la scoperta di un caso positivo in una visitatrice rientrata da un viaggio in una provincia vicino a Shanghai.
La data di riapertura non è stata specificata. Il parco ha proceduto allo screening del personale e dei visitatori e da questa mattina sono già 34.000 le persone sottoposte al test del Covid, secondo quanto riferito dal municipio di Shanghai. In un video diffuso dai media ufficiali, si possono vedere dipendenti in tute protettive che testano i visitatori tra i fuochi d'artificio sopra l'iconico castello di Disneyland. Tutti i test sono risultati negativi, ma adulti e bambini che hanno visitato il parco negli ultimi giorni dovranno comunque astenersi dall'andare a scuola o al lavoro per almeno 48 ore e sottoporsi a ulteriori test.
Due giorni prima, il parco degli Universal Studios di Pechino, aperto alla fine di settembre, aveva annunciato casi di contatto con contagiati tra i suoi visitatori del fine settimana precedente. Circa 6 milioni di cinesi in totale sono attualmente in isolamento a causa dell'ultimo focolaio, la maggior parte nella grande città di Lanzhou, 1.200 km a ovest di Pechino. La situazione è «grave e complessa», ha ammesso sabato un portavoce del ministero della Salute, sottolineando la velocità con cui il virus ha ripreso a circolare.