Estratto da www.ansa.it
Aumentano i casi in cui una persona potrà chiedere di accedere al suicidio medicalmente assistito mentre le singole vicende giudiziarie sul tema saranno esaminate volta per volta dai tribunali.
La sentenza della Consulta allarga le maglie sul fine vita con una rivoluzione a metà.
Vengono ribaditi i principi della "sentenza Dj Fabo" del 2019 ma i paletti fissati da quel verdetto sono stati spostati: nelle richieste dei pazienti non si terrà soltanto in considerazione il fatto che siano legati a delle macchine per la loro sopravvivenza. La nozione di sostegno vitale includerà anche alcune pratiche svolte dai caregiver o dai familiari che assistono la persona malata. E sul tema c'è anche una sorta di monito della Corte, che esprime "il forte auspicio che il legislatore e il servizio sanitario nazionale assicurino concreta e puntuale attuazione ai principi fissati dalla propria precedente sentenza".
Si apre un nuovo capitolo dopo il "caso dj Fabo", il giovane tetraplegico morto su sua richiesta in Svizzera con l'aiuto dell'attivista dell'associazione Coscioni, Marco Cappato, e su cui la Consulta si espresse nel 2019 basandosi sul riconoscimento del diritto fondamentale del paziente a rifiutare ogni trattamento sanitario praticato sul proprio corpo.
Quel verdetto stabiliva […] quattro condizioni richieste per permettere la pratica del suicidio medicalmente assistito: la richiesta deve essere di una persona che sia tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale.
Stavolta il pronunciamento […] riguarda l'aiuto fornito un anno e mezzo fa da Cappato e altri a un toscano 44enne, affetto da sclerosi multipla e accompagnato in Svizzera per praticare la stesso proposito di dj Fabo.
In questo caso il paziente non era legato a un trattamento di sostegno vitale […] , ma dipendeva totalmente dall'assistenza di altre persone per sopravvivere. E uno dei nodi della nuova pronuncia dei giudici della Corte è stato proprio il requisito del "trattamento di sostegno vitale", che finora si è prestato ad interpretazioni controverse e il cui significato - per la Consulta oggi - deve però essere correttamente tradotto.
Questo elemento deve essere interpretato dal servizio sanitario nazionale e dai giudici comuni "in conformità alla ratio della sentenza del 2019", chiarisce oggi la sentenza, aggiungendo che ci sono più casistiche di cui tenere conto, includendo "anche procedure - quali, ad esempio, l'evacuazione manuale, l'inserimento di cateteri o l'aspirazione del muco dalle vie bronchiali - normalmente compiute da personale sanitario, ma che possono essere apprese anche da familiari o 'caregivers' […]
La Corte ha inoltre precisato che "non vi può essere distinzione tra la situazione del paziente già sottoposto a trattamenti di sostegno vitale e quella del paziente che non vi è ancora sottoposto, ma ha ormai necessità di tali trattamenti". […]
L'arrivo di Marco Cappato e della madre di Fabiano Antoniani al momento di preghiera dedicato alla memoria di Antoniani, conosciuto come DJ Fabo © ANSA 16 suicidio assistito 4 suicidio assistito 1 suicidio assistito 1 valeria imbrogno 3 suicidio assistito 2