Roberto De Ponti per il “Corriere della Sera”
«Cara Sharon, ho pensato che ti sarebbe piaciuto. Con amore, Melina. Buon Natale». Il biglietto d' auguri accompagnava un regalo, un prezioso dipinto di fine 800 del pittore inglese Henry Scott Tuke, avvolto in una federa per cuscini. E quando Sharon lo ricevette dalle mani dell' amico Tony King, la mattina del 25 dicembre 1991, scoppiò in un pianto dirotto: non avrebbe mai potuto ringraziare la sua amica Melina perché era morta un mese prima, alle 18.48 di domenica 24 novembre, per una broncopolmonite causata dall' Aids.
I due nomi, Sharon e Melina, erano in realtà soprannomi drag che mittente e destinatario si erano affibbiati tra loro. «Sharon» è sir Elton John, l' uomo da 350 milioni di copie di dischi venduti.
«Melina» era Freddie Mercury, frontman dei Queen, scomparso a 45 anni nel pieno della sua maturità artistica. Melina come Melina Mercouri, l' attrice greca di «Mai di domenica», che pare venisse chiamata Freddie dagli amici. E quel regalo fu solo il primo dei tanti fatti post mortem da una delle voci più famose della storia del rock.
Elton John lo ha raccontato, commosso, nella sua autobiografia: «Ero sopraffatto, questo bellissimo uomo stava morendo di Aids e nei suoi ultimi giorni era riuscito in qualche modo a trovarmi un bel regalo di Natale. Per quanto triste fosse quel momento, è ciò a cui penso più spesso quando ricordo Freddie, perché rappresenta perfettamente il suo carattere».
Una personalità unica.
Poteva piacere o non piacere, la rockstar originaria di Zanzibar, ma della sua generosità persino esagerata nessuno ha mai potuto dubitare. Meraviglioso spendaccione, Mercury amava circondarsi di pezzi d' arte giapponese senza mai badare al prezzo, ma ciò che più lo divertiva era spendere in modo compulsivo per regali ad amanti e amici. «Molto più piacevole ricevere che dare. E poi i soldi sono miei, me li sono guadagnati lavorando, quindi li spendo come voglio.
È il bello di essere ricchi. Magari il denaro non compra la felicità, ma di sicuro può regalarla». Arrogante come avrebbe potuto esserlo solo un animale da palcoscenico.
Quello che probabilmente in pochi potevano immaginare è che Freddie avrebbe continuato a spendere per gli amici anche dopo morto.
Dal 1992, ogni anno, alla vigilia di Natale, dai magazzini Fortnum & Mason al 181 di Piccadilly parte un drappello di fattorini che, con molta discrezione, consegna cesti natalizi a vecchi amici, nipoti e parenti di Mercury, una tradizione che prosegue ormai da 28 anni. Lo ha ammesso al Daily Mail , pur tra qualche reticenza, un portavoce del grande magazzino: «Crediamo sia un gesto delizioso e sì, qualche volta è successo». In realtà, è successo ogni anno.
Regali al nipote, soprattutto, e a Richard, il figlio maggiore dell' amore della sua vita, Mary Austin, che Mercury aveva fatto in tempo a conoscere e trattava come un nipote acquisito. «Freddie era uno zio perfetto» ha sempre ammesso la sorella Kashmira, mamma di Jamal Zook, lineamenti che tradiscono le origini parsi della famiglia. Regali ai vecchi amici, ai compagni di band, a colleghi e collaboratori. Che cosa contengano quei cesti non è dato sapere.
Ma alla fine, non è neppure così importante: «Basta un piccolo regalo, un gesto, un dettaglio... vale molto di più che se qualcuno ti compra il Big Ben!». Era l' idea di Mercury. Per capirci, Freddie teneva un quaderno con le date di compleanno di tutti gli amici, come ha rivelato il suo factotum Peter Freestone, «e lo aggiornava volta per volta».
Ed è arrivato addirittura a regalare se stesso. Lo ha fatto per Julian Mack, il figlio del produttore di numerosi dischi dei Queen, che per il suo dodicesimo compleanno si fece promettere da «zio Freddie» che si sarebbe presentato alla festa con addosso l' improbabile costume da gamberone gigante con cui aveva girato il video di «It' s a hard life». L' aveva chiesto come regalo. «Se posso indossarlo in scena, posso farlo anche a una festa» si fece coraggio Freddie prima di irrompere nel salone di casa Mack fra torte, giocattoli, palloncini colorati e ragazzini urlanti.
Così, ogni anno, il 24 dicembre Mercury torna in vita per i suoi cari come un personaggio del Canto di Natale di Dickens. Il prototipo dei destinatari, Elton John, non ha dubbi: «Nella morte, mi ha ricordato ciò che lo ha reso così speciale in vita». In effetti, un ottimo sistema per rimanere immortali.
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