LA CONTROFFENSIVA UCRAINA ARRANCA MA C’È UN FRONTE IN CUI KIEV STA VINCENDO: IL MAR NERO – LE NAVI RUSSE VENGONO AFFONDATE CON I DRONI MARITTIMI, E PUTIN È IN DIFFICOLTÀ – IL PORTAVOCE DELLA MARINA, DMYTRO PLETENCHUK: “QUANDO LA RUSSIA HA INIZIATO L’INVASIONE SU LARGA SCALA, AVEVA 13 NAVI DA SBARCO NEL MAR NERO. SOLO CINQUE ORA SONO RIPARABILI…” – IL PORTO DI ODESSA LAVORA SENZA SOSTA, E LE ESPORTAZIONI SONO RIPRESE A PIENO REGIME…

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1. «CON I DRONI MAGURA AVANZIAMO NEL MAR NERO»

Estratto dell'articolo di Marta Serafini per il “Corriere della Sera”

 

putin zelensky putin zelensky

Gli ucraini hanno ben poco da festeggiare in questo secondo anniversario dell’invasione russa ma c’è un fronte che sta dando soddisfazioni a Kiev. Ed è quello del Mar Nero. A metà febbraio, l’intelligence della difesa ucraina ha annunciato di aver attaccato e distrutto una grande nave da sbarco della flotta russa del Mar Nero, la Caesar Kunikov , con droni marittimi al largo delle coste della Crimea.

 

L’affondamento della Kunikov è solo l’ennesimo colpo di una Marina che […]sta usando l’innovazione tecnologica a suo vantaggio. «In due anni abbiamo distrutto o messo fuori uso più di 20 navi russe nella regione, un terzo della flotta totale russa del Mar Nero permettendo così al Paese di non bloccare l’esportazione del grano. Un vantaggio per noi e per il mondo intero», spiega al Corriere Dmytro Pletenchuk, portavoce della Marina ucraina.

 

Dmytro Pletenchuk Dmytro Pletenchuk

[…] Cosa sta accadendo nel Mar Nero?

«I russi sono costretti a rimanere per lo più nella parte orientale, presso la base di Novorossijsk, e chiedono anche alla base di Sochi di disperdere le navi. L’uso di portamissili da crociera in grado di attaccare il territorio ucraino sta diventando sempre più difficile perché ora tutta la logistica della flotta deve fare capo a Sebastopoli».

 

Lei stesso dopo l’affondamento della Kunikov ha confermato l’utilizzo di droni marini...

Nave russa Novocherkassk distrutta da un attacco ucraino in Crimea Nave russa Novocherkassk distrutta da un attacco ucraino in Crimea

«Sì. Sia l’attacco della Kunikov che quello precedente […] sono stati compiuti grazie all’impiego dei Magura (Maritime Autonomous Guard Unmanned Robotic Apparatus, ndr ), che prendono il nome dalla dea del mare».

 

Secondo la Cnn, il Magura è lungo circa 5 metri e ha un’autonomia di circa 450 miglia nautiche, ha un carico di 320 chili, sufficiente a causare gravi danni alla maggior parte delle navi. È anche manovrabile e quindi in grado di eludere i cannoni difensivi delle navi…

la nave russa ivanovets affondata dagli ucraini in crimea 6 la nave russa ivanovets affondata dagli ucraini in crimea 6

«L’evoluzione del Magura è costante. Anche il sabotaggio e gli attacchi missilistici contro i radar russi e altre installazioni in Crimea hanno contribuito a indebolire la capacità dei russi di controllo nel Mar Nero. Lo stesso vale per le operazioni speciali contro gli impianti di trivellazione occupati dai russi e l’espulsione dall’Isola dei Serpenti nel 2022. Diciamo che la situazione è in costante evoluzione».

 

Quando è iniziato l’impiego di questo tipo di arma?

«Una delle principali navi da sbarco della flotta del Mar Nero, la Olenogorsky Gornyak , è stata danneggiata da un drone marittimo nel suo porto di Novorossiysk in agosto, pochi giorni dopo il collasso della Black Sea Grain Initiative (l’accordo sul grano, ndr )».

 

Zelensky stesso ha citato pubblicamente il Gruppo 13 che progetta e realizza il Magura 5. È finanziato da un’iniziativa privata?

DRONI MARITTIMI UCRAINI UTILIZZATI SUL MAR NERO DRONI MARITTIMI UCRAINI UTILIZZATI SUL MAR NERO

«Ovviamente non sono autorizzato a fornire dettagli. Ma quando la Russia ha iniziato l’invasione su larga scala, aveva 13 navi da sbarco nel Mar Nero. Solo cinque sono ora riparabili. […]».

 

2. AFFACCIATI SUL PORTO DI ODESSA, DOVE L'UCRAINA HA GIÀ VINTO

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

 

Prymorskyi Boulevard a Odessa sembra un teatro. Abitanti e visitatori si fanno foto dove dei cartelli timidi dicono che è proibito, ma alle loro spalle c’è il porto ed è un'emozione guardarlo lavorare, non si può non fotografare. E’ appassionante tutto quel movimento di braccia meccaniche, quei camion che vanno e vengono e poi lo scivolare dei mercantili sulle acque del Mar Nero, il mare di guerra.

 

DRONE MARITTIMO ATTACCA PETROLIERA SIG NEL MAR NERO DRONE MARITTIMO ATTACCA PETROLIERA SIG NEL MAR NERO

Offre uno spettacolo quotidiano, non c’è un programma, basta arrivare dal mattino presto fino alla sera, basta evitare di affacciarsi quando suonano gli allarmi antiaerei, perché quelli sono gli unici momenti in cui il porto si ferma, per poi rifarsi vivo, convulso, un parcogiochi dell’economia ucraina.  

 

[…] C’è il porto a dire che questa città è viva e a farsi guidare dal movimento delle gru, a sentire i tonfi, gli scivolii, i raspi sembra quasi di sentire un sussurro. Sembra ci sia una regia dietro al battito convulso di questa struttura e tutto si muove a un ritmo ben stabilito.

 

 

nave russa vasily bekh colpita nel mar nero 5 nave russa vasily bekh colpita nel mar nero 5

Basta fermarsi, guardare con attenzione, occorre poco ed ecco che irrimediabilmente appare chiaro. Mentre i macchinari si muovono, mentre i mercantili partono, mentre i silos si svuotano, tonfo dopo tonfo, fruscio dietro fruscio, eccoli che scandiscono tutti in coro: russkij voennyi karabl’ idi na chuj.

 

Non è un porto normale, ha la frenesia di un sabba, ma senza diavoli. E gli ucraini, odessiti e non, su Prymorskyi Boulevard ridono, perché a loro non sfugge questa coreografia di guerra e di rivalsa, la fotografano, commentano, quasi battono le mani, perché la storia ucraina nel Mar Nero è finora un successo duraturo e anche se la guerra è una questione di terra e di aria, senza questo fragore portuale il paese sarebbe in ginocchio.

 

PORTO DI ODESSA - FOTO DI MICOL FLAMMINI PORTO DI ODESSA - FOTO DI MICOL FLAMMINI

“Nave da guerra russa vaffanculo” (russkij voennyi karabl’ idi na chuj) fu il primo motto dell’invasione e veniva da questo mare laborioso e infestato. Ora che sono trascorsi due anni dall’inizio della guerra totale, l’Ucraina, che non è una potenza marittima, ha distrutto molte navi da guerra russe, “prima potevamo vederle da qui”, dice indicando il mare Dmytro Barinov, vice capo dell’Uspa, l’autorità che sovrintende tutti porti ucraini.

 

BOMBARDAMENTI RUSSI SUL PORTO DI ODESSA BOMBARDAMENTI RUSSI SUL PORTO DI ODESSA

“Ora non si avvicinano più, sanno che possono essere colpite”.  […] “Quella nel mare è la grande vittoria dell’Ucraina del 2023, anche se è stata oscurata dalle necessità di terra: è più difficile spiegare la battaglia navale”, dice al Foglio Yaroslav Trofimov, giornalista del Wall Street Journal nato in Ucraina e autore del libro Our enemies will vanish.

 

“Gli ucraini hanno colpito decine di navi, soprattutto quelle che servivano agli attacchi anfibi, erano vecchie navi grandi che un tempo venivano prodotte nei cantieri di Danzica. Poi Kyiv è arrivata fino al porto russo di Novorossiysk, ed è stato un messaggio per l’esercito russo, voleva dire che gli ucraini avevano trovato il punto debole e potevano arrivare ovunque. Il risultato è stato che il porto di Odessa ora esporta a pieno ritmo”.

 

vladimir putin vladimir putin

Allontanate le navi russe […], l’esercito ucraino ha provveduto a tracciare delle rotte sicure, a creare un corridoio senza rischi di cui gli armatori potessero fidarsi. Poi c’è il lavoro del porto, che dal 24 febbraio ha cercato in ogni modo di rimanere attivo. “Il porto – dice Barinov – è la porta dell’Ucraina. Siamo stati fermi per i primi sei mesi dell’invasione, poi sono arrivati gli accordi del 20 luglio del 2022 e nonostante le nostre infrastrutture fossero state ferme e sotto attacco, il primo agosto siamo stati in grado di garantire la partenza del primo mercantile.

 

Abbiamo partecipato alle ispezioni a Istanbul, come era previsto dagli accordi, e in ottobre avevamo registrato tre milioni e trecentomila tonnellate di beni, grano e metalli. Da quel momento la Russia ha iniziato a rallentare le ispezioni,  le faceva durare ore dicendo che non poteva limitarsi a controllare soltanto il carico ma doveva fare le cose in modo più approfondito. Poi ai russi era diventato impossibile lavorare dopo le tre del pomeriggio: insomma, le intenzioni erano chiare”.

BOMBARDAMENTI RUSSI SUL PORTO DI ODESSA BOMBARDAMENTI RUSSI SUL PORTO DI ODESSA

 

[…] C’è una grande Odessa e c’è una piccola Odessa, la piccola è il porto della città, la grande invece è costituita da tre strutture: Odessa, Chornomorsk e Pivdenny. “Tra la città e il porto – spiega Barinov –  c’è una storia di simbiosi, hanno la stessa età, 230 anni. La storia di intere famiglie è legata al porto, se la struttura sta bene, la città sorride”.

 

E infatti Odessa sorride e Oksana Alekseeva, che dal 2014 lavora come volontaria per sostenere i soldati e le loro famiglia, racconta che questo sorriso è sublime e immodesto, “viene chiamato il sorriso di Dio, ma poi, dal sorriso gli odessiti sanno tirare fuori i denti”.

 

drone ucraino abbatte una nave russa nel mar nero 3 drone ucraino abbatte una nave russa nel mar nero 3

[…] Odessa è un successo e oggi si sente più sicura, può guardare il teatro del porto, sente la guerra ma si beffa dei pessimisti. In dieci anni di conflitto questa città si è trasformata, ha sempre saputo di essere un centro del mondo, desiderata e sfrontata, fraintesa in malafede: “Nel 2014 l’idea di Putin non era di fermarsi alla Crimea, ma era andare avanti fino a Odessa, prendere quella che lui chiama ancora Novorossija.

 

Davvero pensava che le regioni dell’est dell’Ucraina sarebbero volute diventare russe – spiega Trofimov – nel 2014 esisteva una componente di popolazione filorussa, legata alla speranza che con la Russia si sarebbe potuti stare meglio, con stipendi più alti.

 

il bunker nel villone di putin sul mar nero il bunker nel villone di putin sul mar nero

E Putin credeva che in uno stato come l’Ucraina, che quell’anno sembrava cadere a pezzi, i cittadini non ci avrebbero pensato due volte a cambiare paese. Aveva sovrastimato la simpatia filorussa che si è infranta quando gli ucraini hanno iniziato a vedere come si viveva nella parte del paese che la Russia iniziava a occupare, vedevano il caos, la povertà, la criminalità e le illusioni sono svanite, Mosca ha smesso di essere sinonimo di benessere.

 

cattedrale della trasfigurazione di odessa distrutta 3 cattedrale della trasfigurazione di odessa distrutta 3

In questi dieci anni è successo che l’est dell’Ucraina è diventato più antirusso del resto del paese perché ha subìto le conseguenze più gravi delle ambizioni di Mosca, ma Putin non ha colto i cambiamenti di questi dieci anni, per questo ha mandato un esercito piccolo e impreparato che ha incontrato invece una resistenza determinata di persone che tra l’Ucraina e la Russia non avevano più nessun dubbio”. Odessa è tra le città senza dubbi, sorride, ma se Putin si avvicina tira fuori i denti.

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