Titti Beneduce per "Il Corriere del Mezzogiorno"
Era arrivato all’ospedale San Giovanni Bosco da un paio di giorni, in condizioni disperate: ieri mattina l’anziano, proveniente da Ponticelli, è morto nonostante gli sforzi dei medici. E i familiari — una nutrita pattuglia formata da undici figli, generi, nuore e nipoti — hanno sfasciato il reparto di Terapia intensiva perché pretendevano di portare a casa la salma.
Un fenomeno non nuovo (in passato è capitato anche che tentativi del genere riuscissero, per esempio al Cardarelli) che però ha riportato l’attenzione sulla sicurezza degli ospedali, delle persone che ci lavorano e dei ricoverati.
Il direttore generale dell’Asl Na1 Mario Forlenza giudica l’accaduto «un fatto gravissimo» e annuncia che oggi chiederà al questore Antonio De Iesu un incontro urgente per ripristinare il drappello di polizia, abolito negli anni scorsi con l’obiettivo di «recuperare» agenti.
Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, quando i familiari — almeno una cinquantina — hanno saputo della scomparsa del loro caro, hanno chiesto con insistenza al personale in servizio di avere la disponibilità della salma per portarla a casa e vegliarla in attesa dei funerali.
Una richiesta impossibile da esaudire, dal momento che per legge devono trascorrere alcune ore prima che il feretro sia «liberato». La tensione ha cominciato a salire fino a che alcuni dei presenti hanno perso le staffe e, inveendo contro medici e infermieri, hanno rotto una vetrata del reparto di Rianimazione.
Alcuni di loro si sono spinti fino al Pronto soccorso e alla Direzione sanitaria, mentre altri si sono accaniti contro le guardie giurate nel frattempo intervenute per riportare la calma.
Proprio le guardie giurate, che si sono viste circondate da decine di individui scalmanati, hanno chiesto l’arrivo dei carabinieri; diverse le pattuglie inviate al San Giovanni Bosco dalla centrale operativa. È bastato che si sentisse il suono delle sirene perché molti di quelli che avevano preso parte alla protesta si allontanassero.
Altri lo hanno fatto quando i militari hanno spiegato che mettere o meno la salma a disposizione dei familiari non è una facoltà degli operatori sanitari in servizio, ma una procedura che deve seguire regole precise. I carabinieri stanno ora raccogliendo testimonianze per individuare i più violenti tra quelli che hanno protestato, che saranno denunciati per danneggiamento.
L’episodio preoccupa molto Mario Forlenza: «È inaccettabile che un ospedale sia sfasciato da un gruppo di violenti che mette a repentaglio l’incolumità del personale. Chiederò al questore un incontro urgente per sollecitare il ripristino del drappello di polizia.
Questa richiesta, per la verità, l’avevo già fatta in una recente riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza almeno per il Loreto Mare e il San Giovanni Bosco, ospedali di frontiera. Le guardie giurate non sono pubblici ufficiali e in certi ambienti non sono nè rispettate nè temute».