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Gli scienziati che lavorano sull'intelligenza artificiale hanno annunciato il prossimo passo avanti: raggiungere la "coscienza robotica".
Se da un lato l'argomento per molti è entusiasmante e potrebbe essere la scoperta più significativa fatta dall'uomo, dall'altro, alcuni ricercatori sono cauti riguardo a ciò che potrebbe significare per l'umanità.
In un'intervista al "The New York Times", Hod Lipson, ingegnere meccanico della Columbia University, ha parlato della coscienza robotica, del suo significato e del perché sia un argomento così controverso.
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«Questo argomento era un tabù" - ha detto - Ci era quasi proibito parlarne, così all'inizio ho dovuto camuffarlo, come se fosse qualcos'altro».
All'inizio della sua carriera, Lipson stava lavorando su macchine in grado di imparare ad adattarsi ai cambiamenti, cosa che gli animali e gli esseri umani sanno fare molto bene.
Dal momento che i robot stanno diventando sempre più importanti, dal posto che occupano nelle nostre case a quello che occupano negli interventi chirurgici, Lipson era interessato a progettare i migliori compagni possibili.
«Stiamo letteralmente per consegnare la nostra vita nelle mani di un robot - ha detto - Vogliamo che queste macchine siano resistenti».
Sebbene ora sia in grado di parlare di coscienza nei robot senza dover affrontare tanti ostacoli, l'argomento rimane complesso e spinoso.
«Se riusciremo a creare una macchina che avrà una coscienza pari a quella umana, questo eclisserà tutto ciò che abbiamo fatto fino ad ora. La macchina stessa potrà curare il cancro».
Sebbene la coscienza rappresenti il prossimo grande passo, si tratta di una questione difficile, in quanto molti non hanno un modo concreto per definire e misurare un'idea così complessa ed elevata.
La definizione di coscienza data da Lipson è la capacità di "immaginare se stessi nel futuro".
Le sue macchine sono progettate con l'obiettivo di evolversi e imparare, non solo reagendo al mondo circostante, ma immaginando come migliorare le proprie prestazioni in futuro.
«Alla fine queste macchine saranno in grado di capire cosa sono e cosa pensano, questo porterà alle emozioni e ad altre cose» dichiara.
La più recente macchina autocosciente di Lipson è un braccio a due articolazioni fissato a un tavolo. I ricercatori hanno circondato il robot con telecamere e lo hanno osservato mentre si muoveva e imparava a guardarsi.
Nel corso di un paio d'ore, grazie a un algoritmo, il robot è stato in grado di riconoscersi dall'ambiente circostante.
Anche se si può discutere se la coscienza sia stata raggiunta o meno, di sicuro si può dire che i piani siano stati messi in moto.
coscienza robotica robot riconosce se stesso