Davide Zamberlan per "Il Giornale"
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Le parole pronunciate da Boris Johnson lunedi sera hanno innestato un'aspra polemica politica nel Regno Unito, sullo sfondo della drammatica carneficina causata dalla pandemia nelle residenze per anziani nel Paese. Secondo gli ultimi dati elaborati dall'ufficio di statistica inglese, sono stati finora quasi 20mila i morti con CV19 nelle case di riposo. Se si considera l'eccesso di morti rispetto alla media degli ultimi 5 anni si giunge a 30mila decessi in piu.
La dichiarazione di Johnson ha scatenato la reazione furiosa di molti dirigenti di strutture per anziani e unioni sindacali, che invece puntano il dito contro la negligenza governativa: <
Un intervento, quello del primo ministro, definito <
Lo sforzo medico-governativo venne convogliato verso gli ospedali per recuperare il ritardo in termini di posti letto di terapia intensiva, dispositivi di protezione medica, ventilatori, test. L'uscita quantomeno maldestra di Johnson evidenzia il tentativo del governo di condividere con le case di riposo strutture generalmente private parte del fallimento gestionale e segnala la volonta di rivedere le regole.
Ieri il ministro della sanita Hancock ha cercato in parlamento di correggere il tiro, elogiando la condotta delle case di riposo e affermando come il governo stia modificando i propri protocolli a mano a mano che aumenta la conoscenza del virus.
Nessuna marcia indietro pero da parte del portavoce di Johnson: ha voluto dire che nessuno conosceva all'inizio quali sarebbero state le procedure corrette perche non era chiaro il ruolo degli asintomatici nella trasmissione del virus. E ai giornalisti che gli hanno chiesto se il primo ministro non si scusa ne si pente delle dichiarazioni di lunedi la risposta e stata un ripetuto, automatico: le case di riposo hanno fatto un lavoro brillante in circostanze molto difficili.
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