Chiara Viglietti per “la Stampa”
incidente stradale causato da cinghiale
È stata una roulette russa. Poteva toccare a lui, Daniele Robaldo. Ma un'auto lo ha superato: quando un battito d'ali decide del tuo destino. A bordo una famiglia. Un attimo dopo lo schianto. «Ho visto l'auto volare, lei sbalzata fuori». Lei è una madre, Marisa Verdirose, 55 anni. Fa la commessa in un supermercato vicino. Tutta la sua vita è lì, in quel perimetro: anche casa, a un minuto dalla morte. La sua famiglia è su quell'auto: guida il marito, Davide Pipi, dietro ci sono due dei suoi tre figli, Simone e Daniel. Vedranno la madre morire.
incidente stradale causato da cinghiale
La loro auto, una Citroen, si trova nel momento sbagliato di fronte ad un animale che lì non doveva stare: un cinghiale in mezzo a una strada. Non in un bosco: ma nell'area industriale di un paese, Villanova Mondovì. Di sera. Così si muore: per assurdo, per azzardo. Sulla strada verso casa, dopo una cena con amici.
«L'ho vista, Marisa, mentre l'urto la sbalzava fuori. Mi sono fermato: era una scena irreale», racconta l'uomo scampato alla morte, Daniele Robaldo, commercialista. È solo davanti a quella famiglia disfatta: Marisa è a terra, sta morendo. Dei ragazzi ricorda dettagli, non nomi: «Un figlio era vestito di bianco, non era ferito, ma non parlava. L'altro, con un abito blu, era messo peggio. Le diceva: mamma, ti prego, non morire».
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Dentro, tra le lamiere, c'è ancora qualcuno: il padre, alla guida, l'uomo che si è trovato di fronte il cinghiale e ha avuto la reazione d'istinto, schivare, per finire in una cunetta che ha fatto da rimbalzo. Mortale. «Voleva scendere dall'auto, si dimenava, ma il volante gli aveva schiacciato lo sterno, rantolava. Io gli tenevo la testa e gli dicevo di resistere. Poi sono arrivati i soccorsi».
Il marito finisce a Cuneo: ha fratture multiple, è in terapia intensiva. I ragazzi vengono portati all'ospedale di Mondovì. «E non dimenticherò mai quella scena: loro che chiamavano la madre, uno l'ha presa tra le braccia, le parlava: non te ne andare.
Nessuno però osava dirgli, in quei minuti interminabili, che lei non c'era già più. Poi sono arrivati i medici, i carabinieri: e non li ho più visti». Fanno parte di una comunità molto unita: sono testimoni di Geova. Alcuni di loro, subito dopo l'incidente, sono arrivati sul posto. «Ho cercato di portare conforto, di aiutarli - racconta Emanuele Bianchi- .
Ci vogliamo bene, non li lasceremo soli».
Ma intanto ieri il vuoto è stato riempito dalla politica che da anni si rimbalza il problema. Una Cassandra, si direbbe. Perché proprio al mattino, a Roma, era in programma una conferenza stampa, con il Piemonte in testa, per chiedere soluzioni drastiche a un tema ingessato al punto da suonare come un ritornello stanco: se non si interviene sugli animali selvatici prima o poi succederà il peggio. Ecco, è successo.
Preceduto da altri incidenti: uno ogni 41 ore. E due volte su tre a causarlo sono cinghiali. Primi imputati tra gli animali selvatici che invadono le strade. Parola di Coldiretti, che ha sfogliato i dati dell'Osservatorio Asap: «In dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato: +81%. Nell'ultimo si contano 13 vittime e 261 feriti gravi».
Ma la situazione è ingovernabile anche fuori dalle strade. Pure in spiaggia, tre giorni fa, una donna è stata aggredita da un cinghiale alla Sturla, a Genova. Prima per un branco dietro il Vaticano è dovuta intervenire la polizia. E a Firenze un animale è stato visto girare indisturbato in viale Europa, una delle grandi arterie di traffico. A Palermo hanno ripreso un branco mentre rovistava tra la spazzatura alla periferia Sud: il caso è finito pure tra i banchi del consiglio comunale.
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