Estratto dell’articolo di Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”
Ha promesso di azzerare il deficit pubblico, fermare l’inflazione che ancora viaggia intorno al 240% annuo, far crescere l’economia del 5% nel 2025, ben oltre le stime della Banca centrale. Javier Milei, presidente iper-capitalista dell’Argentina, preannuncia un ritorno all’epoca d’oro delle «vacche grasse», quando la nazione sudamericana era, nelle sue parole, «il sesto Paese più ricco del mondo». Promesse.
Per il momento l’Argentina sembra in caduta libera. Secondo i dati diffusi dall’Istituto Nazionale di Statistica, riferiti al primo semestre del 2024, la povertà attanaglia il 52,9% della popolazione, con un aumento di 11 punti da quando Milei è salito al potere a dicembre.
javier milei - poverta in argentina
Equivale a 25 milioni di argentini. E ben il 18,1% (8,9 milioni) non supera la soglia di indigenza. Sono le peggiori cifre degli ultimi vent’anni. E la situazione rischia di aggravarsi ulteriormente a causa dei licenziamenti di massa. Il governo di Milei afferma che è la «disastrosa eredità» dei 12 anni di governi peronisti […]
«È vero che le eredità pesano - commenta il quotidiano argentino El Clarin -. Ma contano anche la scarsa qualità dell’occupazione, la liquefazione della spesa sociale, la paralisi dei lavori pubblici e l’aumento della disoccupazione». […]
Nonostante le massicce dimostrazioni di piazza, il turbo-capitalista va avanti con la sua politica di lacrime, sangue e (per ora) molta povertà.
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