DAGO SALVAVITA – GIANNI MILITO: TUTTO QUELLO CHE C’E’ SAPERE SULLE EMORROIDI, UN PROBLEMA CHE COLPISCE IL 30% DELLA POPOLAZIONE MONDIALE (SOPRATTUTTO DOPO I 50 ANNI) – LE CURE, I RIMEDI, I TRATTAMENTI: ECCO QUANDO E’ NECESSARIO L’INTERVENTO CHIRURGICO…

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Gianni Milito per Dagospia

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Quello delle emorroidi è un problema più frequente di quanto si possa pensare. Ad esserne colpito, infatti, è il 30% della popolazione mondiale adulta, laddove l'incidenza è maggiore tra chi ha superato i 50 anni di età e vive in una delle aree più sviluppate del pianeta.

 

Sono in molti dunque a soffrirne, ma non tutti sono disposti a parlarne con il proprio medico, vuoi per paura o per la semplice vergogna di sottoporsi ad una visita. Eppure si tratta di un disturbo fastidioso quanto facile da curare e prevenire, ricorrendo a sistemi semplici ed indolori. 

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Di contro il dolore è proprio la caratteristica predominante delle emorroidi che, se trascurate, interferiscono con le comuni attività della giornata causando senso di fastidio ed irritabilità. La definizione del termine emorroidi è molto semplice. Si tratta, infatti, di dilatazioni dei plessi artero-venosi dei cuscinetti posti all’interno del canale anale. Le emorroidi possono essere interne o esterne. Le emorroidi interne non fuoriescono dall'orifizio anale e si manifestano all’esterno soltanto durante l’evacuazione o gli sforzi fisici.

 

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Le emorroidi esterne invece sono generalmente visibili dall'esterno anche in assenza di sforzi fisici. La maggior parte delle persone che soffrono di emorroidi ingrandite possono talvolta avvertire dolore anale e spesso sangue nelle feci. La diagnosi di malattia emorroidaria si ottiene attraverso una accurata visita proctologica che oltre a porre attenzione alla storia clinica del paziente, prevede l’esplorazione rettale e l’esecuzione di esami strumentali. L’ispezione visiva consente di diagnosticare emorroidi prolassate, ragadi, fistole, ascessi.

 

L’esplorazione digitale si effettua introducendo il dito ben lubrificato nel retto, in questo modo si può valutare il tono dello sfintere anale, valutare eventuali masse ed è molto importante giungere ad una diagnosi corretta che escluda patologie simili.

 

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Per questo motivo la valutazione diagnostica prevede l’esame del canale anale attraverso l’anoscopia o di tutto il colon mediante la colonscopia. Questi esami permettono di stabilire il grado delle emorroidi e inoltre permettono di escludere neoplasie del grosso intestino. La classificazione delle emorroidi si articola su 4 gradi a seconda del prolasso. La scelta del trattamento più adeguato per risolvere il problema delle emorroidi e’ strettamente legato allo stadio della malattia. Nelle forme iniziali o comunque a scopo preventivo si possono ottenere risultati soddisfacenti apportando semplici modifiche alle abitudini alimentari, igieniche e allo stile di vita in generale.

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Se invece lo stadio e’ piu avanzato come nel caso delle emorroidi di secondo e terzo grado, lo stile di vita e l’utilizzo di medicamenti topici potrebbero non essere sufficienti ad ottenere un miglioramento della malattia. In questi casi sarà necessario ricorrere a trattamenti piu’ mirati come la legatura elastica: in maniera totalmente indolore, viene applicato alla base del gavocciolo emorroidario un anellino elastico che blocca l’afflusso di sangue. Il gavocciolo e l’anellino si distaccano dalla parete del canale anale dopo circa 12 giorni e vengono eliminati con le feci. La mucosa consolida dopo 1,2 settimane.

 

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Diverso è il caso delle emorroidi di terzo e quarto grado che devono essere trattate mediante un vero e proprio intervento chirurgico se si vuole risolvere il problema in maniera definitiva evitando al tempo stesso ulteriori ricadute. Ancora oggi molti pazienti hanno il terrore di accostarsi all’intervento chirurgico per paura del dolore post operatorio. Oggi l’intervento può dirsi estremamente più semplice, veloce e poco doloroso, si esegue in regime di day hospital con ripresa dell’attivita’ lavorativa molto più breve. Una volta tornato a casa è sempre opportuno seguire alcune misure assistenziali per prevenire complicanze. Per ridurre il dolore post operatorio si può ricorrere all’utilizzo di analgesici o antiinfiammatori.

 

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