Marco Azzi per “La Repubblica”
Pure da vivo lo veneravano come un "monumento" e dunque non stonerebbe di per sé che a Napoli vogliano onorare la memoria di Maradona dedicandogli due statue, in una città che si è già trasformata spontaneamente in un mesto sacrario a cielo aperto - tra altarini e murale - dallo scorso 25 novembre: la data della improvvisa scomparsa del rimpianto e amatissimo fuoriclasse argentino, che nel triennio magico tra il 1987 e il 1990 trascinò con la fascia di capitano sul braccio la squadra azzurra alla conquista degli unici due scudetti della sua storia. Il minimo era stato intitolargli coram populo lo stadio delle sue gesta, con un provvedimento d'urgenza che all'inizio di dicembre era stato condiviso sull'onda emotiva da tutti.
Sa invece di speculazione politica il blitz che a distanza di sette mesi hanno preparato gli amministratori locali, organizzando per giovedì prossimo la inaugurazione ufficiale dell'impianto di Fuorigrotta, che era stata finora rimandata per consentire la partecipazione dei tifosi alla cerimonia. L'accelerazione è stata dettata molto probabilmente dalla agenda elettorale, a dispetto dei contagi in risalita e del perdurante divieto di riempire le tribune. Ma a ottobre si dovrà votare per scegliere il nuovo sindaco e l'attuale consiglio comunale ha deciso per questo di rompere gli indugi, pur di non lasciare ad altri la organizzazione di un evento che avrà un'eco internazionale.
A Palazzo San Giacomo stanno pensando di ravvivare la atmosfera con uno spettacolo canoro, per rendere un po' meno spettrale il silenzio. Gli unici invitati saranno cinquecento bambini. Il Napoli invece non ci sarà, ufficialmente perché l'ex squadra di Maradona dovrà partecipare 48 ore dopo a una partita amichevole a Monaco di Baviera, contro il Bayern. In realtà ci sono però di nuovo di mezzo le storie tese tra il sindaco Luigi de Magistris e Aurelio De Laurentiis, l'uno contro l'altro addirittura nella commemorazione di Diego. Ognuno ha infatti la sua statua da esporre, a mo' di trofeo.
Il primo cittadino l'ha ricevuta in omaggio dall'artista Mimmo Sepe, il presidente azzurro ne ha commissionata una versione molto più sofisticata alla Fonderia Nolana in sinergia con l'ex manager del pibe de oro, Stefano Ceci: costo 60mila euro, per il valore aggiunto delle vere impronte di mani e piedi prese prima della sua scomparsa dal campione argentino. Nel bando per l'opera c'era un vincolo di segretezza e secondo Ceci è stato violato, visto che della statua regalata al Comune circolano dallo scorso marzo le foto. Per questo è scattata ieri una diffida e la questione finirà in tempi stretti in tribunale.
Ma il taglio del nastro è confermato per giovedì prossimo e de Magistris non rinuncerà a esibire la "sua" statua. De Laurentiis nel ritiro del Napoli in Val di Sole ha invece sposato la linea del silenzio, che somiglia tuttavia alla quiete prima della tempesta. Il presidente è difatti certo che il sindaco stia per compiere un goffo autogol, preparandosi a commemorare Maradona senza i tifosi e i tesserati della squadra azzurra. A ottobre sarà pronta anche l'altra statua e in autunno allo stadio potrebbero esserci di nuovo i 50 mila, Covid permettendo. Troppo tardi però per l'agenda elettorale, anteposta al buonsenso e all'ennesima brutta figura.
Statua Maradona statua di maradona Statua Maradona