Alessandra Balla per la Repubblica
Il nuovo saggio di Elisabetta Moro e Marino Niola tra reportage e antropologia di un tesoro nazionale Ci troviamo sulla collina di Pozzuoli, ospiti del liberto Trimalcione, ma potremmo essere in qualsiasi altra tavola imbandita del Mediterraneo. Le pietanze descritte da Petronio sono solo l' entrée di un menù ideale, che si articola come un tour enogastronomico-culturale nelle coste e nel sud Italiano.
In Andare per i luoghi della dieta mediterranea (il Mulino), ultimo libro di Elisabetta Moro e Marino Niola, antropologi e direttori del MedEatResearch dell' università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ogni piatto è il pretesto utile per parlare di usanze e modi capaci di rendere la dieta mediterranea, più che una cura, un' atavica necessità della nostra penisola. Vivere fino a cento anni si può? Oggi più che ieri possiamo affermare con certezza di sì, e uno studio, quello condotto dal MedEatResearch, lo conferma.
Il cibo e le abitudini alimentari sane allungano la vita, donando alla longevità non solo un' accezione quantitativa. Il concetto di dieta mediterranea, riconosciuta nel 2010 dall' Unesco patrimonio culturale dell' umanità, non nasce nel nostro grembo, ma lo dobbiamo a due scienziati americani.
Sono Ancel e Margaret Keys che nel dopoguerra ebbero l' illuminazione di studiare l' alimentazione del nostro sud, cercando di capire per quale motivo gli italiani, pur mangiando in maniera più povera degli americani, riuscissero a vivere più a lungo e senza essere affetti da malattie cardiovascolari.
COPERTINA DEL LIBRO DI ELISABETTA MORO E MARINO NIOLA
Andare per i luoghi della dieta mediterranea, tra la guida e il romanzo storico, mostra quanto sia totalmente democratica la gastronomia italiana, fatta di cibi umili che diventano ricchissimi, di pietanze e ricette capaci di far vivere bene. E nello stesso tempo svela come la triade sacra del Mediterraneo, fatta di olio, grano e vino, entri nel tessuto sociale e culturale di paesini e di borghi remoti.
È un viaggio che ripercorre la cultura culinaria italiana attraverso i luoghi e i sapori e non è semplice, e forse non è utile, saper dove finiscano i primi e dove inicino i secondi.
Dal barocco ricercato, morbido come le mandorle siciliane, passando per le coste di Amalfi e del Cilento, fino alla terra degli incantesimi salentini, questa guida, per buongustai della cultura nostrana, racconta non solo il cibo ma la memoria. Il tutto è condito da quella convivialità e socialità di un popolo che ha ereditato uno stile di vita che ha conquistato il mondo.
Nelle strade del gusto, attraverso tradizioni locali e retaggi culturali del mondo classico, si scoprono ricette che hanno resistito nel tempo. Tra vecchi monasteri, quartieri popolari e leggende passate, la pancia si riempie di odori, prodotti e ingredienti segreti fatti di persone e tradizioni. Nel banchetto del Mediterraneo: «Non ci sediamo a tavola per mangiare e bere, ma per mangiare e bere insieme».