Gaetana D'Amico per l'ANSA
La situazione delle donne in Afghanistan continua a peggiorare. Con un annuncio shock, i talebani hanno detto che inizieranno a lapidare a morte in pubblico le donne accusate di adulterio, rivendicando il diritto di far rispettare la sharia (la legge islamica). Nel proclamarlo con un messaggio vocale trasmesso dalla tv di Stato, il leader supremo, Hibatullah Akhundzada, ha voluto avvertire principalmente coloro che, in Occidente, criticano il governo talebano, che Akhundzada controlla di fatto da Kandahar, attraverso editti basati sulla sua interpretazione rigorosa dell'Islam.
Nel messaggio il mullah, che nessuno ha mai visto, ha definito i difensori dei diritti umani occidentali "rappresentanti del diavolo". "Voi dite che è una violazione dei diritti delle donne quando le lapidiamo. Ma presto attueremo la punizione per l'adulterio", ha detto. "Fustigheremo le donne in pubblico. Le lapideremo in pubblico. Sono tutte cose che vanno contro la vostra democrazia, ma continueremo a farlo", ha proseguito. Il leader supremo ha giustificato la mossa come il proseguimento della lotta dei talebani contro le influenze occidentali.
"Il nostro lavoro non si è concluso con la conquista di Kabul, ma è appena iniziato", ha aggiunto. La notizia è stata accolta con orrore, ma non con sorpresa, dai gruppi per i diritti delle donne afghane, secondo i quali lo smantellamento di ogni diritto e protezione residua per i 14 milioni di donne e ragazze del Paese è ormai quasi completato. Secondo Safia Arefi, avvocata e responsabile dell'organizzazione afghana 'Women's Window of Hope', l'annuncio dei talebani è stato favorito dal silenzio della comunità internazionale.
"Con questo annuncio, è iniziato un nuovo capitolo di punizioni e le donne afghane stanno vivendo una profonda solitudine", ha detto Arefi, citata dal Guardian. "Ora nessuno è al loro fianco per salvarle dalle punizioni talebane. La comunità internazionale ha scelto di rimanere in silenzio di fronte a queste violazioni dei diritti delle donne", ha aggiunto. I talebani hanno ripreso il potere nell'agosto del 2021, in seguito al crollo del governo sostenuto a livello internazionale e al ritiro di tutte le truppe occidentali guidate dagli Stati Uniti dopo quasi 20 anni di coinvolgimento nella guerra afghana.
Da allora il regime ha bloccato l'istruzione femminile oltre le scuole elementari e ha imposto crescenti restrizioni alla partecipazione delle donne nei luoghi di lavoro pubblici e privati, impedendo loro di lavorare con l'Onu e altre organizzazioni umanitarie. Ma il mullah giustifica queste misure affermando di seguire la cultura afghana e i principi islamici.
TUTTO FA PATRIARCATO – CHE C’AZZECCA LA GUERRA IN MEDIORIENTE CON LA LOTTA FEMMINISTA? UN CAZZO: MA PER LE ATTIVISTE DI “NON UNA DI MENO” OGNI SCUSA È BUONA PER ATTACCARE IL “MASCHIO”. E COSÌ, L’8 MARZO, SCENDERANNO IN PIAZZA ANCHE CONTRO ISRAELE: “SCIOPERARE CONTRO IL PATRIARCATO SIGNIFICA RECLAMARE L’IMMEDIATO CESSATE IL FUOCO SU GAZA PER FERMARE IL GENOCIDIO”. OVVIAMENTE È UNA SCUSA PARACULA PER AVERE PIÙ GENTE ALLA MANIFESTAZIONE. PIUTTOSTO, PERCHÉ NON CONDANNANO I TERRORISTI ISLAMICI DI HAMAS, CHE LE VORREBBERO TUTTE IN BURQA? DAGOSPIA DEL 5 MARZO 2024
Hibatullah Akhundzada - LEADER SUPREMO TALEBANI afghanistan talebani donne picchiate
Donne afghane Haibatullah Akhundzada talebani 2 Hibatullah Akhundzada