ECATOMBE NEGLI OSPIZI - BLITZ DELLA FINANZA: PERQUISITE LE SEDI DEL PIO ALBERGO TRIVULZIO DI MILANO - NELL'INCHIESTA APERTA DALLA PROCURA PER LE MORTI SOSPETTE RISULTA INDAGATO IL DIRETTORE GENERALE GIUSEPPE CALICCHIO PER EPIDEMIA COLPOSA E OMICIDIO COLPOSO – UNA STRAGE ALL'ISTITUTO AUXOLOGICO: 50 MORTI SU 150 OSPITI – “SENZA PROTEZIONI PER SETTIMANE”…

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(ANSA) La Gdf di Milano sta effettuando perquisizioni nelle sedi del Pio Albergo Trivulzio di Milano nell'inchiesta aperta dalla Procura. E' quanto apprende l'ANSA.

PIO ALBERGO TRIVULZIO PIO ALBERGO TRIVULZIO

 

 

LA CATASTROFE NELLE CASE DI RIPOSO DI MILANO

Gianni Santucci per il “Corriere della Sera”

 

Il 25 marzo il figlio della signora Vanda Oriani, 97 anni, riceve una telefonata dall' Istituto Auxologico. Una dottoressa dice: «Sua mamma è positiva al coronavirus». La stessa propone: «Potremmo trattarla con la clorochina (il farmaco antimalarico che si sta rivelando efficace contro il Covid-19, ndr ), è una cura un po' pesante a quell' età. Vogliamo provare?». Il figlio Ennio approva il trattamento. Passano circa due settimane. Il 10 aprile, venerdì scorso, in una video-chiamata dall' ospedale la signora Oriani parla col figlio: sta bene, è lucida, chiede della pronipote, la piccola Matilde. La signora, alla sua età, è guarita. La brava dottoressa che l' ha curata dice che è una sorta di «medaglia».

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Una speranza in mezzo alla catastrofe che sta decimando gli anziani nelle case di riposo di Milano. Ma dentro strutture che non hanno saputo impedire l' ingresso del virus, e che sono andate in sofferenza perché la malattia ha poi colpito anche medici e infermieri, possono accadere anche disastri come quello che al figlio della signora Oriani viene annunciato, con una nuova telefonata, alle 16 dell' 11 aprile: «Sua madre è caduta dalla sedia a rotelle, è stata in ospedale». Non gli dicono neppure dove. È lui a dover capire che si trova al «Policlinico».

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Diagnosi: frattura scomposta del femore. Ad oggi, la situazione è questa: «I medici del Policlinico, con grandissima professionalità, mi hanno spiegato che le conseguenze di una frattura del genere, senza un' operazione, potrebbero portare alla morte in pochi giorni - spiega il figlio al Corriere -. Dunque mia madre, guarita dal coronavirus, verrà operata, con tutti i rischi per una persona di quell' età.

Dall' Auxologico mi hanno detto che si sarebbe sfilata la cintura di contenimento della carrozzina e sarebbe caduta nel tentativo di alzarsi. Spiegazioni vaghe e imprecise».

Ecco cosa sta accadendo, dentro una delle strutture che dovrebbe rappresentare l' eccellenza della sanità privata in Lombardia (quella a cui il bilancio regionale assicura mastodontici flussi di denaro).

Nella residenza per anziani dell' Auxologico a Milano, in via Mosè Bianchi, 150 ospiti e retta da 3 mila euro al mese, il virus è entrato e gli anziani sono stati decimati. Medici e dipendenti ripetono che gli ambulatori sono rimasti aperti per settimane dopo l' inizio dell' epidemia e che s' è continuato a lavorare senza protezioni. Per quanto ricostruito dal Corriere , sono morti almeno 50 anziani. Vuol dire uno su tre. Una strage, con proporzioni ancor più devastanti rispetto alle Rsa più «famose», come il Trivulzio o la «Don Gnocchi».

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La signora Carla Mangiacavalli, 92 anni, si è spenta il 30 marzo. La figlia Enrica racconta: «Quando le cose sono iniziate a precipitare, è stato sempre più difficile avere informazioni. Nessuno rispondeva al telefono, abbiamo passato giorni di angoscia. A un certo punto mi hanno detto: "Trattiamo tutti come Covid, stiamo facendo spostamenti, isolamenti". Poi abbiamo saputo che avevano iniziato a fare i tamponi, e quando mi ha chiamato una dottoressa, le ho chiesto: "Mia madre è positiva?". "No, è morta". Ho insistito: "Ma era positiva?". A quel punto mi è stato riferito che "si era positivizzata". Là dentro sta avvenendo una mattanza. Siamo riusciti a far passare la bara sotto casa, per un saluto e una benedizione.Quello è stato il funerale».

PIO ALBERGO TRIVULZIO PIO ALBERGO TRIVULZIO

 

Il signor Anacleto Baglio, 87 anni, è morto alle 8.45 di domenica 5 aprile. Dal 16 marzo al venerdì prima del decesso, «ho ricevuto cinque video chiamate - racconta la figlia - e quelle sono state importanti per mia madre, che voleva vederlo; erano sposati da 60 anni. Io ero sempre più preoccupata per l' aspetto medico, ma le informazioni erano poche. Ha fatto due tamponi, entrambi negativi. Il venerdì mi hanno solo detto che mangiava un po' meno.

ANZIANA IN OSPIZIO ANZIANA IN OSPIZIO

 

Attraverso il telefono si sono dati un bacio con la mamma. Domenica mattina ricevo una telefonata e chiedo: "È diventato positivo?". "No, è morto".

Perché nessuno mi ha avvertito che si era aggravato? Era cardiopatico. È stato assistito in maniera adeguata?». Domande che hanno un senso, perché nelle Rsa devastate dal coronavirus i rischi aumentano anche per i pochi non «positivi». Alcuni anziani non vedono più i parenti e si stanno lasciando andare. La figlia del signor Baglio dice: «Non voleva morire solo. Invece è morto solo. E non si sa in che modo». Mercoledì 8 aprile la signora è andata a dare l' ultimo saluto al padre, a distanza. Quella mattina, dall' Auxologico, ha visto uscire otto bare.

GIUSEPPE CALICCHIO GIUSEPPE CALICCHIO

ANZIANA IN OSPIZIO ANZIANA IN OSPIZIO

 

 

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Giuseppe Calicchio Giuseppe Calicchio

 

 

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