Emilio Randacio per “la Stampa”
Il manager che doveva rappresentare il nuovo corso della Lega Calcio, era in «affari» con Adriano Galliani. Due pagamenti da 25 mila euro ciascuno versati, estero su estero, nel solo mese di dicembre 2016, su un conto della moglie dell' ex ad rossonero. Con indicazioni criptiche, sul «quantum» e il «modus» dei versamenti. Pur senza essere indagato, torna nella bufera l' ex numero due della Lega calcio Adriano Galliani, ora candidato in pectore di Silvio Berlusconi per le prossime elezioni.
Tutto nasce un anno fa, quando Marco Bogarelli, numero uno di Infront, ormai «bruciato» dalle inchieste, inseguito dalle notizie sulla spartizione dei diritti televisivi, il 28 novembre 2016 getta la spugna dimettendosi. Così, gli allora vertici della Lega, per uscire dal cono di luce acceso dalla procura di Milano, mettono in pratica un piano di riserva: per non perdere il controllo sulla ricca torta dei diritti della Serie A, trovano un sostituto. Il nome è quello di Andrea Francesco Silva (ex della Mp & Silva), a cui si vuole «affidare la gestione della commercializzazione dei diritti».
A individuare il dopo Bogarelli, sarebbe stato l'ex numero due della Lega e del Milan, Adriano Galliani. A svelarlo, sono le intercettazioni dell' inchiesta milanese su Infront e sui suoi ex vertici, in parte naufragata per i mancati arresti proprio di Bogarelli e di due suoi ex collaboratori, respinti prima dal gip e poi, l'estate scorsa, dal Tribunale del Riesame.
E anche se l' indagine affidata al Nucleo di polizia tributaria dai pm milanesi Pellicano, Filippini e Polizzi, sembra ormai avere il fiato corto, le carte raccolte dall' accusa svelano comunque rapporti a dir poco opachi. Gli investigatori registrano infatti le conversazioni tra Galliani e Silva, ma soprattutto passaggi di denaro «che denotano forti criticità». Bisogna riavvolgere il nastro al novembre dello scorso anno.
E, «dall' ascolto delle conversazioni - sottolineano i detective - si rileva come Galliani intrattenga con Mp & Silva, rapporti finanziari riservati». In un mese, la procura traccia due versamenti da 25 mila euro, bonificati attraverso conti esteri, la cui destinataria risulta la moglie dell' ex ad del Milan, la 45enne marocchina, Malika El Hazzazi. Il primo bonifico risale al 6 dicembre e «dall' ascolto della conversazione si fa chiaramente intendere, nonostante la cripticità e l' avversione di Galliani a trattare l' argomento per telefono, l' imminenza di due disposizioni di pagamento, da parte di Silva a favore di Galliani». La prima già effettuata, la seconda bonificata «il successivo mercoledì/giovedì».
MALIKA EL HAZZAZI E ADRIANO GALLIANI
Alle 12 e 18 minuti del 5 dicembre, l' ex ad rossonero chiama la consorte e le dice: «Senti signora, un tuo amante straniero ha fatto una roba venerdì da 25, verifica quando arriva e cosa arriva, avvisa chi di dovere sono molto geloso», conclude ironicamente Galliani.
Passata la bufera giudiziaria, sostituiti i manager indagati, i vertici della Lega calcio dunque, erano pronti a gestire il business con il medesimo canovaccio.
«Appare chiaro - viene scritto in una relazione di marzo - come la fuoriuscita di Bogarelli da Infront ha di fatto determinato la necessità di individuare un nuovo punto di riferimento, questa volta direttamente in seno alla Lega, cui delegare la vendita dei diritti tv».
L' uomo che era stato scelto - secondo quanto evidenzia l' inchiesta - non è esattamente una figura «terza», visti proprio i rapporti economici che legano Silva a Galliani. «Risulta pacifico che i bonifici vengono disposti da Silva in adesione a una specifica richiesta di Galliani, che è pertanto l' effettivo beneficiario degli stessi».
Perché questi dubbi sulla linearità di questi rapporti, allora visto che ci si limita a parlare di «forte criticità»? Secondo gli investigatori, «Silva all' epoca dei fatti era uno dei manager di riferimento di Mp & Silva, il soggetto economico che aveva acquisito - a più riprese - presso la Lega, della quale Galliani è vice presidente, i diritti internazionali della Serie A e B». La conclusione sulle «criticità», viene ulteriormente spiegata dal fatto che «le somme di denaro in questione provengono da uno dei manager della società che maggiormente ha beneficiato economicamente, dal business dei diritti televisivi».