ECCO LE REGIONI CHE RISCHIANO DI PIÙ: IN VETTA LOMBARDIA, UMBRIA E MOLISE - IL RAPPORTO DI MINISTERO DELLA SALUTE E ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ. L’INDICE DI CONTAGIO RT E’ QUASI OVUNQUE SOTTO LA SOGLIA 1 - IL RISCHIO DEL MOLISE, PASSATO DA BASSO A MODERATO, È DOVUTO A UN FOCOLAIO CHE LA SCORSA SETTIMANA HA FATTO SALIRE LA CURVA LOCALE. LA GOVERNATRICE UMBRA TESEI: NON CAPISCO QUESTI DATI. AVEVAMO UN FOCOLAIO MA L’ALLARME È PASSATO

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Margherira de Bac per il Corriere della Sera

 

Italia a basso rischio (livello 2). Tranne che in Lombardia, Umbria e Molise dove si sale a un gradino superiore, il 3, equivalente a un rischio moderato, di attenzione.

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Il primo rapporto di ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità, riuniti nella cabina di regia sul monitoraggio degli effetti delle riaperture, la fase 2, riflette un quadro nel complesso incoraggiante.

 

Il temuto rialzo della curva epidemica non si è verificato, per ora la situazione appare sotto controllo, come mostra lo schema che riporta gli algoritmi regionali di «valutazione relativa all' aumento di trasmissione e impatto di Covid-19 sui servizi assistenziali».

 

Significa che le misure di contenimento attuate con il lockdown hanno rallentato la circolazione del virus e che le successive riaperture del 4 maggio non hanno compromesso gli sforzi compiuti dagli italiani rimasti in clausura.

 

Per il ministro Roberto Speranza «il sistema di monitoraggio che abbiamo attivato è un pezzo fondamentale della strategia della seconda fase, l' Italia ha attraversato mesi molto complicati con blocchi che hanno portato enormi sacrifici ai nostri cittadini. Ora, lentamente, con prudenza, passo dopo passo, proviamo a riprendere».

 

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I criteri utilizzati, spiega Speranza, sono «uno strumento di monitoraggio serrato che ci consente, territorio per territorio, di capire esattamente quello che sta succedendo. Si tratta di un' arma fondamentale per gestire questa seconda fase non perdendo di vista l' evoluzione epidemiologica».

 

Ma non bisogna mollare e «se dovessero esserci segnali di allarme, i decisori politici nazionali e regionali saranno in grado di intervenire nel più breve tempo possibile». Per contenere sul nascere i tentativi di nuova espansione del virus si può ricorrere, tra l' altro, all' istituzione di zone rosse circoscritte.

 

In 18 Regioni la classificazione del rischio è bassa. Fra queste, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia e Toscana hanno mantenuto un' incidenza settimanale di casi definita bassa e intermedia-bassa. In Abruzzo, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Piemonte, Trento, Val d' Aosta e Veneto si registra invece un' incidenza alta e intermedia-alta, situazione complessa ma controllata.

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Ma Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Trento, Puglia e Toscana presentano un quadro epidemiologico in evoluzione e «fluido», legato all' esistenza di focolai da monitorare.

Il livello 3 del Molise, passato da basso a moderato, è dovuto appunto a un focolaio che la scorsa settimana ha fatto salire la curva locale. Non deve allarmare neppure la classificazione dell' Umbria (livello 3) dove l' indice di riproducibilità (l' Rt, il numero di casi generati da una persona infetta) è superiore a 1 (mentre il resto del Paese è tra 0,24 e 0,86) «seppur in un contesto che non desta particolare allerta».

 

La Lombardia è sul «moderato» «ma si assiste alla riduzione dei segnali di sovraccarico dei servizi sanitari». Qui i casi segnalati restano elevati, anche se in diminuzione. Vale a dire meno pressione sugli ospedali.

 

La tabella verrà aggiornata ogni settimana tenendo conto dei dati inviati dalle Regioni in base a 21 parametri indicati da una griglia prevista dal ministero. Tra i punti, il numero di accesso ai pronto soccorso di pazienti con malattie respiratorie assimilabili al Covid-19 e il numero di tamponi effettuati (e delle risposte dei laboratori a cinque giorni dal prelievo) a riprova delle capacità diagnostiche.

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Non tutte le Regioni li hanno comunicati in questa prima prova con la solerzia e la precisione richieste, tanto che la pubblicazione dei risultati è stata rinviata di due giorni. I valori degli algoritmi serviranno a modulare gli interventi di riaperture/chiusure nelle diverse aree. Adesso il sistema di raccolta dovrebbe essere più fluido e rispondere con tempestività alle eventuali emergenze che dovessero punteggiare la penisola.

 

Silvio Brusaferro, presidente Istituto Superiore di Sanità, insiste sull' importanza di intercettare con tempestività i focolai «rafforzando i servizi di prevenzione locali che devono essere sostenuti da grossi investimenti». E che negli ultimi anni hanno sofferto per mancanza di organici. Grazie alle misure di lockdown, insistono i tecnici, la circolazione del virus è molto contenuta in gran parte del Paese.

 

Le attività di intervento sul territorio hanno come centrale operativa i dipartimenti delle Asl che hanno il compito di agire velocemente alla prima segnalazione, tracciando i contatti avuti dalle persone con diagnosi di positività. Un errore, un ritardo, una sottovalutazione, possono costare cari.

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Un esempio recente di come possono precipitare le cose sono i circa 70 casi spuntati a grappolo in seguito a un funerale non autorizzato dal sindaco a Campobasso. Un improvviso rialzo della curva epidemica in una realtà rimasta indenne, dove dall' inizio dell' emergenza si sono ammalate 300 persone.

 

 

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