CASO/CASA ECO
DAGOREPORT
La biblioteca di Eco è composta di tre elementi: 30mila libri moderni, circa 1200 libri antichi e l’archivio delle sue lettere, appunti inediti ecc. Solo questo terzo elemento è, in sé, di reale interesse nazionale-archivistico, poiché i libri antichi e moderni di Eco sono già tutti presenti nelle grandi biblioteche di Stato.
Cosa fa, direi giustamente, la sovrintendenza/Stato dopo la morte di Eco? Vincola il “patrimonio materiale” (libri e archivio) del grande autore, onde evitare le lamentazioni giornalistiche del materiale del grande autore che finisce all’estero (Svizzera, Usa) VENDUTO dalla famiglia.
umberto eco e davide ferrario la biblioteca del mondo
Lo Stato, di fatto, è subito sotto ricatto. Questo patrimonio ha valore culturale solo in quanto appartenuto a quell’autore, poiché in sé ha un valore economico strano: i 30mila volumi moderni sono un peso per lo Stato e per chiunque debba trovare uno spazio dove metterli altrimenti sarebbero da bancarella di remainders; i 2000 libri antichi, invece, hanno un valore significativo sul mercato antiquario, ma mai lo Stato li avrebbe acquistati per due milioni se non fossero appartenuti a Eco in quanto le biblioteche di Stato già posseggono questi libri antichi: lo Stato è “costretto” a comprarli dopo averli vincolati perché la famiglia non li dona e avrebbe potuto venderli attraverso una casa d’asta disperdendoli. L’archivio, invece, che interessa, resta alla famiglia.
umberto eco la biblioteca del mondo il film di davide ferrario
Insomma, un po’ troppo comodo per la famiglia Eco. Sono i famigliari che tengono l’archivio, decidono di dare a Bologna i libri moderni del prof. (e l’università paga per trovare un posto dove metterli) e alla Braidense di Milano i libri antichi del loro illustre concittadino.
Alla Braidense i libri antichi di Eco (comprati dalla Stato) sono dei doppioni di quelli che ha già ma, per celebrare il suo possessore, la Biblioteca (spendendo soldi di Stato) ricava con fatica una sala, che ristruttura e chiama “Biblioteca di Eco” e ci mette dentro questi libri (catalogati, ma inutili per la consultazione in quanto già presenti).
Ora ci manca solo che la famiglia, dopo che lo Stato ha messo il vincolo a protezione, dopo non aver donato i libri ed essere stata pagata dallo Stato, dopo aver mantenuto presso di sè l’archivio, dopo aver deciso insieme dove mettere libri antichi e moderni torni indietro e obblighi lo Stato a ottemperare al suo stesso vincolo di “non dispersione”, chiedendo di mettere tutto a Milano o a Bologna (salvo ciò che interessa, l’archivio!). O far tornare tutto in casa Eco!
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