Daniela Natali per www.corriere.it
Dopo le varianti inglese, brasiliana, sudafricana, nigeriana, californiana del coronavirus, entra in gioco anche quella giapponese.?
La mutazione della proteina spike E484k, ribattezzata «Eek» sembrerebbe sfuggire agli anticorpi generati da una precedente infezione da Covid e anche ai vaccini sviluppati finora.??
La notizia è arrivata da Tokio dove il 70 dei pazienti ricoverati a marzo per Covid in uno dei principali ospedali della capitale, il Tokyo Medical and Dental University Medical Hospital, sui quali è stato realizzato il sequenziamento del virus, sono risultati infettati da questa variante. Il sequenziamento è stato realizzato su 14 pazienti; 10 erano stati contagiati dal virus mutato.??
Variante che sembrerebbe proprio nata in Giappone dato che nessuna delle persone affette aveva viaggiato all’estero o era entrata in contatto con qualcuno che avesse varcato i confini nazionali (negli altri casi, nonostante i nomi — da «inglese» in poi — è pressoché impossibile stabilire con certezza dove una variante sia sorta per la prima volta).??
La notizia arriva nel corso di una nuova impennata di infezioni che ha investito in particolar modo la città di Osaka e altre due prefetture dell’arcipelago, Hyogo e Miyagi, dove da oggi sono entrate in vigore restrizioni simili a quelle revocate due settimane fa nella capitale Tokyo.??
La scoperta di una nuova variante impensierisce anche perché il 23 luglio nel Paese dovrebbe tenersi l’Olimpiade, già rinviata lo scorso anno proprio per lo scoppio della pandemia (e quest’anno limitata ai soli spettatori giapponesi, come spiegato qui).??Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, le varianti di cui si parla per il Giappone sembrano essere più contagiose; non è chiaro se siano più resistenti ai vaccini. In Giappone la vaccinazione su larga scala della popolazione non è ancora cominciata.
Le cifre
«Che ci siano delle varianti di Covid non deve stupire — si calcola ce ne possano essere 1200, di cui 400 sono sotto osservazione — ma neanche terrorizzare», commenta Fabrizio Pregliasco,virologo dell’università di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano. «Dirò di più: mano a mano che la campagna vaccinale proseguirà, e si avranno più persone immunizzate, il virus proverà a crearne altre in grado di eludere i vaccini, ma molte saranno, per così dire, “insignificanti”. Sarà come avere in giro tante Panda blu, oppure rosse o gialle. Modifiche ininfluenti. Certo se poi compare una Panda 4 X 4 ,la faccenda si fa più seria. Ma modificare i vaccini per renderli nuovamente efficaci non sarà difficile e lo si sta già facendo».?
La diffusione
«Non tutte le varianti hanno poi la stessa capacitò di diffusione, – precisa Sergio Abrignani, immunologo, ordinario di Patologia generale all’Università Statale di Milano —come abbiamo visto quella “vincente” è ora l’inglese , ma è riconosciuta dai vaccini già in uso. Una volta che gran parte delle persone sarà immunizzata contro questa variante, altri prenderanno il sopravvento e quindi dovremo abituarci a vaccinarci ogni anno, od ogni due ,con prodotti studiati ad hoc. Ma ricordiamoci che l’obiettivo principale dei vaccini è quello di evitare la morte per Covid. Ammalarsi, grazie all’immunizzazione, con sintomi tutto sommato simili a quelli di un’influenza, ci pemetterà di riprenderci le nostre vite».
Le scoperte
«E scoprire nuove varianti può essere letto come un fatto positivo - conclude Pregliasco — vuol dire che siamo diventati più bravi nelle nostre indagini. Se la prima ad essere individuata è stata quella britannica non è detto che fosse “nata” proprio lì, ma che gli inglesi hanno saputi fare un ottimo lavoro di sequenziamento. E conoscere il nemico è fondamentale per combatterlo»
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