Alberto Zorzi per il “Corriere del Veneto”
Al mattino la soluzione di un «prestito ponte» garantito dallo Stato per dare quella che il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto ha definito la «scintilla» che faccia ripartire i cantieri del Mose e salvi le imprese consorziate (e non solo loro) dal rischio fallimento. Alla sera la conferma da parte del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili che alla prossima seduta del Comitato interministeriale per la programmazione economica, che dovrebbe tenersi subito dopo la festa della Repubblica del 2 giugno, ci sarà anche la delibera che finalmente, dopo mesi di lavoro, sbloccherà i 538 milioni di euro per finire il Mose, derivanti da minori interessi sui mutui passati.
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Soldi che il Mims, spazzando via delle voci dei giorni scorsi secondo le quali sarebbero stati indirizzati solo al Mose, specifica che serviranno non solo «per il completamento dell' opera», ma anche «per la sua messa in esercizio, per gli interventi paesaggistici e ambientali e per le attività di manutenzione».
«I soldi ci sono tutti», ribadisce il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, veneziano. «Una gran bella notizia, che significa vedere profilarsi finalmente la conclusione dei lavori - commenta anche il governatore del Veneto Luca Zaia - L' opera, nata ormai nella notte dei tempi, al momento ha dimostrato di funzionare». «Mi ha chiamato direttamente il ministro per dirmelo - afferma il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro - è un gran bel risultato».
renato brunetta silvio berlusconi e luigi brugnaro a venezia 2
Il Consorzio Venezia Nuova è a caccia di liquidità per far ripartire i cantieri, che da mesi sono fermi: il Mose ha già funzionato, proteggendo venti volte la città dalle acque alte, a partire dall'«esordio» del 3 ottobre scorso, ma ci sono gli impianti da terminale e poi tutte le opere connesse.
venezia, il mose non viene attivato e torna l acqua alta 1
Quella del prestito bancario - già proposta dalle imprese creditrici e sostenuta con forza ieri anche da Brugnaro - è la soluzione individuata dal doppio tavolo di ieri mattina in Prefettura: il primo, più «informale» con il prefetto Zappalorto, il ministro Brunetta, il sindaco Luigi Brugnaro e i tre soggetti tecnici, ovvero il provveditore alle opere pubbliche Cinzia Zincone, il commissario del Mose Elisabetta Spitz e il liquidatore del Cvn Massimo Miani; il secondo, quello ufficiale fissato per le 11, con gli stessi soggetti più i rappresentanti dell' Ance e delle imprese.
All' inizio è stato proprio il prefetto a ribadire i tre punti fermi sul tavolo: il Consorzio Venezia Nuova non può fallire, idem le imprese che lo compongono, e l' opera deve essere fatta tutta, senza lasciare indietro alcun lavoro. Su quest' ultimo aspetto anche Brugnaro e Brunetta sono stati fermi.
altero matteoli giancarlo galan silvio berlusconi luca zaia renato brunetta
E' stato però confermato che i 538 milioni non potranno essere usati per coprire i debiti del Consorzio, pena il rischio di un' infrazione europea per «aiuti di Stato» e che comunque non arriveranno prima di altri mesi, dopo tutti i passaggi burocratici necessari. Ecco che dunque l' anticipo bancario - garantito proprio da quella somma enorme - può avere un impatto salvifico sul Cvn e sulle imprese, consentendo di pagare gli stipendi e stemperare la tensione sociale.
Dall' altro i 538 milioni riattiveranno il volano dei cantieri e con esso l' aggio consortile del 12 per cento, che negli ultimi anni si era praticamente azzerato. Il risultato è che il Cvn solo nel 2020 ha chiuso il bilancio con una perdita d' esercizio di 149 milioni di euro e che al 31 dicembre scorso avrebbe avuto bisogno di 201 milioni per chiudere tutte le voragini.
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«Il ministro Brunetta ha specificato di intervenire in rappresentanza del presidente del Consiglio e così abbiamo sentito la voce del governo e per questo lo ringraziamo - ha detto Giovanni Salmistrari, presidente dell' Ance di Venezia - Siamo soddisfatti perché l' impegno assunto è di permettere alle imprese di continuare a lavorare con la necessaria garanzia di liquidità».
«Se ci danno subito i 20 milioni e poi ci confermano gli altri lavori, noi torniamo subito in cantiere - aggiunge Devis Rizzo, presidente del consorzio Kostruttiva - Per noi è importante non solo essere pagati, ma anche avere la conferma di quei lavori che già avevamo "in pancia" e che sembravano essere a rischio».
Poi certo questo anticipo dovrà essere restituito, ma la speranza è che il Cvn scenda a patti con lo Stato, che è il suo principale creditore (145 milioni il Provveditorato, ma poi ce ne sono 15 per i contenziosi fiscali e 6 dopo la condanna per danno d' immagine da parte della Corte dei Conti) e che quindi ci siano più soldi per le imprese.
venezia asciutta grazie al mose
L' alternativa era infatti che le imprese ricevessero solo un terzo dei propri crediti, come aveva proposto Miani nelle ormai famose lettere successive all' incardinamento di fronte al tribunale di Venezia di un accordo di ristrutturazione del debito. Ora però dopo le nubi degli ultimi giorni, sembra tornato il sereno. «Noi mettiamo da parte le polemiche e lavoriamo - sorride Brugnaro - Il nostro motto è che servono i fatti, non le parole».
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