MASSIMO GRAMELLINI per il Corriere della Sera
Appena la professoressa di ginnastica del liceo «Marco Polo» di Venezia si è accorta che alcune allieve indossavano un top sportivo che scopriva l'ombelico, ha ordinato loro di coprirlo con una felpa «per non distrarre i compagni di classe maschi». Lungi da me l'intenzione di insegnare il mestiere a una prof di ginnastica (prendevo 4 alle pertiche e 5 al quadro svedese), ma sarà un gran giorno quello in cui l'insegnante veneziana, anziché alle ragazze in top, si rivolgerà agli eventuali maschietti molesti, dicendo loro: ragazzi cari, che ne direste di evolvere verso forme di vita più complesse?
No, perché ormai persino i tori davanti alla muleta rossa riescono a trattenersi. Possibile che il giovane maschio «sapiens» perda ancora la trebisonda alla vista di un timido ombelico? E perché, invece di affrontare il problema alla base, magari con un corso di educazione sessuale, lo si considera inesorabile come un assioma, una tassa, una diretta-video di Toninelli? Che poi non sono nemmeno così sicuro che gli adolescenti di oggi, venuti su a nudi televisivi e social, possano ancora rimanere sconvolti da qualche centimetro di pelle.
Si direbbe una questione che riguarda di più i pregiudizi degli adulti. Di sicuro non deve riguardare le ragazze, che infatti hanno reagito all'imposizione presentandosi a scuola il giorno dopo tutte in top, nonostante il freddo. Al loro posto lo avrei fatto anch' io, e non sarebbe stato un bel vedere. (Lo dico per tranquillizzare la professoressa).
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