Francesco Gastaldi per il ''Corriere della Sera''
Angelina Berlin, cresciuta alla «scuola dei colpi duri» - come scriveva sul suo profilo Facebook cinque mesi prima del ritrovamento di Andrea Zamperoni -, vuole il patteggiamento: se le verrà concesso, potrebbe ottenere un sostanziale sconto di pena.
Anche se non ha ancora fatto il nome dei suoi complici, il pusher e il protettore. Il processo a suo carico alla Federal Court di Brooklyn per la morte dello chef lodigiano - sparito il 17 agosto 2019 e ritrovato cadavere quattro giorni dopo in uno squallido lodge del Queens - è fermo al 21 gennaio. Il Covid ha messo in stand-by tutte le udienze.
Quel giorno, ancora una volta, la prostituta italo-canadese Angelina Barini («Berlin» è uno pseudonimo) arrestata nella camera del Kamway Lodge mentre provava a sbarazzarsi del cadavere, aveva giurato di «essere innocente».
Toccherà al giudice Brian M. Cogan - in accordo con il prosecutor Soumya Danyanda - esprimersi sulla richiesta presentata dall' avvocato d' ufficio. L' imputata formalmente in aula sta rispondendo di spaccio di stupefacenti e non di omicidio. Ma il quadro che il New York Police Department, l' Homeland Security Investigations e l' Fbi hanno ricostruito è quello di una banda seriale che usava sempre lo stesso modus operandi: stordire clienti e turisti danarosi con cocktail di alcol e oppiacei e derubarli dopo che erano stati «agganciati» dall' avvenente escort biondo-platino. E infatti Barini in passato era stata già arrestata altre 23 volte.
«Io non ho rivalse su quella donna, ma devo sapere cosa è successo ad Andrea», continua a ripetere la madre della vittima, Oriella Ave Dosi, attraverso gli avvocati Antonio e Giulia Secci, che hanno seguito le prime fasi del processo e oggi tengono in contatto la famiglia con le autorità newyorchesi e la procura di Roma, competente per gli italiani vittime di reati all' estero.
La famiglia di Andrea da allora è chiusa nel dolore, sempre sostenuta dalla comunità di Zorlesco, frazione di Casalpusterlengo in cui è vissuto con il gemello Stefano prima che entrambi fossero assunti da Cipriani. Ogni mese la madre fa dire una messa al parroco del paese don Nunzio Rosi, proprio nella chiesetta in cui lo chef è cresciuto e in cui sono stati celebrati i suoi funerali. Anche nel paese degli Zamperoni il Covid ha colpito duro. A fine lockdown Ornella per qualche giorno ha raggiunto il figlio Stefano a Londra. Entrambi cercano un perché alla tragedia che ha colpito Andrea, promettente chef di Cipriani Dolci, specializzato come «opener» dei nuovi locali di uno dei marchi più famosi al mondo.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, quando Andrea iniziò a stare male dopo il cocktail di «ecstasy liquida» e Fentanyl somministratogli dalla prostituta la notte del 17 agosto dell' anno scorso, fu il protettore della Barini a ordinarle di cancellare le tracce. E a impedirle di chiamare i soccorsi. Durante l' irruzione nella camera 15 del motel, gli agenti trovarono il corpo avvolto in una coperta, vicino a un bidone dell' immondizia, una sega e un flacone di candeggina.
«A un anno di distanza il paese è ancora scioccato - commenta il sindaco di Casalpusterlengo Elia Delmiglio - I responsabili devono avere una pena giusta. Gli inquirenti lo devono alla sua famiglia e alla nostra comunità».
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