Alessia Marani per “il Messaggero”
Per selezionare gli attori da mandare nelle banche e negli uffici postali a incassare vaglia, assegni e persino rimborsi Irpef al portatore, sostituendosi ai veri intestatari, la banda metteva in piedi degli autentici casting. Sceglieva uomo o donna, giovane o meno, calvo o capellone, grassottello o magro, perché somigliasse il più possibile alla foto sul documento di identità falsificato e da presentare agli sportelli.
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Nulla veniva lasciato al caso dall'organizzazione composta da 14 individui tra romani e campani (sei in carcere, cinque agli arresti domiciliari e tre con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), smantellata dai carabinieri della Compagnia Casilina sotto la direzione del Gruppo reati gravi contro il patrimonio, coordinato dal procuratore aggiunto Lucia Lotti, e capace, nel giro di pochi mesi, di intercettare crediti altrui per centinaia di migliaia di euro. Almeno 500mila quelli portati all'incasso durante l'indagine.
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Non solo a Roma e nel Napoletano ma anche in Sicilia e in Sardegna. I romani erano il braccio operativo, i campani la mente, ma tutti ugualmente abilissimi a escogitare stratagemmi per impossessarsi di soldi altrui. Uno di loro, Giovanni Scognamiglio, quarantenne di origine vesuviana ma residente a Fiumicino, percepiva anche il reddito di cittadinanza per cui i carabinieri del maggiore Nunzio Carbone hanno attivato la procedura amministrativa di sospensione e revoca.
DOLLARI TAROCCATI
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La banda si avvaleva dei più alti profili ed era pronta a mettere su piazza anche montagne di dollari falsi, un «prato verde» come era stato definito durante le intercettazioni. I membri della gang sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno dello Stato, ricettazione, possesso e fabbricazione di documenti falsi («i santini», come li chiamavano al telefono parlando tra loro) e sostituzione di persona.
L'inchiesta era partita nel momento in cui un uomo aveva tentato di incassare all'ufficio postale del Quadraro un vaglia che si è scoperto essere clonato. I carabinieri della locale stazione hanno, dunque, cominciato a indagare risalendo a ritroso all'intera rete. Per Biagio Sorrentino, 47enne di Marano di Napoli, Vincenzo Criscuolo, 44 anni, di Casoria, Marco Marchi, romano di 56 anni, Antonio Pacella, romano, di 44 anni, Stefano Giulianelli, il pelato, romano di 54 anni, e Ciro Agrillo, napoletano di 48 anni, il gip Alessandro Arturi ha disposto la custodia in carcere.
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Giuseppe De Santis, detto Maradona, residente a Cinecittà, Walter Fabbri, 42enn di Fiumicino, Giampiero Cannas, sardo di 60 anni, Adelfio De Luca, siciliano di 46 anni e Paolino Caccavale, napoletano di 37 anni, sono finiti ai domiciliari. Scognamiglio, Giovanni Galeota, napoletano di 30 anni, e Salvatore Febbraio, napoletano di 26 anni, sono invece sottoposti all'obbligo di firma. I rimborsi Irpef intercettati erano quelli emessi dallo Stato in maniera cartacea e non tramite accredito su conto o stipendio. Per i cavallini usati per il recupero agli sportelli erano previste ricompense per alcune centinaia di euro.