Federica Macagnone per www.ilmessaggero.it
Quando la moglie ha scoperto il suo segreto, la mente malata del marito non ha retto: totalmente impazzito per aver visto squarciare il velo dietro il quale nascondeva la sua doppia vita da pedofilo, l'ha uccisa con 23 coltellate.
Un omicidio orrendo per il quale, come ha deciso il tribunale, resterà in carcere a vita. Eppure sembravano una coppia felice, Adam e Julie Parkin: giovani, 35 anni lui, 39 lei, affabili, con due figli adorabili. In realtà, dietro l'apparenza, nella loro casa di Sunderland, in Gran Bretagna, si nascondeva l'orrore di un uomo ossessionato dal sesso e dalla pedopornografia, distaccato nei confronti della moglie e con la tendenza a esercitare su di lei una sorta di "controllo coercitivo" di tipo ossessivo: un mix di fattori pronti a esplodere alla prima occasione.
E l'occasione si è presentata il 26 giugno scorso, quando Julie, dopo aver scoperto sul pc del marito foto indecenti scattate a un ragazzino, ha deciso di affrontare Adam, appena tornato da un viaggio di lavoro da Londra. Come hanno ricostruito gli investigatori, la tragedia è esplosa nell'arco di soli 12 minuti, quando i due sono tornati a casa dopo essere usciti per parlare della questione: a quel punto Adam ha preso un coltello e ha pugnalato in salotto per 23 volte la moglie alla testa, al collo e al torace, lasciandole la lama conficcata in fronte. Subito dopo ha trascinato il cadavere in cucina ed è salito sulla propria Mazda, correndo alla stazione di polizia per costituirsi.
«Julie era così addolorata quando ha scoperto chi sono veramente - ha raccontato Adam agli agenti, dicendo che lui amava sinceramente la moglie - Avrei dovuto uccidere me stesso. Cosa c'è di sbagliato in me? C'è sicuramente qualcosa che non va in me». Nel suo computer gli investigatori hanno trovato tutti i segni di una fantasia malata, tra cui ricerche relative ad abusi sessuali su bambini in Cambogia, insegnanti aggredite sessualmente, insegnanti che guardano film porno (da notare che Julie era un'insegnante elementare), mentre nel telefonino c'erano tre video osceni. Nel pc di Julie, invece, c'erano tutte le preoccupazioni di una donna che si sentiva trascurata e controllata: diversi accessi a pagine in cui si parlava di cosa fare quando non ci si sente abbastanza amati dal proprio partner o in cui si evidenziavano i principali segnali che indicano se il partner sta esercitando una forma di controllo.
L'omicidio ha ovviamente scosso l'intera comunità e gli allievi della scuola elementare di West Boldon dove Julie lavorava. Lisa Theaker, capo ispettore investigativo, ha detto: «Visto dall'esterno, quello tra Julie e Adam Parkin sembrava un rapporto felice, ma dietro le quinte il loro matrimonio era caratterizzato da un "controllo coercitivo", con Adam Parkin che sorvegliava tutti gli aspetti significativi della vita di Julie. Bisogna fare attenzione: il controllo coercitivo tende a peggiorare nel tempo e può sfociare in abusi violenti o, come in questo caso, in un omicidio».