Marco Bresolin per “la Stampa”
Nel quartier generale di Amsterdam gli esperti dell'Ema hanno lavorato tutto il weekend per rispondere alle richieste dei governi europei sulla somministrazione della quarta dose del vaccino anti-Covid. L'Agenzia del farmaco sta definendo una posizione in stretto contato con gli esperti dell'Ecdc, l'Agenzia europea per il controllo e la prevenzione delle malattie: dovrebbe essere pubblicata entro la fine della settimana come richiesto dai 27 ministri della Salute.
Ci sono buone probabilità che ciò accada, anche se il condizionale è d'obbligo perché le difficoltà per mettere a punto una strategia sono ancora molte. E quindi non è affatto detto che le indicazioni in arrivo dalle due agenzie conterranno direttive precise. Spetterà dunque alla Commissione fare una sintesi e suggerire agli Stati come muoversi.
I dati a disposizione sono ancora scarsi, per questo l'Agenzia europea del farmaco - tramite la task force ETF - con ogni probabilità si limiterà a una dichiarazione simile a quelle adottate in passato per la somministrazione del vaccino alle donne incinte oppure in occasione della vaccinazione eterologa. Certamente un segnale utile a orientare i governi, ma non un vero e proprio provvedimento destinato a modificare le informazioni del farmaco.
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Quello, semmai, arriverà in un secondo momento. L'unico punto fermo dovrebbe riguardare l'intervallo di tempo tra la terza e la quarta dose: per l'Ema devono passare almeno quattro mesi. Così come non dovrebbero esserci dubbi sulla necessità di somministrare il secondo booster agli immunodepressi. Ma sulla fascia d'età dei destinatari il discorso è un po' più complicato. Nei giorni scorsi l'americana Fda ha approvato la quarta dose per tutti i cittadini con almeno 50 anni.
I governi europei - e in particolare quelli di Italia e Germania - premono per un'indicazione precisa dell'Ue che riguardi la popolazione over 60. A oggi diversi governi hanno già iniziato la somministrazione del secondo booster, ma si stanno muovendo in ordine sparso. La Francia, per esempio, lo offre soltanto agli ultra 80enni, mentre i Paesi Bassi a tutti gli over 60. Proprio per questo, durante la riunione del Consiglio Ue dei ministri della Salute della scorsa settimana, Roberto Speranza aveva avanzato la proposta di un'indicazione unica a livello europeo, sia in termini d'età, sia in termini di intervallo di tempo tra la terza e la quarta somministrazione.
Ora la palla è nelle mani dell'Ema, che però deve fare i conti con uno scenario in cui molti Paesi si sono già mossi. Ed è chiaro che le indicazioni dell'Agenzia non potranno contraddire quanto gli Stati stanno già facendo. Anche in questo caso, per la valutazione dei dati, si guarda in particolare all'esperienza di Israele, dove il secondo booster è disponibile da tempo per tutti i cittadini maggiorenni. Per l'Ema sarà poi fondamentale tenere in considerazione il quadro epidemiologico, vale a dire l'andamento dei contagi. E questo è il capitolo su cui sta lavorando l'Ecdc.
Fonti Ue spiegano che ci sono due aspetti da tenere in considerazione. Il primo è che in questo momento, più che sulla quarta dose, bisognerebbe concentrarsi sulla terza, visto che molti anziani ancora non hanno ricevuto il booster. Il secondo è relativo alla stagionalità: «Non sappiamo come saranno i mesi estivi, ma certamente ci sarà un nuovo picco in autunno. È dunque necessario fare una valutazione sull'opportunità di somministrare ora la quarta dose oppure attendere la fine dell'estate».