Enrico Tantucci per “la Stampa”
venezia progetto mose cantieri x
Mose, la storia infinta. Gli intoppi continuano e anche i problemi tecnici. È stato infatti rinviato a nuova data il sollevamento completo della barriera delle dighe mobili alla bocca di porto di Malamocco, previsto per lunedì prossimo. E la fiducia nel sistema di sbarramento che dovrebbe proteggere Venezia dall' acqua alta comincia a vacillare.
A nutrire qualche dubbio è il primo procuratore di San Marco Carlo Alberto Tesserin, che si occupa della gestione e della tutela della Basilica marciana, nella parte più bassa della città e più esposta alle acque alte.
«Che dopo cinque anni le paratoie immerse in acqua presentino qualche problema, è più che normale - osserva - ma si tratta di capire se le vibrazioni registrate siano un problema facilmente risolvibile o qualcosa di più serio. In ogni caso servono certezze, perché non potremmo scoprire ora che il Mose non funziona, lasciando la città senza difese dalle acque alte.
Per quanto ci riguarda, ci stiamo attrezzando per un progetto di messa in sicurezza idraulica dell' intera Basilica, dopo averlo fatto per l' area di ingresso del nartece. Non possiamo lasciare San Marco indifesa, in attesa di capire se e quando il Mose entrerà in funzione».
L' ennesimo problema è spuntato durante i sollevamenti parziali della barriera di Malamocco, il 21 e 24 ottobre scorso. Sono state riscontrate infatti delle vibrazioni in alcuni tratti di tubazioni delle linee di scarico. Lo spostamento del sollevamento completo è stato quindi deciso dal Consorzio Venezia Nuova, in attesa di verifiche tecniche dettagliate e di interventi di soluzione. Quella di Malamocco è la bocca di porto più profonda della laguna, con 14 metri.
Sulla barriera sono state posate 19 paratoie, ciascuna lunga 29,5 metri e larga 20 per uno spessore di 4,5 metri, incernierate a sette cassoni di alloggiamento in calcestruzzo installati all' interno del fondale. Le prove di sollevamento delle prime nove dighe sono iniziate intorno alle 20 di lunedì 21 ottobre. È seguito, il 24 ottobre, il test alle altre 10 paratoie. La movimentazione dell' intera barriera era stata fissata in modo simbolico nella notte del 4 novembre, giorno in cui cade l' anniversario della «grande acqua alta» del 1966.
Ma ancora una volta qualcosa è andato storto: in questo caso, un problema di vibrazioni alle tubazioni. Niente da fare, quindi, per la prova generale che dovrebbe servire a testare gli impianti provvisori e la tenuta del sistema. Il problema potrebbe riguardare le staffe delle tubazioni che espellono l' aria per consentire così il sollevamento delle paratoie, che sarebbero più distanziate rispetto a quelle delle altre bocche di porto e potrebbero invece essere ora infittite.
mose venezia VENEZIA CANTIERI DEL MOSE
Per il Mose sono già stati spesi quasi 6 miliardi di euro. Secondo il cronoprogramma, il prossimo anno dovrebbe essere dedicato alle prove e ai collaudi. L' opera dovrebbe essere consegnata il 31 dicembre del 2021.
Ma ci sono ancora molti problemi da risolvere. A cominciare dai guai tecnici e dalle criticità scoperte negli ultimi anni. Come la presenza dei sedimenti che bloccano il sistema come successo di recente. O come le cerniere, che presentano alcune parti arrugginite, altre attaccate dalla corrosione. Una gara d' appalto da 34 milioni per sistemarle è ferma al Provveditorato.
venezia mose chioggia armatura inox ripresa boccola nastro espansivo lamiera per giunti impermeabilizzazione acqua di mare
Pochi giorni fa il neo ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, è arrivata a Venezia per ascoltare al Provveditorato triveneto alle opere pubbliche una relazione sullo stato d' avanzamento dell' opera. «La prossima settimana saranno nominati il nuovo Provveditore alle Opere pubbliche e il commissario Sblocca cantieri del Mose», ha annunciato. Ce n' è bisogno anche per dare un' accelerata alla risoluzione di tutti i problemi che riguardano un' opera faraonica finora rivelatasi fragilissima.