Marco Gasperetti e Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”
Il monossido di carbonio che ha quasi ucciso gli scrittori Valerio Massimo Manfredi e Antonella Prenner non proveniva dall' abitazione del 77enne, ma dall' immobile accanto, che spesso ospita anche set e produzioni cinematografiche. È il sospetto della polizia che ieri ha sequestrato l'appartamento di fronte a quello di Manfredi, al pianterreno della palazzina in via dei Vascellari, a Trastevere, dove i vigili del fuoco e la Scientifica sono tornati per un altro sopralluogo.
Dagli accertamenti degli investigatori del commissariato Trastevere è emerso che in quell'abitazione - dove sono stati apposti i sigilli anche alla caldaia - non si trovava nessuno nelle giornate di mercoledì e giovedì scorsi, quando Manfredi e Prenner erano in casa: si tratta di un immobile di proprietà di una società di leasing che lo ha concesso in uso a una holding cinematografica.
valerio massimo manfredi e antonella prenner
Oggi in procura potrebbe essere aperto subito un fascicolo. Il reato ipotizzato potrebbe essere quello di lesioni colpose. Saranno affidate le deleghe a proseguire gli accertamenti, con gli interrogatori di persone coinvolte nella vicenda. A cominciare dai titolari delle società e da quelli della ditta incaricata dell' installazione e della manutenzione della caldaia.
Da stabilire, come sembra, da quanto tempo il monossido fosse in circolo nell' edificio, tanto che avrebbe provocato malori nei giorni scorsi. Non si escludono a breve i primi iscritti nel registro degli indagati. Intanto le condizioni di Manfredi e Prenner sono sempre critiche anche se ieri nel reparto di terapia intensiva dell' ospedale Misericordia di Grosseto si respirava un cauto ottimismo: lo scrittore è stato sottoposto di nuovo alla terapia dell' ossigeno nella camera iperbarica.
Una seduta di un paio di ore che gli esperti ritengono di estrema importanza per liberare il sangue dal monossido di carbonio. Forse oggi l'operazione sarà ripetuta, si spera che il gas non abbia provocato danni irreversibili. Il paziente ha comunque superato le prime 24 ore, considerate quasi sempre cruciali, e fino a ieri sera era stabile. Analoghi trattamenti anche per l'amica dello scrittore ricoverata sempre in rianimazione all' Umberto I. Al Policlinico è in funzione l'unica camera iperbarica della Capitale che serve un bacino di quasi cinque milioni di persone.
la scrittrice antonella prenner
Il trasferimento in elicottero di Manfredi a Grosseto, come accade anche a Napoli, due punti di riferimento per i pazienti da assistere a Roma, è stato deciso perché nell' apparecchiatura all' Umberto I, in funzione dalle 8 alle 16, non potevano entrare sia lui sia l'amica, entrambi intubati.
Nel Lazio esistono solo altre due camere iperbariche, una a Latina, in funzione dalle 8 alle 14, e un'altra in una struttura privata. Quella a Civitavecchia, gestita dall' Autorità portuale, è stata messa in vendita l'anno scorso. Dalla Regione spiegano che «il servizio è collegato alla rete dell' emergenza ed è dimensionato sul fabbisogno e la popolazione regionale.
Inoltre è sempre garantita una copertura del servizio attraverso una rete interregionale». Come confermano da Grosseto. «La nostra camera iperbarica - commenta Robusto Biagioni, medico di emergenza e responsabile del 118 (l' estate scorsa ha intubato e salvato Alex Zanardi, ndr ) -, è una delle eccellenze della sanità nazionale, ha salvato molte vite. È utilizzabile 24 ore su 24».
la casa in trastevere di valerio massimo manfredi valerio massimo manfredi 1