Dopo una prima apertura che aveva visto lo scorso 18 Gennaio 2021 un primo spiraglio di luce per i musei, concedendo con l’ultimo Dpcm alle regioni Basilicata, Campania, Molise, Sardegna, Toscana e alla provincia di Trento la possibilità di schiudere finalmente (ma solo nei giorni feriali) le porte dei loro musei in Italia si torna finalmente ad una parvenza di normalità.
Con il Dpcm che entrerà in vigore da domenica 31 gennaio entrano infatti in fascia gialla anche Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, Veneto, Valle d’Aosta, Lazio e dopo il bailamme sui dati sbagliati delle ultime settimane anche la Lombardia.
Restano invece in zona arancione Puglia, Sicilia, Sardegna, Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano, che recentemente si era invece autodichiarata “gialla”, facendo leva sulla propria autonomia. Resta inteso, dunque, che nelle aree sopra citate i musei non riapriranno.
LE NUOVE DECISIONI
Nelle regioni gialle quindi i musei potrebbero riaprire già a partire da martedì prossimo, fino a venerdì, lasciando fuori i week end e ovviamente nelle forme contingentate e con il distanziamento sociale previsti dalle normative di legge. Un primo sospiro di sollievo per le istituzioni del nostro Paese e per i loro direttori.
I rappresentati dei musei di arte contemporanea avevano già espresso forti perplessità circa la chiusura e, uniti sotto il cappello di AMACI– Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani avevano inviato una lettera al Presidente (oggi dimissionario) del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini sottolineando come “questa riapertura parziale rischi di penalizzare ulteriormente il loro ruolo e la loro funzione sociale, mettendo a rischio la sostenibilità, non soltanto economica e finanziaria, per molti di essi. I musei e i luoghi di cultura non sono tutti uguali tra loro.
mike pompeo alla galleria borghese 2
A undici mesi dall’inizio della pandemia, l’indice di contagio in territori vasti come le Regioni non può più essere l’unico elemento a determinare la chiusura o la riapertura di queste istituzioni. AMACI chiede che i musei e i loro rappresentanti vengano coinvolti nella valutazione sulle riaperture di questi luoghi in relazione, non soltanto all’indice del contagio, ma anche alla densità della popolazione e alla media annuale dei visitatori, in modo che possano essere fatte tutte le valutazioni necessarie affinché riescano a mantenere vivo il legame con il proprio pubblico e con il proprio territorio“.
I MUSEI CHE RIAPRONO
Molti dunque i musei che riapriranno le porte presumibilmente a partire dal prossimo martedì (ma i Musei Vaticani anticipano a lunedì 1 febbraio, anche se non parliamo di un museo italiano).
In Lombardia l’Hangar Bicocca è in programma la mostra di Chen Zhen, prevista fino al 21 febbraio, mentre il Museo Novecento ha in corso le personali di Franco Guerzoni (fino al 14 febbraio) e il Premio Acacia Loris Cecchini. In Emilia Romagna, il MAMbo aveva messo in stand by il progetto dedicato a Nino Migliori, e poi ci sono il Part di Rimini, la Fondazione Modena Arti Visive e molte altre istituzioni, con le loro rispettive attività.
In Piemonte il Castello di Rivoli, che si è anche prestato come sede vaccinale, ha la mostra dedicata a Claudia Comte e diverse iniziative sparse per la regione. Nel Lazio finalmente vedranno la luce a partire dal 3 febbraio i prossimi appuntamenti del Museo per l’Immaginazione Preventiva di Luca Lo Pinto al Macro, bloccato un po’ ai nastri di partenza dall’emergenza Covid, in una Roma burrascosa che ha appena sostituito l’Assessore alla Cultura a pochi passi dalle prossime elezioni cittadine.
VISITATORI DAVANTI A PAOLINA BONAPARTE ALLA GALLERIA BORGHESE
Sempre nella Capitale da lunedì 1° febbraio riapriranno al pubblico il Palazzo delle Esposizioni, Mattatoio, Musei Capitolini, Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali, il Museo di Roma a Palazzo Braschi, il Museo dell’Ara Pacis, il Museo di Roma in Trastevere, la Galleria d’Arte Moderna, i Musei di Villa Torlonia, Museo Civico di Zoologia, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, Museo Napoleonico, Museo Pietro Canonica a Villa Borghese, Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina, Museo di Casal de’ Pazzi, Museo delle Mura, Villa di Massenzio.
giuseppe conte dario franceschini
C’è da comprendere se i musei riusciranno con così poco preavviso a riorganizzare risorse e personale, ovviamente garantendo l’igienizzazione degli spazi e la strutturazione dei percorsi a norma. Così come se chi ha dovuto mettere in pausa la propria programmazione potrà rispettare le tabelle di marcia o dovrà allungare i progetti che non hanno avuto la giusta collocazione nel tempo e nell’agenda. Ma nel frattempo, quella di una possibile riapertura è già una buona notizia.
LE RIAPERTURE A TORINO
Sempre da lunedì 1 febbraio riapriranno al pubblico i Musei Reali di Torino, con le mostre Capa in color (prorogata fino al 30 maggio), Sulle tracce di Raffaello nelle collezioni sabaude e Beyond walls – Oltre i muri (entrambe prorogate fino all’11 aprile). Riapre inoltre il Centro Italiano per la Fotografia con la mostra Paolo Ventura. Carousel, prorogata al 28 febbraio. Nelle settimane di apertura in febbraio, CAMERA attiva, per offrire ai giovani un segnale e un’opportunità, una speciale tariffa d’ingresso a 1 euro valida per i visitatori dai 13 ai 26 anni.
LE RIAPERTURE A BOLOGNA
Con il rientro in zona gialla dell’Emilia Romagna, si riaprono le porte dei Musei di Genus Bononiae: a partire da Palazzo Fava con la mostra La Riscoperta di un Capolavoro all’Oratorio di Santa Maria della Vita che ospita Criminis Imago. Le immagini della criminalità a Bologna, con gli scatti dei fotoreporter Walter Breveglieri e Paolo Ferrari. Tornano visitabili anche il Compianto di Niccolò dell’Arca a Santa Maria della Vita, Palazzo Pepoli e la Collezione Tagliavini a San Colombano; riapre a regime normale, dal lunedì al venerdì, la Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale.
LA RISPOSTA DEI MUSEI DI MILANO
Bisognerà attendere ancora un po’ di tempo per la riapertura dei musei a Milano, stando a quanto dichiarato dall’assessore alla Cultura Filippo Del Corno: “aprire un museo non è come accendere un interruttore, ci vuole tempo e soprattutto serve serietà e la programmazione necessaria che un passaggio settimanale o quasi da una fascia di rischio all’altra non permette di avere. Il Comune sta lavorando per promuovere un’apertura coordinata e massiccia di tutti i musei cittadini, quelli civici naturalmente, ma anche quelli privati e statali, ma abbiamo bisogno che la situazione si stabilizzi. Ripartire subito ci esporrebbe al rischio di dover rifermarci, magari tra due settimane.
Senza contare che per fare in modo che la ripresa sia davvero sostenibile economicamente e socialmente, gli spazi devono essere visitabili anche il sabato e la domenica”. Riaprire sì, ma con la certezza di poter restare aperti anche il sabato e la domenica, giorni in cui i musei solitamente registrano un maggior flusso di visitatori. L’apertura dei musei milanesi potrebbe arrivare nel corso del mese di febbraio, con l’intenzione però di organizzare una sorta di apertura generale/festa di rinascita a marzo in occasione di MuseoCity.