Dom. Ag. Per "la Stampa"
Anche se in varie Sacre Stanze è molto temuta, la Chiesa italiana proverà a realizzare un'inchiesta interna sugli abusi sessuali commessi dai preti negli ultimi decenni (si parla di 70 anni indietro). Se riuscirà ad avviarla, la ufficializzerà dopo maggio, quando sarà eletto il nuovo presidente della Conferenza episcopale (Cei) al termine del mandato quinquennale di Gualtiero Bassetti, cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. E soprattutto dopo che si saranno convinti i prelati contrari e indifferenti, e si sarà trovato un accordo sulla modalità di realizzazione. Sul tema infatti le gerarchie sono divise.
«C'è chi sostiene che non serva; o che non debba essere affidata a una commissione esterna, come è avvenuto per esempio in Germania e in Francia, ma che invece bisognerebbe utilizzare i servizi diocesani per la tutela dei minori», svela un alto prelato. Reticenze che si registrano nonostante i segnali di papa Francesco tradotti in particolare da padre Hans Zollner, presidente dell'Istituto di Antropologia della Pontificia Università Gregoriana, a cui Bergoglio ha affidato la prevenzione degli abusi sessuali nella Chiesa.
In una recente intervista a La Stampa ha affermato che «queste indagini condotte in modo oggettivo e pubblicate servono assolutamente. E servirebbe anche in Italia, così si guarderebbe in faccia la realtà e non si continuerebbe a negare qualcosa che viene continuamente smentito, e cioè che in Italia non ci sono abusi sessuali nella Chiesa». Il peso di questa decisione che potrà scuotere molte diocesi e parrocchie graverà dunque sul prossimo capo dei vescovi.
In questo momento sono tre i presuli considerati favoriti per la corsa in direzione via Aurelia: monsignor Erio Castelluci, 51enne arcivescovo-abate di Modena-Nonantola, vescovo di Carpi e vicepresidente della Cei; il cardinale Augusto Paolo Lojudice, romano, 57 anni, arcivescovo di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino; e il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, 66 anni, romano, figura storica della Comunità di Sant' Egidio. Ma da qui a maggio tutto può cambiare, a maggior ragione con un pontefice come Bergoglio che spesso ha optato per nomine sorprendenti per incarichi importanti.
Nel frattempo non pochi fedeli pressano le gerarchie, e il 15 febbraio prenderà vita il «Coordinamento delle associazioni contro gli abusi nella Chiesa cattolica in Italia». Sigle di rilievo si riuniscono per andare «Oltre il grande silenzio» e lanciano l'hastag #ItalyChurchToo. Partecipano tra le altre la Rete l'Abuso di Francesco Zanardi, l'Osservatorio interreligioso sulla violenza contro le donne, Donne per la Chiesa, Adista, il Comitato vittime e famiglie, Voices of faith.
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