Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”
Alla fine qualcuno ha pagato per l’evasione di Artom Uss: Vladimir Putin ha rimosso il padre Aleksander dalla carica di governatore di Krasnoyarsk, la regione della Siberia ricchissima di materie prime. Lo ha comunicato lui stesso sul suo canale Telegram: «Ho avuto un incontro con il presidente e ho ricevuto un’offerta per continuare a lavorare a livello federale».
Probabilmente Aleksander Uss paga i pubblici ringraziamenti rivolti al Cremlino per il ritorno in patria del figlio, interpretati come il riconoscimento del ruolo di Putin nella fuga dall’Italia: diversi esponenti nazionalisti lo hanno subito criticato per quell’omaggio maldestro. Ma non solo. Da tempo il governatore viene accusato di avere accumulato un tesoro grazie alla sua attività politica, che aveva reso il giovane Artem milionario attraverso allo sfruttamento di miniere di carbone e di foreste.
Inoltre gli elementi usati nella difesa legale davanti ai magistrati milanesi si sono trasformati in un boomerang: l’erede del governatore si stava trasferendo stabilmente in Italia, acquistando una casa di lusso e ammettendo di essere il titolare delle società cipriote impiegate per spostare i fondi.
Un “tradimento” della causa russa proprio mentre tanti altri ragazzi vengono mobilitati e mandati a morire al fronte: davanti a questo argomento neppure il suo sponsor principale, il concittadino ministro della Difesa Sergej Shoigu, ha potuto fare nulla.
L’altro padrino politico della carriera di Uss senior, il boss della società petrolifera Rosneft ed ex colonnello del Kgb Igor Sechin, oggi ha visto ridursi l’influenza su Putin che manteneva da trent’anni. E il grande alleato economico, l’oligarca dell’alluminio Oleg Deripaska — citato negli atti d’accusa statunitense come il referente del contrabbando di petrolio gestito dal figliolo — da mesi è in rotta di collisione con il Cremlino.
Alexander Uss cadrà comunque in piedi, con un incarico federale e forse la posizione di senatore: il suo silenzio è troppo prezioso. Come lo era quello del figlio […] La famiglia Uss […] da anni è protagonista delle relazioni commerciali con la Cina da cui adesso dipende la sopravvivenza del regime. Ma dietro la rimozione del governatore c’è anche il segnale di una manovra a vasto raggio che Putin sta architettando per insediare ai vertici del potere figure più giovani, meno corrotte e ancora più fedeli […] L’ennesima testimonianza di come il nuovo Zar si stia preparando a una campagna prolungata nel tempo, destinata a proseguire anche nel 2024.
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