Francesca Morandi per www.corriere.it
Quando la Squadra Mobile si è presentata nel suo studio legale, nel computer ha scovato una miniera di atti giudiziari falsi: sentenze civili, decreti di pignoramento, decreti ingiuntivi, verbali di sommarie informazioni testimoniali.
Aveva persino «taroccato» le firme di giudici e cancellieri del Tribunale di Cremona e del Palazzo di giustizia di Milano, ma anche lo stemma della Repubblica italiana. E tutto per avere un ritorno economico dalle parcelle degli ignari clienti, convinti di aver vinto le cause.
Non cifre da capogiro, anzi. Non si è arricchito Andrea Guizzardi, 45 anni, avvocato cortese con la predilezione per il diritto penale e la passione per la scrittura, tre romanzi al suo attivo e una collezione di premi letterari.
Ora Guizzardi deve appendere la toga al chiodo per un anno. Il conto alla rovescia è partito il 15 ottobre scorso, giorno in cui la polizia gli ha notificato il divieto di esercitare la professione, misura interdittiva disposta dal gip, Elisa Mombelli, su richiesta del pm Vitina Pinto che indaga l’avvocato-scrittore per falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Vi è il pericolo di reiterazione dei falsi.
L’indagine è nata nel luglio del 2019 dalla denuncia presentata contro ignoti in Procura da una cittadina cremonese. In una causa civile per sfratto, la controparte le aveva prodotto una sentenza del Tribunale di Cremona che le sembrava, ed è risultata poi effettivamente, falsa.
Negli ultimi due anni, gli uomini di Marco Masia, dirigente della Squadra Mobile, hanno ricostruito il «modus operandi» dell’avvocato emiliano, natali a Reggio Emilia, arrivato a Cremona da bambino (aveva 3 anni). A dicembre del 2020, la perquisizione informatica nel suo studio legale.
Nel computer, in tanti file Word, c’erano intestazioni fittizie del Tribunale di Cremona, firme false di toghe e cancellieri, decine di atti giudiziari. Gli investigatori hanno sentito i clienti dell’avvocato: gente convinta di aver vinto la causa. Uno di loro era certo di aver ottenuto un maxi risarcimento in seguito ad un incidente stradale.
L’ambiente forense cremonese è sbalordito. Guizzardi è avvocato che si fa voler bene. Nei guai era già finito due volte, ma dai processi è uscito pulito. Nel 2019 cadde l’accusa di aver falsificato la sentenza di un giudice di pace, mentre per l’appropriazione indebita di 1000 euro di una cliente mancava la querela (la Procura generale ha, però, impugnato la sentenza; in Corte d’appello a Brescia pende il procedimento).
Lo scorso maggio, Guizzardi è stato assolto dall’accusa di aver falsificato un decreto ingiuntivo, perché era una copia, e di tentata truffa ad un’altra cliente. Nel 2016 il suo debutto come scrittore con Fuga dalla capanna; nel 2019 ha dato alle stampe Tennista o non tennista (il suo mito è lo svedese Stefan Edberg).
In mezzo, nel 2018 ha pubblicato Ferro su ferro, romanzo che racconta la storia di uno schermidore tesserato nel Gruppo sportivo della Polizia di Stato e inquadrato come assistente capo. Ironia della sorte, la polizia gli ha notificato l’ordinanza con la firma, vera, del gip.