LE TOGHE LANCIANO UN SOS A MATTARELLA – I PRESIDENTI DELLE CORTI D’APPELLO SCRIVONO AL QUIRINALE, A MELONI E A NORDIO CHIEDENDO DI SCONGIURARE “IL DISASTRO ANNUNCIATO” CHE DERIVERÀ DAL TRASFERIMENTO DI COMPETENZE SUI TRATTENIMENTI DEI MIGRANTI A QUELLE CORTI – UNA RIFORMA CHE PER I MAGISTRATI FARÀ “LIEVITARE GLI ARRETRATI”, RENDENDO IMPOSSIBILE RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI FISSATI DAL PNRR – LA REPLICA GELIDA DEL GUARDASIGILLI: “NON CI SARÀ NESSUN AGGRAVIO”
MIGRANTI: RISOLUZIONE CSM TUTELA GIUDICI BOLOGNA, 'TRAVALICATI LIMITI CRITICA'
(Adnkronos) - ''Il Consiglio ritiene di dover affermare che, nel caso in esame, sono stati travalicati i limiti di cronaca e di critica dei provvedimenti giudiziari, così determinando un possibile indebito condizionamento dell'esercizio della funzione giudiziaria oltre che dei singoli magistrati, in violazione delle imprescindibili condizioni di autonomia, indipendenza ed imparzialità. L'auspicio è quello di un dialogo sereno tra le Istituzioni, nel rispetto della reciproca autonomia''.
E' quanto si legge nella risoluzione approvata a larga maggioranza dal plenum del Csm, con 25 voti a favore, e non 26 come scritto precedentemente, e cinque contrari, a tutela dei giudici di BOLOGNA che hanno rinviato alla Corte europea di giustizia il decreto legge sui Paesi sicuri.
''Tale provvedimento è stato oggetto di dure dichiarazioni da parte di titolari di alte cariche istituzionali, non correlate al merito delle argomentazioni giuridiche sviluppate nell'ordinanza - si legge - Dette dichiarazioni, inoltre, sono state accompagnate dall'esposizione mediatica, da parte di alcune testate giornalistiche nazionali, di fatti e atti della sfera intima e della vita privata e familiare del Presidente del Collegio giudicante, non limitati ai suoi interventi pubblici e non attinenti alla questione sottesa all'ordinanza.
Le sopra citate dichiarazioni e le esposizioni mediatiche non si soffermano sui profili tecnici della pregiudiziale eurounitaria e sugli argomenti posti a suo fondamento, ma adombrano un'assenza di imparzialità dell'organo giudicante priva di riscontri obiettivi e fondata su elementi personali alieni al contesto del giudizio. Conseguentemente - si sottolinea - esse appaiono lesive del prestigio e dell'indipendente esercizio della giurisdizione e tali da turbare il regolare svolgimento e la credibilità della funzione giudiziaria nel suo complesso''.
CSM, È SCONTRO SUL CASO MIGRANTI "TOGLIERE LE COMPETENZE CREA CAOS"
Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per “La Stampa”
sergio mattarella - intitolazione della sede del Csm a Vittorio Bachelet
Psicodramma dal finale scontato: oggi al Consiglio superiore della magistratura si discuterà (e litigherà) sul caso dei magistrati di Bologna autori del ricorso sui Paesi sicuri alla Corte europea di Giustizia e perciò presunti «nemici» del governo, vittime di dileggio personale e di critiche scatenate, in primis quelle di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini.
Gli schieramenti sono chiari. Da una parte ci saranno tutti i membri togati, a prescindere delle correnti di appartenenza, più i tre membri laici riferibili alle opposizioni, schierati a tutela dei colleghi. Dall'altra, i sei membri laici di centrodestra. Mistero sulle posizioni del vicepresidente del Csm, l'avvocato Fabio Pinelli, di area leghista, sul quale il Quirinale è freddo.
Sosterranno i magistrati eletti al Csm, come è scritto nel testo che va in votazione, che le critiche rivolte ai colleghi bolognesi erano «non correlate al merito delle argomentazioni giuridiche sviluppate nell'ordinanza»; che è stata evocata «un'assenza di imparzialità dell'organo giudicante» del tutto «priva di riscontri obiettivi»; infine che «sono stati travalicati i limiti di cronaca e di critica dei provvedimenti giudiziari, così determinando un possibile indebito condizionamento dell'esercizio della funzione giudiziaria oltre che dei singoli magistrati».
SERGIO MATTARELLA E CARLO NORDIO AL CSM
Giova qui ricordare a chi si fa riferimento. A Giorgia Meloni, per esempio, che a caldo definì la decisione del collegio bolognese pari a «un volantino di propaganda». Oppure a Matteo Salvini che ebbe a dire: «Mi sembra evidente che qualche magistrato faccia politica con la bandiera rossa in camera».
La discussione al plenum si preannuncia incandescente. Anche per la mossa in senso contrario di due consigliere laiche, Isabella Bertolini della Lega e Claudia Eccher di FdI, che hanno chiesto all'opposto l'apertura di una pratica contro il segretario di Magistratura Democratica, Stefano Musolino, per alcune sue frasi «antigovernative».
giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse
Tutta benzina sul fuoco di uno scontro, quello tra politica e giustizia, che si sta avvitando sempre più su se stesso. Al plenum del Csm, per dire, arriverà quanto prima anche la lettera dei 26 presidenti di Corte d'Appello che due giorni fa è stata recapitata al Quirinale, ai presidenti delle Camere, ai ministri Carlo Nordio e Giancarlo Giorgetti, e al vicepresidente Pinelli.
È un disperato grido di allarme dopo che hanno visto come in Parlamento si stanno modificando in corsa le competenze delle sezioni specializzate sull'immigrazione dei tribunali, trasferite alle Corti di Appello con un tratto di penna. Vi si legge che le modifiche «verrebbero attuate in via d'urgenza, ad organici invariati e senza risorse aggiuntive. In tali condizioni, è facile prevedere che la riforma costituirà un disastro».
Con mirati colpi di bisturi, il governo sta reintroducendo il reclamo in Corte di Appello sulle decisioni di primo grado in materia di protezione internazionale (abolito nel 2017) e attribuisce alle stesse la competenza sulle convalide dei trattenimenti dei richiedenti asilo (vedi Protocollo Albania).
I presidenti delle Corti di Appello perciò «auspicano che il Parlamento eviterà simili gravi esiti». Si aggiunge la voce del presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia: «La confusione regna sovrana. Le sezioni specializzate sono formate da magistrati che fanno solo quello e conoscono sia la normativa che le tecniche di esame. Vengono tolti, messi in un angolo, nel momento della convalida dei trattenimenti in favore della Corte d'Appello che non ha le risorse per farlo. È una scelta sostanzialmente irragionevole, che ha il solo sapore di dire alle sezioni specializzate "cambiate registro"».
Ma la vera battaglia, quella che sta infuocando il campo, è la separazione delle carriere su cui il governo e la maggioranza stanno spingendo a tutta forza. I magistrati non intendono tacere. «I temi della giustizia – ribadisce il presidente dell'Anm – non devono essere riservati solo a chi fa politica per mestiere. È un modo per deprimere la qualità della democrazia. La politica decide, ma devono partecipare tutti coloro che hanno qualcosa da dire». […]
ALBANIA QUI NON E HOLLYWOOD - MEME