Viviana Mazza per “il Corriere della Sera”
Tra i primi ad accorgersi che qualcosa non andava sono stati i caporedattori dello sport del San Diego Union-Tribune, che giovedì sera non sono riusciti a trasmettere le loro pagine alla tipografia. Una volta appurato che si trattava non di un guasto ma di un virus, i tecnici hanno ingaggiato una lotta per isolare i danni: all' inizio sono riusciti a resuscitare i server ma poi le «barriere» hanno ceduto e il «malware» si è diffuso infettando i software usati per lavorare le pagine e mandarle in stampa.
Il cyber-attacco, apparentemente arrivato dall' esterno degli Stati Uniti, ha ritardato di diverse ore l' arrivo in edicola e agli abbonati sabato scorso di alcuni dei quotidiani più importanti degli Stati Uniti tra cui il Los Angeles Times , il Chicago Tribune e il New York Daily News . «Riteniamo che l' intenzione fosse di disabilitare l' infrastruttura, in particolare i server, invece di cercare di rubare informazioni», ha spiegato Tribune Publishing, l' azienda che possiede la maggior parte delle testate interessate. I dati personali degli abbonati, degli utenti Internet e degli inserzionisti pubblicitari non sarebbero stati compromessi.
La ragione per cui così tante pubblicazioni sono state colpite è che condividono le stesse piattaforme. Il Los Angeles Times e il San Diego Union Tribune , acquistati di recente dal miliardario delle biotecnologie Patrick Soon-Shiong, restano legati all' azienda Tribune Publishing per alcune operazioni di produzione e di stampa.
Il New York Times e il Wall Street Journal si appoggiano allo stabilimento del Los Angeles Times sulla costa occidentale degli Stati Uniti. Mentre l'azienda Tribune Publishing ha anche un mercato importante in Florida: il South Florida Sun-Sentinel del sabato arriverà domenica. Diversi giornali, come il Chicago Tribune , sono usciti con edizioni più «snelle», senza necrologi né annunci pubblicitari.
Gli attacchi «malware» sono estremamente frequenti: milioni di computer nelle case e negli uffici vengono bersagliati ogni giorno. In alcuni casi l' obiettivo è puramente distruttivo, in altri i computer vengono infettati per poi vendere l' accesso ad altri cyber-criminali che rubano dati bancari e privati. Secondo le iniziali valutazioni degli esperti, il virus che ha colpito il Los Angeles Times e gli altri quotidiani potrebbe essere un «ransomware» (viene chiesto un «riscatto» in denaro).
Di certo il periodo delle vacanze è quello preferito dagli hacker: le organizzazioni hanno meno staff e meno protezione. Mentre la «deadline» (l' orario di chiusura del giornale) si avvicinava e le redazioni non riuscivano a inviare le pagine alle rotative, venerdì sera il personale del Los Angeles Times ha pensato ad un piano B: portare le pagine «fisicamente» dalla redazione situata vicino all' aeroporto alle rotative nel centro della città. Nel frattempo, però, anche le testate che difendono la carta hanno consigliato ai lettori: per oggi seguiteci online.