GIRA LA RUOTA (DELLA MORTE) - LUNA PARK ITINERANTI PERICOLOSI IN TUTTA ITALIA: LE AUTORIZZAZIONI VENIVANO COMPRATE SENZA CONTROLLI SULLA SICUREZZA. SEQUESTRATE 1095 ATTRAZIONI IN 88 PROVINCE A CARICO DI 700 TRA SOCIETÀ E PROPRIETARI DI GIOSTRE. UN COMUNE DEL VERCELLESE RILASCIAVA PERMESSI IN CAMBIO DI RICCHE MAZZETTE, ARRESTATO IL COMANDANTE DEI VIGILI

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Andrea Zanello per “la Stampa

panico al luna park 8 panico al luna park 8

 

Giù il gettone, nuovo giro, nuova corsa.

Ma per la Procura e il comando provinciale dei carabinieri di Vercelli i gettoni erano tangenti per un giro da centinaia di migliaia di euro e le corse potevano essere tutt' altro che sicure per chi saliva sulle giostre.

 

All' alba di ieri è scatta un' operazione in tutta Italia che ha portato al sequestro di 1095 attrazioni in 88 province a carico di 700 tra società e proprietari di giostre itineranti. Quelle che vengono montate in fiere e luna park ma in questo caso, secondo l' indagine, previo l' ottenimento di un codice che veniva rilasciato a Borgo d' Ale, in provincia di Vercelli, senza nessun tipo di controllo ufficiale. Nell' inchiesta ci sono 36 indagati di cui 7 sottoposti a misure cautelari.

 

Mauro Ferraris, comandante dei vigili urbani del Comune vercellese, è finito in carcere.

ispezione fireball ispezione fireball

Secondo l' accusa era lui a rilasciare i permessi a diversi intermediari, per cui è stato stabilito l' obbligo di dimora, provenienti da tutta Italia. Si tratta di professionisti compiacenti come ingegneri che sbrigavano le questioni burocratiche per ottenere la documentazione prevista dalla legge. Le accuse a vario titolo sono di corruzione per atti contrari ai doveri d' ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e peculato. Ma nel corso delle indagini sono emersi altri reati, come traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, furto aggravato, l' utilizzo di banconote false.

 

Secondo il sostituto procuratore Davide Pretti e i militari vercellesi Ferraris tra il 2016 ed il 2018 avrebbe rilasciato oltre mille codici identificativi per giostre senza che fossero eseguite le verifiche dell' apposita commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo che, secondo la norma, procede al «controllo di regolare funzionamento nelle ordinarie condizioni di esercizio».

 

Le mazzette

giostra del terrore giostra del terrore

Secondo l' impianto accusatorio il capo dei vigili si intascava una tangente e le giostre ottenevano tutti i permessi necessari per essere piazzate in giro per l' Italia, senza mai arrivare a Borgo d' Ale per un controllo effettivo. Scivoli toboga, ottovolanti, trenini, tappeti elastici, gonfiabili e ruote panoramiche che nessuno ha mai effettivamente controllato hanno ottenuto la targhetta necessaria per legge. Le concessioni funzionavano dietro un pagamento per cui sembra ci fosse un tariffario stabilito. Per un' attrazione di piccole dimensioni servivano 150 euro, per quelle più grandi la spesa era di 250. Spesso le autorizzazioni erano concesse in blocco per più giostre: il giro complessivo dei pagamenti sarebbe di centinaia di migliaia di euro.

 

L' indagine però è solo all' inizio: ieri i carabinieri hanno eseguito 29 decreti di perquisizione nelle province di Vercelli, Roma, Latina, Pescara, Brescia, Varese, Modena, Potenza, Foggia, Lecce, Pavia, Torino, Milano, Rovigo, Ravenna e Novara. Sotto la lente di ingrandimento anche le concessioni che sarebbero state rilasciate a La Cassa, comune del Torinese dove è stato indagato il capo della polizia municipale, e a Montesilvano in Abruzzo.

 

giostra impossibile giostra impossibile

Qui infatti i mediatori si erano spostati quando a Borgo d' Ale il meccanismo si è inceppato. Gli ingranaggi hanno iniziato a scricchiolare dopo un incidente su una giostra a seggiolini a Legnano nel 2017, quando una ragazza si era procurata una frattura dopo essere caduta a causa di un malfunzionamento. L' attrazione aveva avuto il rilascio delle certificazioni di esercizio a Borgo d' Ale.

 

La macchina burocratica con le verifiche si è messa in moto e le carte sono arrivate al sindaco Pier Mario Andorno che si è rivolto alle autorità facendo scattare le indagini condotte dal nucleo investigativo del comando provinciale di Vercelli. Il primo cittadino ha anche emesso diversi provvedimenti di annullamento delle concessioni rilasciate. A rischio della propria incolumità, come è emerso da alcune delle intercettazioni degli indagati che parlavano di atti di ritorsione.

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