Estratto dell’articolo di Massimiliano Nerozzi per www.corriere.it
Nonostante il nome della pagina Instagram – Dc Legalshow – «lo show non si addice alla professione legale», che neppure è «una fiction, come la serie tv americana “Suits”, cui l’avvocato pare essersi ispirata»; mentre alcune immagini pubblicate sarebbero «semmai appropriate per un format di taglio erotico»: sono alcune delle osservazioni contenute nelle 50 pagine di motivazione con la quale il Consiglio distrettuale di disciplina dell’Ordine di Torino ha sospeso per 15 mesi dalla professione l’avvocato Alessandra Demichelis.
Che, nel gennaio di un anno fa, diede vita appunto alla pagina social, con un mix di video e scatti, alcuni vagamente hot, che intrecciavano la vita legale e quella glamour, tra toghe, abiti firmati e borse Chanel.
La condotta della legale, insomma, sarebbe lontana anni luce dai principi di «serietà e sobrietà» ai quali dovrebbe ispirarsi l’esercizio della professione, dicono subito i cinque giudici del collegio. Morale: Demichelis è anche «responsabile di accaparramento di clientela», con «tecniche non lecite per farsi conoscere e per ricavare notorietà».
Compromettendo in «modo rilevantissimo l’immagine della professione forense», tenendo un «comportamento complessivo particolarmente sprezzante, gravissimamente irrispettoso delle istituzioni forensi». Quando invece, davanti al collegio, «ha tenuto un contegno confacente, finanche empatico, apprezzabile ed apprezzato».
Ma il disastro – secondo i colleghi-giudici – si era già consumato, in una pluralità di condotte, come riassume la motivazione: «Sono apparse esclusivamente immagini delle due avvocate (una collega, presto defilatasi, ndr), inizialmente all’insegna di eleganza ricercata e lussuosa, onde fornire al pubblico immagini di professioniste di elevato successo, accattivando il pubblico social con l’esposizione di due belle donne, raffinatamente abbigliate e agghindate e sempre accompagnate da accessori di lusso in bella mostra e non in posizioni “naturali”, in un misto di “pubblicità occulta” (ai marchi) e/o autoreferenzialità del lusso». […]
Tre le foto «da patibolo», più di tutte: «Inginocchiata sotto la scrivania dell’attuale collega di studio, seduto a gambe aperte», una «foto davvero inqualificabile e svilente»; «Demichelis in bagno, in nudo quasi integrale»; e «un’immagine con pretenziosità erotiche, che la ritrae da tergo, a schiena nuda e con la toga reclinata all’altezza dei fianchi». […]
Però, aggiungono i giudici, tutto ciò non è stato fatto per guadagno, sennò la pena sarebbe stata più severa: il movente, forse, è da ricercare nella «notevole dose di egocentrismo e narcisismo». Alla fine, è il messaggio, all’avvocato Demichelis è andata di lusso, con 15 mesi di sospensione: «Risulterebbe senz’altro giustificata una sanzione maggiore», che risulta invece attenuata «per la giovane età e l’inesperienza e dall’assenza di precedenti disciplinari».
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