Estratto dell'articolo di G.Val. per “il Messaggero”
Presentata la proposta degli esercenti per garantire un prezzo calmierato per tutti i piatti tipici della tradizione romana. «Senza intesa si rischia di pagarli 20 euro». Il patto della carbonara potrebbe coinvolgere non solo le associazioni di categoria, in prima linea nella vicenda, ma anche le istituzioni. […] Di questo ne è convinto Claudio Pica, presidente di Fiepet Confesercenti Roma.
Chi può partecipare a questo "Patto"?
«Siamo d'accordo a promuovere attraverso i nostri ristoranti associati un prezzo che oscilli tra una fascia presso compresa tra i 12 e i 14 euro. Per rafforzare questa iniziativa si potrebbe coinvolgere anche l'assessorato all'Agricoltura della Regione Lazio affinché lanci una campagna per la promozione del pecorino romano e del guanciale laziale necessari per una carbonara a regola d'arte, che valorizzerebbe prodotti del nostro territorio, eccellenze del Made in Lazio».
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Ci sono anche altri prodotti che potrebbero entrare in questo paniere calmierato tutto romanesco?
«Sì, oltre alla carbonara e alla amatriciana, potrebbero esserci anche la classica pizza con la mortadella e la coppetta di gelato per la quale proporrei il gusto Roma: zabaione, ricotta romana e nocciola del viterbese«.
In qualche modo si può coinvolgere anche il Campidoglio?
«Dovremmo puntare e chiedere all'assessorato allo Sviluppo Economico di spingere per realizzare una premialità basata sulla qualità del servizio offerto. Quindi, chi valorizza i prodotti locali dovrebbe ottenere realmente riconoscimenti che vadano ben oltre di quelli dati solo su carta. Ci vorrebbero premialità fiscali, sui tributi locali, con la riduzione della Tari, della tassa dell'occupazione di suolo pubblico, con la maggiore visibilità sulle piattaforme turistiche di Roma Capitale, in modo tale che il turista già può sapere dove trova i prodotti del territorio». […]
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